Emergenza miasmi, per stamani convocata la IV Commissione Consiliare

Grosseto: E' convocata per questa mattina alle 9:00 la IV Commissione Consiliare alla alla quale parteciperanno esponenti del CNR ideatori del sistema NOSE per la gestione delle segnalazioni in presenza di miasmi. Sarà presente anche Arpat, la polizia municipale ed ovviamente funzionari, dirigenti e commissari.

La mozione in discussione, presentata dal M5S, impegnerebbe l’amministrazione ad adottare il sistema NOSE.

«Le emissioni odorigene legate alle attività agricole e industriali del territorio - si legge nella nota - rappresentano un problema significativo per la popolazione di Grosseto; l’inquinamento odorigeno, causato dall’immissione di sostanze con odori sgradevoli, spesso accompagnate da elementi potenzialmente dannosi per la salute, compromette la qualità della vita delle persone esposte; sono ormai molti gli anni in cui la popolazione grossetana subisce gli effetti dei miasmi, senza che questi vengano, né limitati attraverso procedure volontarie, né attenuati in base a specifici protocolli siglati dall’amministrazione comunale ed i soggetti interessati; né posti fuori dal perimetro della legalità attraverso l’individuazione di legittimi percorsi di natura giuridica; la carenza strutturale di controlli, conseguenza delle poche risorse economiche disponibili, non ha permesso ad oggi di attuare un piano di verifiche e controlli tempestivo e che le poche verifiche effettuate e le più che esigue sanzioni comminate, anche di recente notizia data dalla stampa, non hanno prodotto significativi effetti di mitigazione del fenomeno odorigeno. Considerato che la normativa sull'inquinamento odorigeno è stata affrontata in modo più organico solo con il D. Lgs. 183/2017, attuativo della direttiva europea 2015/2193, che ha introdotto l’art. 272-bis nel D. Lgs. 152/2006; al momento dell’entrata in vigore di questa normativa, gli impianti per la produzione di biogas, identificati come principali responsabili delle emissioni odorigene, erano già in funzione secondo la legislazione precedente; il contrasto normativo a fenomeni di questa natura è attualmente limitato ad alcune previsioni sia del Codice Civile (art. 844) in merito ai limiti della normale tollerabilità delle immissioni di fumo, calore, rumori e scuotimenti, sia del Codice Penale (art.674) sul «Getto di cose pericolose» che, sulla scorta delle più recenti evoluzioni giurisprudenziali, vengono ora applicati indipendentemente dal superamento dei valori limite delle emissioni stabiliti dai provvedimenti autorizzativi; rilevato che gli operatori economici devono gestire tale problematica in assenza di strumenti idonei ad oggettivare, per quanto possibile, il disagio arrecato e di definire un intervallo di tollerabilità che permetta conseguentemente di poter con efficacia ed evidenza mettere in campo quelle azioni tali da ricondurre le emissioni di odore all’interno di tale intervallo; ritenuto che gli sforzi dell’amministrazione tesi a risolvere il problema si debbano concentrare sul fatto che questi impianti erano esistenti alla data di entrata in vigore delle norme richiamate in narrativa e che eventuali provvedimenti possano soccombere alla legittimità di rinnovi autorizzativi sulla base della normativa previgente, e che ci siano altresì oggettive possibilità di azione da parte delle amministrazioni pubbliche di governo, di controllo e giudiziarie, qualora ancorché siano impianti già in essere ed assoggettati ad una normativa previgente, sia dimostrabile il fatto che gli stessi generino conclamate problematiche olfattive a ingenti quantità di cittadini e che le stesse siano raccolte attraverso sistemi in grado di certificare tutte le fasi relative al campionamento quantitativo e qualitativo dei dati raccolti; preso atto che nell’ambito delle attività portate avanti dall’European Citizen Science Association (ECSA), organizzazione internazionale con la visione di portare le persone ad essere protagoniste in un cambiamento positivo attraverso la scienza, ed una missione ben precisa: rendere la scienza e la ricerca, aperta, accessibile e preziosa per tutti; l’Istituto di scienze dell’Atmosfera e del Clima del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-ISAC) ha sviluppato un sistema di segnalazione delle emissioni odorigene nell’aria denominato NOSE; una Web App che consente ai cittadini di segnalare in tempo reale, in modalità anonima e georeferenziata, i miasmi avvertiti sul territorio, accertando il tipo di odore percepito, la sua intensità, eventuali disturbi fisici e la possibilità di scrivere delle annotazioni; con il protocollo NOSE, quando le segnalazioni superano una soglia critica definita, scatta l’attività di campionamento dell’aria nei luoghi da cui provengono le segnalazioni, mediante canister e GC-MS a criofocalizzazione (campioni per analisi chimiche) e olfattometria dinamica (campione per analisi odorimetriche); ciò avviene attraverso l’intervento manuale del personale ARPA, Protezione Civile, Polizia Municipale, oppure in modo automatico mediante appositi campionatori automatici attivati direttamente dal sistema NOSE; l’aspetto rilevante del sistema NOSE è l’integrazione dell’approccio osservativo con quello modellistico. Osservativo: segnalazioni, dati meteorologici, dati monitoraggio QA, analisi chimiche e olfattometriche, tipologie delle emissioni delle attività antropiche presenti sul territorio, risultanze delle attività di controllo. Modellistico: partendo dai punti georeferenziati segnalati dai cittadini con il modello MOLOCH si è in grado di generare delle “retro-traiettorie”al fine di individuare le potenziali aree sorgenti dell’evento. Constatato che ad oggi siamo ancora in presenza di una legislazione incompleta in materia di emissioni odorigene, che le numerose sentenze della Suprema Corte hanno sempre oscillato, in passato, tra due distinti orientamenti-base che non hanno aiutato a tutelare la popolazione esposta, e il caso del Comune di Grosseto ne è un calzante esempio; la Suprema Corte riguardo alla problematica delle molestie olfattive, negli ultimi anni, ha assunto un orientamento meno oscillante, specie se si considera la giurisprudenza più recente; la Regione Toscana non ha ancora attuato quanto previsto dal D.Lgs. 15 novembre 2017, n. 183, precedentemente richiamato; ritenuto che l’implementazione del sistema NOSE, oltre a garantire tutti i vantaggi indicati in narrativa, consentirebbe all’amministrazione comunale di avere uno strumento in più per tutelare la salute dei propri cittadini e l’ambiente in cui vivono; uno strumento che permetterebbe di ricavare una base dati oggettiva, scientifica, attendibile, suffragata ed accertata da una moltitudine di segnalazioni che di per sé già garantirebbero una soddisfacente base testimoniale. Quest’ultima, richiamata spesso dalla Suprema Corte come elemento probatorio del “giudizio sull’esistenza e sulla non tollerabilità delle emissioni odorigene”; il sistema NOSE sta vivendo una fase di crescita e sviluppo continuo; rappresenta quanto di più avanzato sia oggi disponibile sul tema del monitoraggio delle emissioni odorigene e, se non altro, laddove è stato ad oggi implementato, ossia in Sicilia e in Abruzzo, ha portato a dei risultati immediati in termini di deterrenza, in quanto la capacità di identificare con precisione la sorgente delle maleodoranze, induce gli operatori a mettere in atto tutte quelle operazioni di mitigazione ricorrendo alla tecnologia e ad altri sistemi efficaci nell’abbattimento delle emissioni maleodoranti».

A seguito di tutte queste considerazioni, nella mozione il M5S impegna il Sindaco e la Giunta ad avviare interlocuzioni con ARPAT, il Consiglio Nazionale delle ricerche - Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima (CNR-ISAC) e il consorzio Proambiente S.c.r.l., tese a valutare la possibilità di implementare il sistema NOSE nel territorio del Comune di Grosseto; coinvolgere gli altri enti di controllo competenti, attivi sul territorio, nel processo di implementazione del sistema; a tenere aggiornato il Consiglio Comunale sull’andamento delle attività inerenti l’attuazione della presente mozione.