Per i 160 anni dei Mille Artemare Club ricorda l’onomastica navale con Giuseppe Garibaldi

Monte Argentario: L’11 maggio di 160 anni fa l’uomo che più di ogni altro si è impegnato per l’unificazione d’Italia atterrava con i due vapori Piemonte e Lombardo a Marsala con a bordo mille e più uomini. A completamento dell'attività di informazione di questi giorni Artemare Club ricorda che il mito marinaro dell’eroe dei due mondi è stato sempre sentito sia dalla Marina militare sia da quella mercantile e l’onomastica navale ha visto il nome di Giuseppe Garibaldi apposto su molte unità come doveroso tributo.

Il modello della Portaerei Giuseppe Garibaldi - collezione Artemare Club.jpgGiuseppe Garibaldi è il nome della prima portaerei italiana, costruita nei Cantieri Navali di Monfalcone, è entrata in servizio nel 1985 ed è stata la Nave Ammiraglia della Marina Militare Italiana dal 1985 al 2012. La sua costruzione è scaturita dalla necessità della della Forza Armata di poter disporre di una unità di altura antiaerea, antinave ed antisommergibile, con la possibilità e la capacità di far operare un considerevole numero di velivoli, idonei a raggiungere obiettivi anche molto distanti dalla normale base operativa, è inoltre dotata di sistemi elettronici all'avanguardia per coprire ogni campo d'azione, sia esso diretto ai sistemi di sorveglianza aerea e navale, all'ambiente subacqueo, alle operazioni di guerra elettronica o alle comunicazioni.mIn relazione al suo impiego nelle diverse situazioni operative può imbarcare i seguenti velivoli aeromobili V/STOL AV8B+ «Harrier II», necessari per assicurare un efficace contrasto antiaereo e antinave a lunga distanza e elicotteri EH101, AB212 e SH90A/MH90A, configurabili in diverse modalità, ad esempio per garantire e mantenere una chiara situazione di superficie, o come contrasto di mezzi navali minori, per la guerra elettronica ed antisommergibile.

Il Crest della Portaerei Giuseppe Garibaldi ricevuto dal comandante Daniele Busetto pr il suo periodo d'imbarco sulla nave..jpgIl tradizionale Crest è idealmente diviso in due semitondi. In quello superiore troviamo la figura del Generale Giuseppe Garibaldi (1807-1882) - Eroe dei due Mondi, artefice determinato e coraggioso dell’Unità d’Italia - che sovrasta fieramente la bandiera di bompresso. Nel semitondo inferiore, c’è il mare con la vista dall’alto di tutte le Unità che negli anni si sono succedute ed alle quali è stato assegnato il nome “Giuseppe Garibaldi”.

La prima a portare il suo nome fu un’elegante pirofregata dallo scafo di legno, varata il 18 gennaio del 1860 prestò servizio fino al 1899. La nave aveva un dislocamento a pieno carico di 15.000 tonnellate, era lunga 68 metri e larga 15 e aveva come propulsione una motrice ausiliara a vapore e tre alberi a vele quadre e bompresso; armata con 38 cannoni di vario calibro da 200 a 160 mm. arrivava a 500 uomini di equipaggio.

La seconda unità “Garibaldi” fu un incrociatore corazzato varato a Genova nel 1899 e consegnato alla Regia Marina nel 1901; lunga oltre 110 metri e larga 18 metri aveva un dislocamento di 8.000 tonnellate ed era capace di raggiungere una velocità di circa 20 nodi. Con un equipaggio di 550 uomini aveva un armamento con una torre singola da 254 mm., una binata da 203 mm. e quattordici pezzi da 152 mm. Disposti sulle due fiancate della nave. Di base a Brindisi, nel 1915 durante la prima guerra mondiale fu silurata da un sommergibile nemico al largo di Cattaro affondando con lievi perdite umane. Il terzo “Giuseppe Garibaldi” fu un incrociatore impostato presso i Cantieri Riuniti dell’Adriatico di Trieste nel 1933, varato nel 1936 e consegnato alla Regia Marina l’anno successivo. La nave aveva un dislocamento di 10.000 tonnellate una lunghezza di 187 metri e poteva raggiungere la velocità di 34 nodi.

Aveva un equipaggio di circa 900 uomini ed era armata con due torri binate e due trinate da 152 mm. e otto cannoni contraerei da 100 mm., disponeva inoltre di due catapulte per il lancio di quattro idrovolanti. Durante la seconda guerra mondiale effettuò trentasei missioni di guerra, partecipando alla battaglie navali di “Punta Stilo” e di “Mezzo Giugno”. Il 29 luglio 1942 fu silurato da un sommergibile britannico e sebbene danneggiato riuscì a rientrare alla base. Nel dopoguerra fu rimodernato e per poi essere portato in disarmo nel 1954. Dal suo scafo fu allestito dall’arsenale La Spezia un nuovo incrociatore con lo stesso nome – era una nave missilistica la prima di questo tipo entrata in servizio in una marina europea. Equipaggiato con un sistema di missili Terrier, con due torri binate da 135/45 e con otto impianti singoli da 76/62, disponeva di un sistema per il lancio di vettori balistici a medio raggio Polaris. Quest’ultimo Garibaldi prestò servizio attivamente: fu unità sede di comando della squadra navale fino al 1971 per poi essere posto in disarmo ed essere radiato nel 1976.

Anche diverse navi mercantili italiane hanno ricordato nel tempo l’eroe dei due mondi. Nel 1861 dopo l’unione d’Italia entrò in attività un brigantino di Sestri Ponente di trecento tonnellate nominato “Dittatore Garibaldi” - sembra che l’eroe possedesse due carati della nave – la sua polena raffigurava Garibaldi con la spada sguainata. Appena qualche anno dopo un altro brigantino a palo ricordò il nome della sua prima sposa “Anita Garibaldi”.

Tra gli armamenti minori di fine ottocento per il sud america e precisamente nel 1885 uno dei più noti fu il piroscafo “Giuseppe Garibaldi” che stazzava 1.493 tonnellate che all’aspetto sembrava molto più grande, grazie alla sua importante alberatura, la prora a bompresso e il lungo fumaiolo. Di proprietà della società di assicurazioni Italia, era addetto al trasporto di emigranti per il Brasile, con una capacità di 512 posti in stiva. Nel 1911 un’altra nave più grande “Garibaldi” di 5.185 tonnellate, di proprietà della società “La Ligure Brasiliana”, assicurava gli stessi collegamenti.

Nei primi decenni del secolo scorso la storia della nostra marineria vede il nome di Garibaldi ricordato più volte: “Garibaldi” era il nome di un piccolo piroscafo di 277 tonnellate di costruzione francese appartenente alla ditta La Cava che assicurava il servizio con le isole della Sicilia e anche di un piroscafo più importante appartenente alla Compagnia Italiana Transatlantica – CITRA adibito dal 1925 ai trasporti con l’Africa mediterranea. Per la flotta Lariana nella primavera del 1932 viene ricavata dalla trasformazione di un vecchio piroscafo il “Cadenabba” la motonave “Garibaldi. Lunga 33,70 metri e larga 6,60 metri aveva un dislocamento di 137 tonnellate e fu demolita nel 1956. Anche Ferrovie dello Stato nell’ottobre hanno chiamato “Garibaldi” un traghetto in servizio per la Sardegna.

Infine un ricordo va al “Leone di Caprera” - appellativo dato a Garibaldi - imbarcazione di ultracentenaria, costruita in onore di Garibaldi, dopo molte difficoltà e vicissitudini dal comandante Vincenzo Fondacaro di Bagnara Calabra, con l’aiuto del camerotese Pietro Troccoli e dell’anconetano Orlando Grassoni. Lo scafo misura 9 metri di lunghezza, è largo metri 2,30 e la sua altezza è di un metro al centro dell’imbarcazione 1,60 a prua e poppa; costruita con diversi legni pregiati ornata in bronzo, è considerata di particolare bellezza. La goletta oltre ad essere un esemplare unico per fattura ed armamento vanta un primato marinaresco mondiale: è stata la prima imbarcazioni di queste dimensioni con a bordo tre uomini di equipaggio a compiere la traversata atlantica dall’Uruguay all’Italia nel 1880 – l’impresa aveva il fine di consegnare una spada a Garibaldi offerta dalla comunità italiana residente nell’Uruguay.