Polo culturale Clarisse Arte: Interviene la segretaria generale della Cgil
Pagni: «grave se un soggetto pubblico affida servizi sottosoglia con retribuzioni più basse dei minimi contrattuali. Questo tipo di dumping sociale rende povero il lavoro»
Grosseto: «Quello che sta emergendo rispetto alla gestione dei servizi museali presso il Polo culturale Clarisse Arte e il Museo di Storia Naturale è davvero preoccupante - sottolinea la segretaria della camera del lavoro, Monica Pagni - Perché mette in evidenza che una Fondazione di emanazione di un Ente locale, quindi un soggetto sostanzialmente pubblico, ricorre ad affidamenti diretti sottosoglia con retribuzioni per i lavoratori che sono più basse dei minimi previsti dai contratti collettivi di lavoro.
Come Cgil abbiamo più volte denunciato che queste pratiche di dumping sociale sono alla base del fenomeno sempre più diffuso del lavoro povero, che evidentemente non riguarda più solo settori cosiddetti a basso valore aggiunto. In questo caso, infatti, stando alle dichiarazioni dei soci delle cooperative le Orme e Silva, oltre che delle operatrici museali dell'associazione Clan, si tratta del settore dei servizi museali, all'interno del quale opera anche personale con elevate qualifiche professionali.
Rispetto alle sollecitazioni arrivate anche alle organizzazioni sindacali – aggiunge la segretaria - segnaliamo che il nostro sindacato è sempre disponibile a farsi carico di questo tipo di problemi, sia in una funzione di tutela collettiva che individuale, con l'obiettivo di verificare se esistono violazioni di norme, contratti, diritti e tutele ed agire di conseguenza. Naturalmente, la responsabilità più grave è di chi da una posizione di forza impone condizioni di lavoro improprie, facendo leva sul bisogno di lavorare delle persone, sia esso un soggetto pubblico o privato. È questa una pratica tanto negativa quanto miope – tanto più se viene da un ente pubblico - perché di fatto programma un futuro di povertà diffusa sul territorio. E la povertà lavorativa non è solo questione salariale, ma anche svalutazione delle competenze e della qualità dei servizi prodotti che sempre più spinge le persone più qualificate, spesso anche le più giovani, ad emigrare, alimentando la spirale di povertà economica e demografica che invece dovrebbero essere ferocemente combattute nell’interesse di tutti.
Piena disponibilità, quindi, a mettere a disposizione le nostre migliori competenze per provare a gestire al meglio la condizione data. Infine – conclude Pagni - le eventuali conferme di azioni intimidatorie, fino alla richiesta di sottoscrizione di un testo di “abiura” rispetto all’uso, per altro corretto, del famigerato asterisco, in mondo normale presupporrebbero precise e conseguenti assunzioni di responsabilità da parte dei soggetti coinvolti sia gestionali che politici».