PCI, diritto alla salute e ritorno alla normalità: 'Sanità, punto e a capo'

Agli annunci di Governo e Regione seguono i tagli aziendali.Grosseto: "100 dei 120 infermieri internali assunti per il covid, da giugno andranno a casa, così ha deciso la direzione.Il perché? - si chiede la Segreteria PCI Federazione di Grosseto - Perché l’emergenza covid, sempre secondo i burocrati della ASL, sta rientrando e dobbiamo riprendere la normalità nei servizi.

Ma secondo il PCI della Federazione di Grosseto quella non era normalità ma anormalità tutto il sistema sanitario, dagli ospedali ai territori, era già in crisi prima dell’arrivo del virus ed oggi lo sarà ancora di più.

Tutto quello che si è fermato per la cura delle patologie non covid non verrà recuperato se non si darà più forza alle strutture pubbliche con personale, strumenti e organizzazione.

La scelta dell’azienda è pura follia ma da una parte è anche la conferma di una politica malata che mal governa il diritto alla salute trattandolo come un business che porta vantaggi alle privatizzazioni.

Prima il decreto “Cura Italia” e successivamente il decreto “Rilancio” vengono così superati.

Le parole del Ministro Speranza restano vane, mentre sanno di spot gli annunci di Rossi, Saccardi ed i manifesti di Marras sul potenziamento di personale, servizi, attrezzature esaltati dal candidato Giani.

Il tutto è una continua campagna elettorale dove si annuncia una cosa per poi farne un’altra all’opposto.

Gli eroi, come venivano definiti dai politici di turno, sono già dimenticati e il loro impegno in prima linea con una pacca sulla spalla e pochi spicci è stato ricompensato, ora si torna a lavorare dimenticandosi di questi lavoratori impegnati oltre al limite consentito, senza mezzi di protezione, avrebbero forse diritto alle ferie e che l’estate, seppur si presenti tiepida come presenze turistiche, vedrà l’arrivo di gente e bisogni.

Sarebbe quindi necessario potenziare la sorveglianza per il virus e i servizi, non ridurli.

Così come sarebbe importante recuperare sulle patologie “congelate” durante l’epidemia, molte delle quali, come affermano gli stessi professionisti, riguardavano malati oncologici, cardiopatici o interventi chirurgici o visite specialistiche, tutte rinviate per il covid e chissà saranno magari affidate direttamente a qualche privato per abbattere le liste d’attesa. Chissà forse scoppieranno nuovi casi come quello dei 200 respiratori polmonari dell’ESTAR, già pagati e mai forniti mentre il covid passava.

Tutto tace, tutto si dimentica e nessuno prende le distanze da un sistema che tutto sommato faceva e sta producendo più danni del virus perché mentre il covid è letale e fa notizia queste scelte politiche producono gli stessi danni e le stesse vittime nel silenzio di tutti.

Intanto da giugno ortopedia e chirurgia rientrano a Grosseto, attenzione non si opera su Grosseto, Massa e Orbetello per abbattere i tempi di attesa, tutto torna come prima.

Le visite di pneumologia tornano ad essere fatte a Massa, non gli specialisti rientrano a Massa e si riprendono le attività ospedaliere.

Pitigliano e Castel Del Piano restano lì come sono in attesa che qualcuno decida di fare un nuovo spot per annunci che non dicono nulla seguiti da tagli che, come per gli infermieri, si sentiranno e bene.

Le case della salute serviranno alla prossima campagna elettorale, la quarta dal 2014 e le unità speciali previste per il covid, anche se in pochi le hanno viste, saranno un altro specchietto per le allodole.

Per il PCI è ora di dire basta a questo scempio sul quale le istituzioni locali sono complici con i loro silenzi e sarebbe ora che anche i sindacati cominciassero non a mediare con le direzioni aziendali e con la politica ma a mobilitarsi perché la salute sia un diritto, il lavoro sia rispettato e le strutture non siano contenitori sempre più pieni di burocrati e burocrazia ma di personale, strumenti e servizi per rispondere ai bisogni delle popolazioni senza dissanguare ancora i cittadini e allargare la forbice delle diseguaglianze".