Sanità: carenza di medici in aree interne, soluzioni per risposte di prossimità
L’assessore regionale alla Sanità Simone Bezzini ha risposto a una interrogazione della consigliera Luciana Bartolini (Lega)
Firenze: “La possibilità di innalzare i massimali fino a 1800 assistiti, di conferire incarichi temporanei ai corsisti, ai medici di medicina generale in formazione fino a mille assistiti e poter prolungare volontariamente l’età di collocamento in pensione dai 70 ai 72 anni, queste sono le tre misure emerse dal confronto tra Stato e Regione che hanno consentito di avere ‘attrezzi’ a disposizione per fronteggiare le criticità che si manifestano” e “per dare risposte di prossimità agli assistiti”. Così l’assessore regionale alla Sanità Simone Bezzini ha risposto in Aula all’interrogazione di Luciana Bartolini (Lega) sulla carenza di medici nelle aree interne e marginali della Toscana. Bezzini ha ricordato anche la possibilità, “in zone disagiate, di prevedere elementi aggiuntivi delle voci di retribuzione dei medici di medicina generale”.
“Le realtà – continua – in cui non si è concretizzata soluzione a seguito delle varie procedure di selezione individuate quando viene bandita la zona carente sono 57 per l’assistenza primaria di medicina generale e 4 per i pediatri di libera scelta”.
Alla richiesta di una proiezione, Bezzini risponde “abbiamo ancora due tre anni di sofferenza, poi la previsione nel quinquennio è di 689 uscite per i medici di base e di 135 per i pediatri e le previsioni per i medici neoformati sono di oltre 900 unità, quindi la dinamica entrate uscite tenderà a ritrovare un equilibrio”.
“In provincia di Pistoia ci sono diversi comuni, come Marliana e Sambuca, che hanno la problematica di non avere un medico di famiglia” ha risposto Luciana Bartolini (Lega). La consigliera regionale suggerisce di prevedere, “in alcune zone come Sambuca, di riconoscere una maggiore retribuzione in quanto area disagiata. Perché non si fa un progetto mirato?”