'Un Parco della Maremma degli e per i suoi abitanti e i lavoratori'

E' la proposta di Grazia Settepassi, candidata al Consiglio Comunale di Grosseto nella Lista Valerio Pizzuti Sindaco, e del candidato sindaco Valerio Pizzuti.

Grosseto: Prima del Parco della Maremma nelle campagne di Alberese e Rispescia, al Collecchio e giù giù verso Talamone, c'erano i contadini e gli allevatori. Ci sono ancora.

“Belli tutti i progetti – ci dicono - dei quali sentiamo parlare da anni, ma chi dalla mattina alla sera e spesso anche la notte, anche di domenica, per Natale, ultimo dell’anno e Pasqua, 15 agosto e via dicendo , è nella polvere, al freddo o sotto il solleone per produrre due manciate di grano, qualche quintale di uva, per tirare su qualche agnello, qualche forma di formaggio e pochi litri di latte.

Nel Parco vengono realizzati dalle 30 aziende agricole presenti (residuo delle 120 che erano) dei prodotti di altissima qualità che non avendo un canale di commercializzazione con un mercato organizzato e valorizzato dei prodotti hanno ricavi che spesso non coprono le spese.

Gli agricoltori che vivono e lavorano in queste zone si sentono trattati come ospiti avulsi di un Parco regionale capace di imporre solo norme e vincoli senza attuare politiche e servizi a loro supporto. È come se fosse in atto una strategia, mai resa esplicita, di sterilizzazione dell'area protetta e di quanto la circonda in un governo astratto, inattuale, perdente per gli abitanti,per il Parco stesso e per la Maremma.

Il Parco della Maremma non è una Disneyland della natura a cui alcuni vorrebbero tendere, è ben altro e dovrebbe essere ben oltre. Il Parco ha un valore aggiunto con quanto già c'era e ancora c'è ed è una realtà fatta di persone, culture, tradizioni, prodotti oltre che per gli agriturismi e per il commercio anche per le lavorazioni agricole e di allevamento, che dovrebbero essere il tratto di caratterizzante del Parco assieme all’area integrale protetta, magari riunite sotto un unico mercato creato e gestito ad hoc assieme a Parco ed alla Regione Toscana.

Negli anni della pandemia le imprese agricole hanno continuato a lavorare, in qualche modo presidiando, aggrappati al territorio. Il 2021 può essere un punto di ripartenza, di ripensamento e di rilancio. Un'inversione di modello è necessaria. Non è più possibile continuare a dover sentire parlare del Parco personaggi che non sanno nemmeno quale è la torre della Bella Marsiglia o quale è l’uccello simbolo del Parco dell’Uccellina, cosa si coltiva nel Parco, quali sono i confini dell’area pre Parco, … e che di contro esigono di condizionare la vita di coloro che il Parco lo hanno fatto vivendolo, tutelandolo, gestendolo, valorizzandolo con il proprio lavoro da generazioni.

Le imprese agricole hanno la consapevolezza e la capacità per essere attori centrali e pretendere un ruolo nel futuro di questa zona che può essere strategica per tutta la Maremma. Non è possibile scindere la tutela ambientale dalla vita e dal lavoro. Servono servizi dedicati che aiutino la permanenza attiva e produttiva come, ad esempio, un agronomo e un veterinario del Parco consulenti a disposizione dei coltivatori e dei produttori. Ancora oggi in area Parco non si possono realizzare le strutture di ricovero per gli allevatori ovini che possono beneficiare nelle proprietà solo di terra nuda; ancora oggi non si possono realizzare attività di trasformazione legate alle filiere produttive.

Serve, con la natura, un rapporto non ideologico. Le elezioni amministrative potranno aiutare, così come il rinnovo dell’organo Direttivo del Parco. Abbiamo bisogno di persone con una nuova mentalità. Le imprese agricole che vivono nel Parco non possono più attendere", termina la nota.