Falusi: 'Quasi tutto bene'

I familiari di un ospite si sfogano con le minoranze e il Tavolo.Massa Marittima: «Prendiamo in prestito il titolo della canzone “Facciamo finta che… tutto va ben”, scritta da Maurizio Costanzo, con Franco Pisano e Umberto Simonetta nel 1975 che voleva dare un senso di speranza a chi lo ascoltava.

È il caso del Falusi - commentano dal Tavolo della Salute Pubblica - dove in pompa magna scende da Firenze addirittura Giani, accompagnato dal sindaco e dalla commissaria Mucci per annunciare la riduzione dell’affitto e affermare che va tutto bene, i conti sono in ordine ed il bilancio sistemato, i dipendenti sono tutti contenti, i sindacati brindano e, a questo punto, scioglieranno lo stato di agitazione, i servizi filano lisci al Falusi e chi più ne ha più ne metta.

Peccato che la situazione non sia proprio questa e per l’ennesima volta ci viene rappresentata una realtà poco convincente.

Abbiamo ricevuto una telefonata da parte di un familiare di un ospite dell’istituto massetano che ci ha raccontato la sua vicenda informandoci che da giorni c’è una bolla covid nella struttura che ha interessato più ospiti ed ha fatto predisporre un nucleo dedicato.

Già questo la dice lunga su come l’ambiente Falusi si sia chiuso a riccio. Fa tutto il commissario in accordo con il sindaco e quest’ultimo non si preoccupa neppure di informare consiglieri e popolazione della situazione in cui versa l’istituto.

Una situazione che purtroppo non è la prima a verificarsi ma che rispetto a tutto il resto del mondo viene mantenuta riservata.

Altre situazioni simili sin sono verificate a Marina di Levante, Orbetello ed in altre strutture residenziali o sanitarie di tutto il territorio toscano sulle quali l’informazione è stata atto doveroso.

Tuttavia le lamentele di chi ci ha contattato non sono state riferite alla bolla ma a quanto il proprio familiare ospite della struttura ha passato.

Contratto il covid è stato ricoverato a Grosseto e ha avuto complicazioni sanitarie piuttosto serie. Al ritorno nella struttura i vari tentativi di mettersi in contatto con i professionisti per avere notizie, sono stati vani.

Le uniche informazioni, parziali e non esaustive, sono state fornite dal personale dell’istituto il quale però, date le competenze non specifiche, non è stato in grado di soddisfare l’interessato.

I familiari allora si sono irritati della situazione e solo dopo giorni sono entrati in contatto con un medico che però gli ha riferito che l’ospite del Falusi era seguito da un altro medico assente e non sapeva che informazioni dare, per cui doveva aspettare il rientro del medico a cui era assegnato per avere notizie precise.

A questo punto l’ira ha preso il sopravvento per una situazione nella quale, stante l’impossibilità di entrare presso la residenza, pensieri e preoccupazioni si accumulano per la carenza di informazioni ed è scattata la comunicazione.

La vicenda lascia l’amaro in bocca perché il momento è difficile per tutti ma chi vive in una situazione di marginalità, chi è solo da una parte o dall’altra della struttura, deve essere messo a conoscenza delle situazioni sanitarie che riguardano i loro cari.

La parte più amara è quella invece di questa omertà, mancanza di informazione, chiusura che caratterizza il momento e contrasta con quello che è avvenuto in altre decine di strutture residenziali, sanitarie e ospedaliere per le quali tutte le amministrazioni sono state informate e hanno informato con la dovuta correttezza la popolazione.

Evidentemente anche questo fa parte di quel lavoro “sotto traccia” caratteristico della nostra realtà, un metodo unico e originale che si differenzia dal resto del mondo. Poteva essere l’occasione anche quella della conferenza stampa per informare correttamente i cittadini di quanto stava accadendo che non ha nulla di scandaloso se non il silenzio nel quale viene tenuto avvolto».