Sanità: "Nessuna risposta dalla Regione alle richieste del consiglio comunale"
Massa Marittima: «Sono ormai passati mesi - affermano Luciano Fedeli e Paolo Mazzocco per il Tavolo della Salute - da quando il Consiglio Comunale approvò un documento che conteneva proposte e richieste per la sanità ospedaliera e territoriale ma il silenzio regna sovrano. Neppure durante la visita della commissione ci sono stati accenni o impegni in merito anche a uno solo dei punti e delle richieste avanzate.
Il Tavolo della Salute e i rappresentanti delle forze consiliari prima di minoranza e successivamente anche la maggioranza avevano unito i propri sforzi dopo non poche manifestazioni e polemiche andando a costruire quello che doveva rappresentare un elemento di rilancio per ospedale e territorio ma nulla si è visto.
Ad oggi nessuna risposta e anche la buona e sincera volontà espresse dall’assessora Gucci sono state ignorate mentre il sindaco da parte sua sbandiera a destra e manca per conto del PD le buone prassi della Regione che sono tutt’altra cosa degli annunci-dichiarazioni e producono solo ulteriori tagli e riduzioni dei servizi.
L’unica cosa che si potrà vedere, forse, sono gli adeguamenti alle norme antisismiche e quelli al pronto soccorso che sono però interventi di carattere strutturale e non intervengono sulla carenza di personale che è cronica e non è nata oggi ma viene da lontano e si è acuita con la deforma della regione che ha distrutto le ASL creando enormi mostri ingestibili tra più province e mega distretti che mostrano le difficoltà di intervento sui bisogni dei cittadini e centri di presa in carico – ascolto e risposte sempre più lontani dalle realtà locali.
Perché non si risponde alle richieste puntuali avanzate da una comunità come i letti di sub intensiva e non di alta intensità che non servono alle attività complesse come chirurgia, cardiologia, medicina? E la radiologia la vogliamo definitivamente demolire?
È vero che ci sono difficoltà di reperire personale e che le zone interne sono meno attrattive ed è per questo che si devono avanzare proposte che incentivino, anche economicamente, i professionisti a restare e magari inserire quei principi di rotazione che possono essere di ulteriore stimolo per raccogliere adesioni verso zone e una provincia che rischiano di rimanere marginali rispetto al resto della Regione.
Sul territorio i fatti parlano, tramite i media, da soli e i cittadini ne pagano le conseguenze partendo dal primo presidio: il medico di famiglia.
Roccastrada è l’ultimo degli esempi ma la situazione è altrettanto grave anche su Massa Marittima, Gavorrano e gli altri comuni. Avere 1800 pazienti a Grosseto o in altre città di medie o grandi dimensioni è diverso che avere 1800 assistiti in territori vasti, serviti da una viabilità poco veloce e con una popolazione dispersa tra molte frazioni e campagne.
Qui il servizio è già arrivato a dama, come si dice in Maremma, e i professionisti con tutto l’impegno e la buona volontà non possono garantire quello che l’azienda definisce “il controllo della situazione”.
E se non bastasse sta arrivando pure la riforma della continuità assistenziale che sarà un ulteriore passo indietro per tutto il sistema sanitario. Anche in questo caso non si “arruolano” i medici della continuità come è stato proposto dalle parti sociali, ma si preferiscono altre scelte che portano ad un ulteriore impoverimento dei servizi.
Alla fine poi con il nuovo governo si rimbalzano le responsabilità alle poche risorse stanziate ma i governi dei migliori prima che cosa avevano fatto se non tagliare con la mannaia uno dei servizi più importanti per la vita dei cittadini? E intanto a Massa continuiamo ad aspettare sub intensiva, radiologi, chirurghi e Case della Salute che, con la carenza di personale, resteranno appartamenti vuoti come se di cattedrali nel deserto non fosse già pieno il nostro territorio».