Un concerto molto particolare quello di Abdullah Ibrahim per il Grey Cat Festival
Follonica: Il musicista di origini sudafricane, Abdullah Ibrahim, ha presentato un concerto per piano solista al Teatro della Fonderia, a Follonica per il Grey Cat Jazz Festival 2024.
Un concerto molto particolare, eppure semplicissimo nella sua concezione. In pratica, Abdullah Ibrahim ha suonato ininterrottamente il suo pianoforte per tutta la durata del concerto, che ha poi concluso con due bis: un brevissimo brano sempre al pianoforte e un altro in cui ha cantato a cappella, senza musica, sorretto dalla sua assistente.
Suonando da solista, l’ormai 90enne pianista sudafricano, che vive negli Usa fin dal 1960, ossequia la melodia, per poi d’istinto e con maestria smantellarla creando sonorità diverse.
Un elemento importante nella musica del musicista Abdullah Ibrahim è il senso di un addio malinconico che potrebbe riferirsi al suo esilio volontario dal suo paese d'origine, il Sud Africa, per quasi tutti gli anni '60 e '90: una protesta contro la segregazione razziale dell'apartheid.
La sua modalità di esecuzione è morbida e suonata con tempo lento, in cui sceglie ogni nota, curvo dietro il pianoforte a coda, improvvisando come se costantemente suonasse la fine di una fraseggio.
Nato Adolph Johannes Brand, il 9 ottobre 1934, a Cape Town, in Sud Africa, inizialmente prese il nome d’arte Dollar Brand. Egli ha avuto una carriera molto variegata, aprendo la strada allo stile "Cape jazz" degli anni '60, fortemente influenzato da Monk e Ellington. Si trasferisce poi a New York per collaborare proprio con lo stesso Ellington e finisce persino a guidarne la band, la Duke Ellington Orchestra. Si è poi convertito all'Islam, per poi tornare in Sud Africa negli anni '70 per scrivere “Mannenberg” che è uno dei più famosi inni anti-apartheid di sempre.
Ibrahim si esibisce solitamente con la sua band Ekaya. E’ una particolarità, quindi, vederlo esibirsi in un intero spettacolo solista al pianoforte. Il suo lavoro è sempre stato come autore di musica d'insieme, il cui punto di forza era l'armonia. A Follonica, invece, si è proposto da solo dando appena un'occhiata ai suoi spartiti, alla scaletta, a testa bassa mentre si faceva strada istintivamente sulla tastiera.
La perfomance è stata emozionante, il concerto è andato via veloce, seppure il tipo di esecuzione in se stessa non incoraggi l’attenzione. Ma c'è un dinamismo nel modo di suonare di Abdullah Ibrahim, mentre si muove delicatamente sulla sedia e pronuncia alcune frasi, vocalizzazioni gutturali, ma udibili dal pubblico silenziosamente riverente.
Al Grey Cat 2024, è stata un’esperienza concertistica molto diversa dal solito. Con un’amplificazione quasi nulla, il volume è più basso e stimola l’ascolto di una musica che scorre da una melodia all’altra, congiungendo passaggi d’improvvisazione con gli schemi ipnotici e le armonie delle composizioni di Ibrahim. Il tono generale è gentile, ma le note dei bassi, in particolare, sono fondamentali e sostengono tutto il resto.
A Follonica per il Grey Cat Festival, il concerto ha proposto musica in cui si intuiscono brani jazz famosi, subito rielaborati dalla maestria di Ibrahim. L’atmosfera richiamava le performance di Action Painting, e sembrava quasi di essere proiettati al Village di New York degli anni ’40 /’60.
E’ stato quindi un grande concerto di Abdullah Ibrahim per il Grey Cat Jazz Festival 2024.