Piano rifiuti: l’assessora all’Ambiente Monni, “L’obiettivo è superare le discariche”

L’assessora ha sottolineato che “il piano ha l’ambizione di portare, al 2028, la Toscana sotto il 10% del conferimento prescritto dall'Europa”

Firenze: “Il nuovo Piano regionale dell'Economia Circolare rappresenta lo strumento con cui la Regione analizza lo stato di gestione dei rifiuti, individua le azioni funzionali a migliorare l'efficacia ambientale delle diverse operazioni gestionali e pone le basi per realizzare gli obiettivi individuati dalla normativa europea e nazionale di settore”. Così prende la parola l’assessore regionale all’Ambiente Monia Monni in Aula.

Monni ribadisce che con questo piano si traccia “la strada che, superando una logica tipicamente lineare che vede nello smaltimento il destino prevalente dei nostri scarti, ci orienta verso un approccio che punta a ridurre la quota di rifiuti prodotta e massimizzare il riciclo e il recupero dei materiali”. “La Toscana – prosegue - sceglie con convinzione di radicare un modello di economia circolare”.

“Il punto – continua - non è l'autosufficienza, ma il fatto, mai negato, che oggi la si ottiene attraverso un eccessivo ricorso alle discariche, il cui superamento è obiettivo prioritario del piano, che ha l'ambizione di portare, al 2028, la Toscana sotto il 10% del conferimento prescritto dall'Europa”. Monni ricorda la ricetta scelta per gestire in maniera efficace e sostenibile i rifiuti che è quella di “uno sviluppo armonico ed equilibrato di una rete di impianti di riciclo e recupero, con tecnologie evolute e specializzate nella valorizzazione di ogni singola filiera”. Nello specifico occorre arrivare ad un progressivo superamento delle discariche; favorire un livello di governance pubblica e regolata anche su quelle filiere di trattamento che sono poste fuori dalla pianificazione pubblica; perseguire una sinergia tra rifiuti urbani e speciali; porre al centro del tema gestionale, quello della legalità.

“Anche nel metodo – continua Monni - abbiamo voluto indicare una strada maestra verso la trasparenza, che è uno dei requisiti indispensabili alla legalità: l'avviso pubblico ha reso cristallina la discussione su ogni singolo investimento, sebbene potenziale, e questo si accompagna alla scelta di gestire le decisioni relative agli scarti delle filiere produttive in tavoli aperti alle forze sociali e agli stakeholders in modo che il confronto sia sempre pubblico”. Infine, occorre stabilizzare le tariffe.

Il piano prescrive “che ogni ATO persegua l'autosufficienza nello smaltimento dei rifiuti urbani a scala di ambito”. Ambizione del piano è dimostrare che puntare sulla sostenibilità contribuisce allo sviluppo buono e può creare miniere e filiere che si basano su materie riciclate o recuperate e non estratte sfruttando persone e territori, spesso lontani e senza tutele. Al piano, è quindi “sottesa un'idea di industria che si alimenta di materie riciclate o recuperate e che può effettuare scambi tra imprese, in modo da massimizzare al contempo competitività e sostenibilità”.

Questo dovrà svilupparsi anche intorno ad una “visione sociale, che deve permeare i territori e diffondere una cultura ecologista, non solo attraverso l'educazione e l'informazione, ma anche attraverso le buone pratiche”.