Emergenza Covid-19: Lettera aperta, il presidente provinciale dell’Avis scrive ai Donatori

Grosseto: “Cari donatori, - scrive il presidente provinciale Avis, Carlo Sestini - non molliamo adesso!"

"Mi viene comunicato dai presidenti di molte sezioni della provincia, - continua Sestini -  che in tanti stanno disdicendo le donazioni già prenotate. Capisco che la situazione non è delle più rosee e che gli inviti a stare, giustamente protetti, dentro le proprie mura domestiche non induce ad uscire.

Per questa ragione, invito tutti coloro che hanno deciso di donare una parte di sé stessi senza chiedere nulla in cambio, a riflettere sul fatto che oggi sono in molti a non essere circondati dal calore degli ambienti familiari, ma si trovano a lottare per la propria vita dentro stanze sterili, aiutati da un polmone meccanico e del lavoro di medici e infermieri, o a continuare a ricevere trasfusioni per curare la propria patologia, oppure ad assumere farmaci plasmaderivati senza i quali rischierebbe di compromettere la propria salute.

Si parla in Italia di oltre 1800 pazienti al giorno.  Lo dobbiamo fare per loro, per chi è affetto dal Codiv-19 e si trova nelle strutture ospedaliere e per chi invece continua ad avere patologie diverse e necessita parimenti di assistenza sanitaria e ospedaliera. Il nostro sangue, oggi più che mai, è una risorsa insostituibile e non possiamo permettere che sia messa a rischio la loro vita semplicemente perché chi può donare preferisce rinunciarvi, forte del fatto che “tanto c’è qualcuno che lo farà al posto mio”.

In tal senso auspico che le strutture sanitarie, come già accaduto a Grosseto, facilitino al massimo l’accesso dei donatori di sangue e plasma, facendoli transitare presso varchi controllati e loro dedicati. A Grosseto, al Misericordia, questo è già una realtà grazie alla direzione che ha accolto la richiesta, pervenuta dal responsabile del Centro Trasfusionale il dottor Fabrizio Niglio, di attivare un accesso vigilato dedicato appositamente ai donatori che in questo caso possono, superando la sbarra del nuovo parcheggio, lasciare la propria vettura nei posti numerati compresi tra il 120 a il 129 e accedere al centro dall’ingresso sul retro, non entrando in contatto con gli altri fruitori della struttura ospedaliera.

Sono convinto che i donatori, anche quelli che vivono nei territori più distanti dai centri trasfusionali e che per recarvisi saranno costretti ad utilizzare il proprio mezzo, non tradiranno le aspettative e come hanno sempre fatto, una volta superato un primo momento di disorientamento e smarrimento indotto da un situazione senza precedenti, torneranno a compiere un gesto tanto semplice quanto prezioso come la donazione di sangue e plasma che, oggi più che mai, è donazione di vita.