“Perseguire maternità surrogata come reato universale, anche se commesso all'estero"
Utero in affitto, Guidoni (FDI Grosseto): “Perseguire la maternità surrogata come reato universale, anche se commesso all'estero”
Gruppo consiliare Fratelli d’Italia Grosseto: “Occorre modificare l'articolo 12 della legge 40/2004, in materia di perseguibilità del reato di surrogazione di maternità commesso all'estero da cittadino italiano”.
Grosseto: “Già nella scorsa legislatura Fratelli d’Italia aveva presentato una proposta di legge atta a perseguire la maternità surrogata come reato universale, non solo se commesso in Italia ma anche all’estero, che poi non ebbe seguito per via dello scioglimento anticipato del Parlamento. Adesso, nel febbraio 2023, nuovamente Fratelli d’Italia presenta una proposta di Legge che vada a modificare l’art. 12 della L 40/2004 sull’utero in affitto”. E’ quanto afferma il gruppo consiliare Fratelli d’Italia comune di Grosseto, per bocca del capogruppo Andrea Guidoni, alla vigilia di un ordine del giorno presentato da FDI assieme ad altre forze politiche che sarà discusso nel consiglio comunale in programma giovedì 25 maggio.
“Chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità è punito con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 600.000 a un milione di euro”, - così recita la legge spiega Guidoni. – ma questo divieto, purtroppo, opera solo in Italia, mentre in altre nazioni, sia europee, ma soprattutto extraeuropee come ad esempio India e Usa, queste pratiche sono legali. Tutto questo, purtroppo ha dato luogo in passato e sta dando luogo anche adesso alla diffusione del cosiddetto “turismo procreativo”, cioè quel fenomeno per il quale le coppie che non possono avere figli, si avvalgono della tecnica della surrogazione di maternità in un Paese estero in quest’ultima attività è consentita”.
“Queste pratiche di surrogazione della maternità, - commenta il consigliere comunale Simonetta Baccetti - costituiscono un esempio tra i più indegni nella commercializzazione del corpo femminile, e dei bambini che nascono attraverso tali pratiche. Tutti individui che vengono trattati alla stregua di merce, diventando così un vero e proprio business mondiale, che vale svariati miliardi di dollari, dove ogni anno si registrano migliaia di casi”.
“I numeri che abbiamo brevemente elencato, - prosegue il gruppo consiliare di FDI-Grosseto - mostrano con tutta evidenza che dietro a questa attività vi sia un vero e proprio business che coinvolge soprattutto donne povere, o in condizioni economicamente disagiate. Purtroppo, da parte della sinistra, il problema viene minimizzato e soprattutto edulcorato, e per non parlare della barbarie dell’utero in affitto, spesso da quest’ultimi viene utilizzata l’espressione: “gestazione per altri”, quando invece sappiamo tutti che dietro si nascondono presunti diritti negati ai minori. Diritti dei minori, che in Italia, in realtà hanno tutele garantite ad ogni livello, a prescindere da chi siano i loro genitori”.
“La battaglia che vogliamo portare avanti come Fratelli d’Italia contro l’utero in affitto, come alcune parti politiche e alcune associazioni Lgbtq+ hanno cercato di sostenere in quest’ultimi mesi, non è una battaglia che va contro le famiglie omogenitoriali, ma si tratta di una battaglia contro la pratica dell’utero in affitto fine a se stessa. Pratica che consideriamo aberrante, perché trasforma la vita in una merce, ed umilia la dignità delle donne. Per questo, non vogliamo che attraverso l’iscrizione nei registri dell’anagrafe dei figli di coppie omogenitoriali nati all’estero tramite maternità surrogata, si legittimi, di fatto, una pratica che in Italia è vietata”, termina la nota del gruppo consiliare Fratelli d’Italia Grosseto.