'L'Ordine Nuovo parla della Maremma'. Alla Palomar la presentazione del libro
Grosseto: Si terrà lunedi 21 febbraio, alle 18:00, presso la libreria Palomar di Grosseto la presentazione del libro "L'Ordine Nuovo parla della Maremma".
Il libro - realizzato con il contributo di ANPI-sezione “Elvio Palazzoli” di Grosseto - è in formato 21x 30 e stampato in doppia colonna, nell'intento di dare l'immagine della pagina di giornale. Infatti il volume raccoglie gli articoli usciti dal febbraio 1921 all'agosto 1922 sull' ”Ordine Nuovo”, il quotidiano del Partito Comunista d'Italia, fondato a Torino dal gruppo omonimo guidato da Antonio Gramsci e diventato poi organo del partito appena nato a Livorno il 21 gennaio 1921.
La ricerca d'archivio, condotta a cura di Pier Vittorio Marzocchi, sociologo e giornalista, fa luce su un periodo drammatico e oscuro della storia italiana e cittadina. Siamo nel pieno di un centenario: quello della cosidetta “conquista fascista” di Grosseto,che è parte del processo culminato nella “marcia su Roma” dell'ottobre '22, grazie alla connivenza della monarchia sabauda e dei partiti borghesi. Come è scritto nelle note introduttive di Beppe Corlito e Lucio Niccolai ”le corrispondenze de “il buttero maremmano” e le altre cronache minuite sulla Maremma ....ci restituiscono plasticamente un preciso spaccato di una parte della storia di questo territorio,poco conosciuta e studiata, spesso dimenticata e rimossa”.
La raccolta è solo un primo tassello per avviare una ricerca storica ancora da fare. E' uno stimolo. La storia la scrivono i vincitori,in questo caso i fascisti con i loro vent'anni di regime dittatoriale hanno cancellato quasi totalmente la memoria della nostra città, prima della sua “fascistizzazione “ violenta. Essi “si preoccuparono di distruggere gli archivi,i documenti, le sedi e persino le bandiere del movimento operaio”. Viceversa dalla serie degli articoli ripubblicati emerge il quadro di una Grosseto “rossa”, all'interno di una Maremma “rossa”, che i fascisti non riuscivano a soggiogare.Furono necessarie una serie di provocazioni armate , di morti in numerosi paesi della provincia e un vero e prioprio esercito ,armato di mitragliatrici e di oltre ottocento fascisti, mobilitati da tutta la Toscana, per cingere d'assedio “la città ancora inaccessibile (come ricorda il dirigente comunista Angelo Tasca )che riuscirono ad entrare in città solo per la connivenza delle guardie regie che, nottetempo, lasciarono aperte le porte delle mura o almeno non fecere nulla per impedirne l'apertura.Grosseto, la notte del 29 giugno 1921 fu messa a ferro e fuoco, furono invase, saccheggiate e incendiate le sedi della vasta rete di organizzazioni politiche e sindacali, operaie e contadine, dei giornali e persino dei locali pubblici,noti per essere il ritrovo di comunisti, anarchici e socialisti.Vennero imposte le dimissioni a molti amministratori comunali democraticamente eletti nel 1920, furono fatte liste di proscrizione e imposto l'esilio ai “sovversivi”.
Il libro ha anche il merito di sottarre all'oblio il nome dei morti di quell'assedio: ”Giuseppe Savelli,operaio muratore comunista, ucciso il 28 giugno, Arcadio Diani di 19 anni, Angelo Francini e Giovanni Neri di 32 anni ,assassinati il 30 giugno”. Prima di oggi veniva ricordato l'unico morto fascista, Rino Daus,uno squadrista senese, a cui durante il ventennio fu dedicata l'attuale Via Trieste;inoltre il libro svela l'identità de “il buttero maremmano”, cioè l'autore degli articoli del giornale torinese:Marino Magnani,uomo di spicco dell'organizzazione sindacale dei metallurgici e poi dei minatori ,dirigente e parlamentare comunista.
La raccolta, ricca delle illustrazioni dell'epoca tratte sempre dal giornale, ripercorre non solo l'assalto a Grosseto, ma anche la progressiva conquista della Maremma,di Follonica, Orbetello e Batignano, fino alla “selvaggia strage fascista a Roccastrada, al “conflitto di Gavorrano” e alla uccisione di un capo-lega a Scarlino. Dunque le cronache smentiscono l'idea di una Maremma bonificata dal fascismo ;è esistita invece una Grosseto e una Maremma proletaria che non si piegò alla dittatura nera e fu una delle ultime zone a essere conquistata al prezzo di tanto sangue.