L’allarme di Sos Geotermia Scansano

Arsenico e tallio: i dati emersi dallo studio InVetta consigliano approfondimenti e non facili entusiasmi. Scansano: “Ha ragione il presidente della regione Toscana Eugenio Giani: i dati sulla concentrazione di arsenico e tallio nell’acqua, la correlazione tra questa e la geotermia, e le sue conseguenze sulla salute meritano di essere monitorati ed approfonditi. Lo studio InVetta apre interrogativi importanti e non autorizza facili entusiasmi o frettolose assoluzioni sul ruolo delle emissioni delle centrali geotermiche dell’Amiata”: così in un comunicato congiunto l’Amministrazione comunale di Scansano, la sezione locale del PD e il Comitato Sos Geotermia già impegnati nella battaglia contro i due permessi di ricerca geotermica che interessano il comune.

Il punto decisivo – e non condivisibile - è la distinzione – “arbitraria” a nostro avviso tra l’inquinamento dell’acqua e le emissioni. I dati dello studio ponderoso sono allarmanti: la crescente esposizione ad arsenico e tallio – quest’ultimo una brutta novità segnalata dallo studio – è risultata associata a incrementi di rischio per le patologie respiratorie e cardiovascolari. I tifosi della geotermia sottolineano come l’esposizione sia associata al consumo di acqua potabile e di prodotti degli orti irrigati con l’acqua dei pozzi. Le emissioni delle centrali vengono assolte. Basterebbe il dato – sottolineato nelle conclusioni dello studio InVetta - per cui la percentuale di tallio aumenta con il diminuire della distanza dalle centrali per far dubitare della sentenza di assoluzione.

Gli stessi autori dello studio invitato ad approfondire il tema, anche rispetto all’inquinamento da arsenico: va cercato un possibile nesso con l’attività di produzione di energia da fonte geotermica. Esistono già diversi studi sulla possibile origine della crescita esponenziale dell’arsenico nell’acqua dell’Acquedotto Fiora e non è un caso che questo aumento vertiginoso sia cominciato con l’incremento della produzione di energia. Del resto fu proprio il Fiora – in sede di discussione della Via per la costruzione di Bagnore 4 - ad esprimere “viva preoccupazione per le eventuali interferenze, anche nel lungo termine, con le caratteristiche qualitative” dell’acqua: “tale preoccupazione – scriveva il Fiora – riguarda il tenore di arsenico della risorsa che ha mostrato un sensibile aumento negli ultimi anni”. Tanto sensibile che per tenere il limite entro il 10 mg fissati per legge (l’OMS raccomanda zero) il Fiora ha dovuto installare diversi filtri abbattitori e mescolare l’acqua con quella di altri pozzi più a valle del vulcano. Diversi studi, negli anni, hanno sostenuto il collegamento tra le falde freatica superficiale e geotermica profonda, agevolata dalla natura stessa del vulcano, che negli anni ha presentato un aumento della composizione percentuale di arsenico. Una crescita nel fluido cui ha corrisposto la stessa crescita nell’acqua potabile. In più, è dimostrato che i filtri delle centrali – per altro non di ultimissima generazione – poco possono circa l’abbattimento di arsenico che, liberato nell’atmosfera, torna al suolo e da esso nelle falde con le precipitazioni. Dunque non ha senso distinguere i due “canali” di inquinamento: è difficile negare che gli elementi nocivi nell’acqua crescano col crescere dell’attività industriale geotermica. Dunque, come ha detto Giani, bisogna approfondire. Nel frattempo, nel dubbio, deve prevalere il principio di precauzione. La salute umana vale più di qualche megawatt, per questo ribadiamo la nostra ferma posizione contraria a qualsiasi speculazione sul nostro territorio.