Infermiera senza stipendio quando rientrerà dalla maternità. Sospesa perché non si era vaccinata

Grosseto: Non aveva fatto il vaccino perché non c'erano indicazioni chiare sui rischi per il feto, ma adesso quando rientrerà dalla maternità, il prossimo 18 ottobre, sarà senza stipendio.Non si tratta di una no-vax, era solo una donna incinta, un'infermiera, che aveva aspettato a vaccinarsi perché ancora non vi erano indicazioni chiare da parte del Comitato tecnico scientifico del Ministero della Salute sulle vaccinazioni per le donne in stato interessante e in allattamento, via libera arrivato solo il 22 settembre. Lei ha partorito il 17 luglio.

Ciò che la donna contesta è la mancanza di umanità nell'applicazione di un provvedimento.

«Avevo aspettato – ci racconta – perché volevo essere sicura che non ci fossero rischi per me e per il mio bambino. Il 5 luglio, quando ero già a casa in maternità, la Asl mi invia la prima “pec” di sollecito alla vaccinazione. Ero prossima al parto e non ho controllato la posta elettronica, anche perché avevo smarrito le credenziali pec. Ad agosto arriva un'altra pec di sollecito con invito a prenotare il vacciono o presentare documentazione di eventuale esenzione. Anche in questo caso non ho controllato la posta, ma tutti sappiamo quanto siano impegnativi i primi mesi dopo il parto. A settembre, dopo essere passata dall'Opi (ordine degli infermieri) a richiedere nuove credenziali pec, apro la posta e trovo la sorpresa: l'ordine mi ha sospesa dal 10 settembre, e dal 18 ottobre, al termine della maternità obbligatoria, sarò anche senza stipendio. Provo a contattare l'ordine per un appuntamento, per cercare di chiarire la situazione, ma non mi ricevono limitandosi a dire che non hanno fatto altro che applicare la legge. Scrivo alla Asl, provo a contattare il capo del personale, ma mi arriva una nuova mail dall'Azienda Sanitaria dove si specifica che non è arrivata la documentazione per proseguire la maternità e che quindi devo tornare a lavoro».

Solo il 22 settembre, finalmente, il Cts dà il via libera alla somministrazione del vaccino alle donne in gravidanza e allattamento, dopo aver valutato il rapporto di rischio e beneficio. È ormai tardi perché l'infermiera è stata sospesa il 10 settembre.

«Alla fine mi sono vaccinata – ci dice la donna – visto che il mio timore era solo per il bimbo, volevo fare la mia scelta dopo avere avuto la certezza dei dati clinici che però, nel mio caso, sono arrivati troppo tardi. Quello che contesto è il totale disinteresse ed abbandono da parte dei miei datori di lavoro e dell'ordine professionale che dovrebbe rappresentarmi. È vero da parte mia c'è la responsabilità di non aver controllato la posta elettornica, ma tutti sapevano che ero a casa in maternità, forse qualcuno poteva contattarmi telefonicamente prima di applicare il procedimento. Mi hanno tolto lo stipendio prima ancora di sapere se e quando fossi rientrata a lavoro. Ho subito pressioni e imposizioni che mi hanno segnata profondamente. Non c'è umanità in tutto questo, sono profondamente delusa».