Per la Festa della Liberazione reading musicale con Teatro Studio e incontri con ANPI

Scansano: Teatro Studio Arci, col patrocinio di Cesvot e Comune di Scansano (Gr) e con la collaborazione di  A.N.P.I. sezione di Scansano e CGIL-SPI sezione di Grosseto e Scansano, promuove una iniziativa dedicata al 25 Aprile, Festa della Liberazione 2022, con due repliche dello spettacolo "Oltre il Ponte..." tratto dai lavori di Nedo Bianchi, "Il tenente Gino e il soldato Giovanni" e "Mafalda e la siepe di ginestre" e con inserti di Licia Bianchini.

Le iniziative, gratuite, si svolgeranno su due giornate: il 25 aprile, alle ore 17.00, presso il Teatro Castognoli di Scansano, la presentazione e l'apertura da parte della Sindaca e dell'Assessora del Comune di Scansano, l'incontro con ANPI, la performances del Teatro Studio e un momento di condivisione e degustazione offerto da Unicoop Tirreno sezione di Grosseto e Scansano; il 26 alle ore 10.30, sempre presso il Teatro Castagnoli, la replica del Reading Musicale "Oltre il Ponte..." con gli studenti della Scuola Secondaria di Primo Grado "B.Croce" di Scansano, preceduto da un incontro curato da A.N.P.I. sez. Scansano.

Partner del progetto, Arci Solidarietà, Auser, Festival Resistente, Pro Loco e Università delle tre età di Scansano. Si Ringraziano inoltre la Sindaca Maria Bice Ginnanneschi e l'Assessora alla Cultura Irene Terzaroli del Comune di Scansano, per aver accolto e voluto fortemente l'iniziativa dedicata alla celebrazione di una data così emblematica ed importante

"OLTRE IL PONTE..." la lotta partigiana nel territorio scansanese attraverso l'opera di Nedo Bianchi.
Il progetto nel suo insieme prende il titolo dal Reading curato dal Teatro Studio, a sua volta ispirato ad un piccolo scritto, non pubblicato, di Licia Bianchini - staffetta partigiana e moglie del Generale Antonio Lucchini, impegnato nella Resistenza sui territori di Scansano e Manciano accanto al Tenente Gino Canzanelli -, e naturalmente alla celebre canzone di Italo Calvino. Le pagine lette ed interpretate nell'adattamento di Daniela Marretti dagli attori del Teatro Studio, attingono a piene mani a due opere di un intellettuale eclettico e sensibile, Nedo Bianchi, che ha saputo narrare la storia di un paese, l'Italia, raccontandola nelle esperienze circoscritte della  storia Resistenziale di questo territorio. Le opere di riferimento sono "Il Tenente Gino e il Soldato Giovanni" e "Mafalda e la siepe di ginestre".
Nedo Bianchi, scomparso lo scorso settembre, nasce a Murci nel 1942 e opera nella Provincia come insegnante d'arte, scrittore, pittore, storico.
Un duplice intento quindi quello del Teatro Studio e delle Istituzioni ed Associazioni che hanno sostenuto il progetto: celebrare la Resistenza e celebrare la figura di Nedo Bianchi, che ha saputo tramandare la memoria popolare e storica, degli avvenimenti legati alla Resistenza.  
"Partire dal locale per arrivare all'universale, conoscere la grande Storia attraverso i racconti delle persone: questo è l'ultimo tempo possibile per un contatto ravvicinato con la memoria di certi eventi - qualche uomo, qualche donna, può ancora tramandarci direttamente la memoria della guerra, della Resistenza e della volontà di Pace. Operazioni di scrittura, come quelle di Nedo Bianchi, narrando di strade conosciute, sentieri ancora esistenti, vicende e persone i cui nomi risuonano nella vita di ogni giorno, perché le discendenze sono vive, rappresentano un mezzo forte per richiamare le nuove generazioni su questi importanti, quanto tangibili temi, ancora così essenziali per sviluppare una giusta coscienza civile". (Daniela Marretti)

Il tema della Resistenza, è un tema ancora forte e presente nel territorio di Scansano e dei Comuni adiacenti, che proprio attraverso le strade battute dai partigiani, hanno visto nascere legami tra le persone, ponti: un tempo tracciati nella terra, nei sentieri di boschi e campi e poi rimasti invisibili, ma indelebili, nel registro della memoria di uomini, donne e bambini, questi ponti, hanno permesso a tali vicende di essere ancora vive. La scelta Resistenziale del territorio ha avuto un respiro largo e ha visto non solo l'impegno di  ragazzi, militari, uomini e donne rifugiati o operativi nelle brigate, ma anche la partecipazione fondamentale di intere famiglie, che con i loro sforzi ed il loro coraggio, hanno sostenuto la scelta estrema della macchia e della lotta armata. E' una memoria questa che unisce, non divide, nelle case, come nei salotti intellettuali, i racconti sono ancora vibranti e partecipata è la memoria, una memoria che dobbiamo difendere e rinnovare. Ciò che resta, e va perpetuato, è il ricordo delle persone, fatto di foto sopra i comodini e vicende che rischiano di diluirsi nel passaggio tra generazioni e che invece possono ricordarci quanto valga l'essere e il rimanere uniti di fronte alle ingiustizie.