Venator, per la Cisl è prematuro parlare di ammortizzatori sociali

Dopo l’incontro del tavolo di monitoraggio il sindacato Grossetano ribadisce: “Servono risposte sull’autorizzazione al sito di stoccaggio provvisorio; dobbiamo capire se l’azienda può tornare a lavorare”

Scarlino: "Finché l'azienda non dichiarerà la necessità di attivare la cassa integrazione, vogliamo parlare delle concrete possibilità di lavoro di Venator, non degli ammortizzatori sociali". Gianluca Fè, segretario generale di Femca Cisl Grosseto, lo ribadisce a seguito del primo incontro del tavolo di monitoraggio aperto dalla Regione Toscana. Un incontro a cui la Cisl ha partecipato compatta, con il segretario regionale Roberto Pistonina, la segretaria generale di Grosseto Katiuscia Biliotti, il segretario di Femca Cisl Grosseto, i rappresentanti della Rsu aziendale.

"Ci aspettavamo, per l’ennesima volta, concrete novità sulle autorizzazioni allo stoccaggio dei gessi e invece si è rischiato di parlare di ammortizzatori sociali in modo prematuro - spiega Fè - perché è vero che la produzione è ferma e che l'azienda sta portando avanti interventi di manutenzione ordinaria, ma non ha ancora aperto nessuna procedura di cassa integrazione. Cosa comprensibile, visto che da otto mesi sta attendendo risposta alla possibilità di stoccare, in via provvisoria, gli scarti della produzione nel terreno messo a disposizione dal Comune di Scarlino. Prima di capire quali ammortizzatori sociali saranno utilizzati per i lavoratori, quindi, dobbiamo sapere se Venator potrà continuare a lavorare o meno e non c’è alternativa alla concessione dello stoccaggio temporaneo”.

La Cisl di Grosseto non si tira indietro e ribadisce che "... se sarà attivata la procedura di cassa integrazione ci assumeremo le nostre responsabilità, come abbiamo fatto lo scorso autunno portando avanti un difficile confronto a livello aziendale, ma il nostro obiettivo primario, oggi, è avere notizie sulla possibilità di lavoro".

Per il sindacato grossetano la risposta sul sito di stoccaggio provvisorio non rappresenta certo la soluzione ai problemi dell'azienda: "È chiaro che quella soluzione dovrà andare di pari passo con l'individuazione di un sito permanente e di un lavoro più complesso per la cava della Vallina, ma finché non si sarà chiarito quali sono le reali possibilità di Venator non si potranno trovare soluzioni".

Inoltre, conclude Fè: "In questi mesi stiamo affrontando sempre le stesse questioni, mentre non si sblocca il percorso autorizzativo per la discarica provvisoria. È tempo, adesso, di accelerare i tempi che erano stati inizialmente dichiarati essere di soli 45 giorni e si dica una volta per tutte quali sono ancora i passi necessari per uscire da questo stato di incertezza".