Servizio Sanitario, Cgil: A rischio le pulizie negli ospedali

Ricci (Filcams): «La Asl Tse sta riducendo la qualità delle pulizie negli ospedali, scaricando i problemi sulle operatrici. Aumentano i carichi di lavoro e c’è il timore anche di tagli delle ore di servizio aggiuntivo»

Grosseto: C’è grande preoccupazione fra addette e addetti alle pulizie nelle sedi maremmane della Asl Toscana sud est: gli ospedali di Grosseto, Massa Marittima, Pitigliano e Castel del Piano. Ma anche sedi distrettuali e villa Pizzetti. Il motivo è presto detto: l'Azienda sanitaria sta aumentando i carichi di lavoro a operatrici e operatori, chiedendo sostanzialmente di fare più lavoro in meno tempo. Con tutta una serie di conseguenze negative.

«C’è una brutta aria negli ospedali provinciali - spiega Maikol Ricci, della segreteria della Filcams Cgil - chi opera nel comparto delle pulizie industriali, nella stragrande maggioranza donne, non solo sta assistendo ad un aumento dei carichi di lavoro, ma teme anche chi gli vengano tagliate le ore di servizio aggiuntivo, supplementari rispetto a quelle contrattualizzate, che integrano le loro già fin troppo basse retribuzioni. Stiamo parlando di operatrici che in alcuni casi hanno contratti part-time per appena 2-3 ore al giorno, con retribuzioni mensili dai 300 ai 400 euro. Complessivamente stiamo parlando di oltre 300 addette/i alle pulizie impiegati in provincia».

Gli appalti delle pulizie vengono gestiti a livello regionale dall’Estar (ente di supporto tecnico amministrativo regionale), ma poi la gestione ordinaria dei servizi e del personale è affidata all'azienda sanitaria locale. In provincia di Grosseto le cooperative che hanno vinto le gare sono tre, suddivise fra le zone di Massa Marittima, Grosseto e Orbetello/Pitigliano. A Filcams Cgil sono iscritti 200 degli addetti/e totali.

«Di fatto – spiega ancora Ricci - l'azienda sanitaria sta aumentando le mansioni delle operatrici, per cui nello stesso periodo di tempo bisogna fare più cose, accrescendo indirettamente i carichi di lavoro. Allo stesso tempo c'è l'intenzione di rivedere le cosiddette “fasce di pericolosità” nelle quali sono suddivisi gli ambienti ospedalieri, a seconda dell'intensità dei passaggi di pulizia che vanno effettuati in un periodo di tempo considerato. Tutte queste scelte vengono prese dalla direzione aziendale, che poi chiede alle cooperative di comportarsi di conseguenza con l'organizzazione del lavoro nei reparti. Questo meccanismo infernale, naturalmente, si scarica sull'anello più debole della catena costituito da lavoratrici e lavoratori. Che vengono sottoposti a ritmi di lavoro sempre più stressanti che diminuiscono la sicurezza in mansioni già abbastanza usuranti, ma allo stesso tempo si riducono tempi e passaggi delle pulizie con un peggioramento evidente dell'igiene e del decoro all'interno degli ospedali. Sia nelle camere, negli ambulatori e nei locali dotati di tecnologie sanitarie, che nei tanti spazi comuni all'interno degli ospedali o dei distretti. Per quanto ci riguarda - conclude Ricci - questo modo di procedere è inaccettabile, e costituisce un altro tassello del deperimento generale del servizio sanitario. O la direzione aziendale della Asl Toscana sud est cambia marcia, oppure saremo costretti a iniziative di lotta e mobilitazione per far sentire la voce di chi lavora in condizioni sempre più precarie. Ma anche per difendere i cittadini utenti del servizio sanitario regionale, che hanno diritto a fruire delle prestazioni sanitarie in ambienti igienizzati e decorosi».