PCI Federazione di Grosseto: 'Luca Sani, scelte senza ascoltare il territorio'

Grosseto: «Ossuvia - si legge nella nota della Segreteria PCI Federazione di Grosseto - il nostro bravo Luca Sani, non eletto ma ripescato onorevole, oggi ci ha fatto emozionare, quasi commuovere, quando dai microfoni di tv9 ha preso posizione sullo sfregio fatto al monumento dei caduti di Massa Marittima, rispolverando quei valori fondanti e fondamentali per la Repubblica.

Chissà se nei prossimi giorni richiamerà, facendoci emozionare ancora di più, le squadrette che si sono scagliate e continuano a scagliarsi contro l’ANPI, con in testa lo strappalacrime di Gramellini uomo che sa bene da che parte sta il padrone.

Oggi chi non è schierato con il PD è contro e il PD che sta conducendo un’operazione di trasformismo eccezionale perché sventola ancora la bandiera rossa nei momenti importanti e per fregare agli ignari cittadini consensi e poi, per superare gli esami di ammissione al nuovo centro destra moderato, si comporta in modi e scelte di tutt’altra natura.

Ci fa meno emozionare il fatto che si cavalchi l’onda e mentre a Pisa si dice di NO alla costruzione di un reggimento di carabinieri paracadutisti, a Grosseto si apra le porte senza alcun confronto.

Insomma in questo Paese c’è chi deve tacere ed essere censurato, quando va bene, e c’è invece che può fare quello che vuole scavalcando tutto e tutti. La Democrazia è una cosa faticosa da attuare perché impone il dialogo, l’ascolto, il confronto e se questi ingredienti non ci sono è altra cosa.

Tra poco si festeggia il 25 aprile e forse il significato di questa ricorrenza sta nel dialogo svoltosi fra Vittorio Foa, senatore socialista, partigiano del Partito d’Azione e Giorgio Pisanò, repubblichino, fascista fino alla fine, anche lui eletto al Senato della Repubblica dopo la Liberazione.

“Abbiamo vinto noi e sei diventato senatore; se aveste vinto voi io sarei morto o in galera” fu la frase detta da Foa e che spiega perchè anche chi oggi può scrivere, parlare, manifestare, protestare deve essere grato a coloro che hanno dato la vita per la libertà non di qualcuno ma di noi tutti e non concede a nessuno il diritto a censurare l’altro se non ci piace. Onoriamo i caduti ed il grande regalo che ci hanno fatto e pratichiamo la Democrazia come esercizio non solo di cattura di consensi ma di condivisione di scelte».