Vertenza Venator, riunione nelle stanze di Confindustria
Fabrizio Dazzi: «non ci sono novità, e questa è la peggiore notizia che ci potevano dare. Venator continua a rinviare le decisioni, dimostrando di non voler investire in questo territorio. L'azienda propone nuovi ammortizzatori sociali. Chiediamo l’intervento del ministero dell'industria perché la vertenza diventi nazionale»
Grosseto: Nella giornata di ieri la Filctem Cgil ha tenuto una partecipata assemblea con i lavoratori di Venator impiegati nell'impianto del Casone di Scarlino. L'assemblea era stata convocata nei giorni scorsi con l'obiettivo di informarli rispetto all'esito dell'incontro avuto questa mattina con il management aziendale presso la sede di Confindustria Grosseto.
«Nel corso della riunione convocata stamani da Confindustria - spiega Fabrizio Dazzi, segretario provinciale della Filctem – l’azienda ci ha sostanzialmente confermato che a oggi non ci sono novità significative rispetto al futuro dell'impianto di Scarlino. La capogruppo Venator Materials Plc, infatti, non è ancora in grado di sciogliere i nodi relativamente al proprio futuro, e quindi non ha preso una decisione sul destino dell'azienda del Casone.
Questo stato di impasse comporterà per lavoratori già stremati da un anno di cassa integrazione straordinaria, in scadenza al 31 gennaio 2025, il ricorso a un ulteriore periodo di ammortizzatori sociali. Che Venator ha proposto siano i “contratti di solidarietà”. Ci è stato inoltre comunicato che l'unico interlocutore sarà d’ora in avanti il Ceo E. Bryan Snell, e non più Arjen de Leeuw Den Bouter, cosa che aumenta le distanze tra Scarlino e la multinazionale inglese di Wynyard. Anche la Regione Toscana, preoccupata per lo stallo, ha rinnovato la richiesta di un incontro chiarificatore al presidente e amministratore delegato di Venator.
Per quanto ci riguarda la sostanziale mancanza di novità emersa dall'incontro e la cosa più preoccupante, perché non lascia presagire nulla di buono per il futuro. Dal nostro punto di vista, questo modo di procedere dell'azienda è inaccettabile, e, come già abbiamo detto nelle scorse settimane, è sempre più urgente che si faccia definitivamente chiarezza da parte del Gruppo Venator. La fabbrica, infatti, è un presidio strategico per l'intero polo produttivo del Casone, e più in generale per l'economia provinciale. L’evidente mancanza di volontà di investire da parte dell'azienda, ora che pure ce ne sarebbe la possibilità con l'autorizzazione alla discarica definitiva nell'ex bacino fanghi Solmine, è il segnale più minaccioso fra i tanti poco rassicuranti. Tenuto anche conto del fatto che nella riunione è stato confermato come la domanda di mercato del biossido di titanio continui ad essere debole, ci sono a questo punto dubbi rispetto a quanto Venator sarebbe in grado di intercettarne in caso di una sua ripresa.
Per Filctem e Cgil, intanto, è necessario che la vertenza e la discussione sugli ammortizzatori sociali sia assunta come una priorità a livello istituzionale, a garanzia dei lavoratori dipendenti dell’azienda. E che lo stesso ministero dell’Industria intervenga assumendo questa vertenza come priorità nazionale, considerato che quello di Scarlino è l'unico impianto italiano a produrre biossido di titanio.
Per questi motivi, con l’assemblea dei lavoratori tenutasi questo pomeriggio abbiamo condiviso la necessità di tenere un'iniziativa nazionale sulle politiche industriali per il polo del Casone, che si terrà a Scarlino nel prossimo gennaio. Alla quale saranno invitati a partecipare sia i rappresentanti degli enti locali che gli eletti in Regione e Parlamento, perché in ballo c'è la più importante area industriale della provincia».