Laguna di Orbetello: interviene Flai Cgil

Paolo Rossi: «situazione inaccettabile. Ora affrontare l'emergenza ma poi dare vita all'ente laguna e risolvere i problemi della gestione del bacino una volta per tutte»

Orbetello: «La situazione nella laguna di Orbetello è tragica. La moria di pesci dovuta ad anossia è molto più grave di quella avvenuta nel 2015 che tutti ricordiamo – esordisce Paolo Rossi, segretario della Flai Cgil di Grosseto - Siamo di fronte a un vero e proprio disastro ambientale con gravi conseguenze sanitarie, figlio di decenni di sottovalutazione dei problemi a tutti noti e di soluzione tampone che non hanno mai preso in considerazione la laguna come un ecosistema da gestire in modo unitario. Ogni livello istituzionale ha le proprie responsabilità, ma in modo particolare c'è l'hanno avuta governi e parlamenti susseguitisi negli ultimi 10 anni, nel corso dei quali non si è stati in grado di istituire un ente laguna dotato di risorse adeguate, che fosse in grado di farsi carico della gestione del bacino. Questa ennesima tegola, inoltre, cade nel momento peggiore anche rispetto alla vicenda della procedura fallimentare che riguarda la cooperativa dei pescatori. Gli stessi che sono sempre stati poco ascoltati, e che oggi sono in prima fila al lavoro per rimuovere le enormi quantità di pesce putrescente accumulatosi soprattutto alla bocca sud di Ansedonia. Con queste premesse, e considerato che il Comune di Orbetello ha sottovalutato dall'inizio quel che stava succedendo, chiediamo a Regione Toscana e Ministero dell'Ambiente di intervenire intanto per scongiurare i problemi sanitari, ma anche per istituire una volta per tutte l'ente di gestione della laguna. Fra l'altro, questa situazione drammatica, non riguarda solo chi vive di pesca ma l'intera comunità orbetellana, con il settore del turismo che potrebbe ricevere un colpo esiziale».

A descrivere quanto sia drammatica la situazione nel bacino orbetellano è Leandro Moretti, pescatore dipendente della cooperativa La Peschereccia e iscritto alla Cgil, che insieme agli altri operai sta contribuendo ad arginare l'emergenza.

«Ho 62 anni e da 49 lavoro come pescatore nella laguna - spiega Moretti – Non ho mai visto, nemmeno nell'estate del 2015, una situazione tanto compromessa. Con esalazioni tossiche che da giorni ammorbano l'aria a Orbetello, e oramai diversi episodi di irritazione alle vie respiratorie da parte di tanti cittadini. Il problema principale in questo momento è senza dubbio quello sanitario, perché si stanno accumulando 2-3.000 quintali di spigole, cefali, orate e anguille morte alla foce sud di Ansedonia, dove c'è lo sgrigliatore che trattiene il materiale putrescente per evitare che venga sversato in mare. Stiamo caricando centinaia di sacchi per rifiuti speciali su camion sigillati che portano i pesci morti in un sito di smaltimento, ma non facciamo pari».

Poi Moretti conclude. «In veste di pescatori – aggiunge - abbiamo perso tutto: lavoro e risorsa ittica sulla quale questo lavoro si reggeva, perché sono morti tutte i pesci, dagli avannotti a quelli di 5 chilogrammi. Siamo così esasperati che abbiamo anche pensato di aprire gli sgrigliatori per far defluire i pesci morti in mare, lungo la spiaggia di Ansedonia, per costringere politica e istituzioni a farsi carico davvero del problema. Questa è un'apocalisse vera, ma a livello locale nessuno ha aperto gli occhi per tempo. Il centro operativo comunale non ha coinvolto nessuno di noi che la laguna la conosciamo a menadito, e fino a martedì scorso il sindaco sminuiva il problema in una riunione coi commercianti orbetellani rassicurandoli sul fatto che erano morti appena 160 chili di pesci».