'Curiamo la sanità pubblica': Gli eroi di ieri. Gli sfruttati di oggi

Grosseto: "La pandemia da Covid 19 ha mostrato tutta la fragilità del sistema sanitario che, per le condizioni in cui è stato ridotto, è diventato addirittura causa di contagio e concausa di morte. Gli ospedali sono collassati sotto l'impatto dell'emergenza - si legge nella nota - e la medicina territoriale ha mostrato tutta la sua inconsistenza, affidata com'è ai medici di base ridotti a produttori di ricette, costretti a lavorare senza protezioni e diventando essi stessi, oltre che malati, fonte di contagio e pericolo sociale. E l'invenzione delle USCA è la presa d'atto del fallimento della medicina territoriale basata sui medici di base solamente convenzionati con il sistema sanitario pubblico, mentre per le RSA gestite dal privato, con il loro carico di anziani morti e abbandonati al loro destino, non è più rinviabile un percorso che le riporti sotto la gestione pubblica diretta.

Se il virus ci avesse insegnato qualcosa, tutto questo non passerebbe inosservato e oggi parleremmo di ripristinare i 135.000 posti letto tagliati negli ultimi 20 anni, staremmo discutendo dell’urgenza di recuperare i servizi territoriali e di prevenzione abbandonati, la Regione Toscana continuerebbe a parlare, come ha fatto, travolta dalla paura nei giorni drammatici del picco epidemico, di riportare sotto il controllo pubblico le RSA e appronterebbe un piano sanitario a tutela dei territori periferici e di potenziamento dei presidi ospedalieri che hanno subito tagli feroci negli ultimi anni. E se il virus davvero ci avesse insegnato qualcosa oggi si sarebbe già deciso di assumere stabilmente le 50.000 unità di personale del SSN tagliati dal 2006 e la politica si starebbe affannando a trovare la soluzione per stabilizzare i tantissimi lavoratori precari della sanità e si starebbe ragionando molto seriamente se le retribuzioni degli “Eroi” siano adeguate al loro lavoro e se soprattutto siano in linea con quelle dei colleghi europei. E per finire oggi, se il virus davvero ci avesse insegnato qualcosa, parleremmo del drammatico e funereo fallimento dei 20 sistemi sanitari regionali e staremmo progettando un ritorno al Sistema Sanitario Nazionale unico, solidaristico, universale e, soprattutto, Pubblico finalmente libero dal peso della sanità privata, affamata solo di profitto

Finita la fase 1 invece si ritorna al passato, gli eroi tornano in soffitta, i precari non vengono stabilizzati ed addirittura vengono espulsi dal sistema sanitario, la sanità pubblica non si ristruttura e il privato trasforma in ulteriore occasione di guadagno l'emergenza, come accade in Toscana con i 7 milioni di euro intascati da Synlab per le analisi sui tamponi, mentre si lasciano i laboratori pubblici sotto utilizzati.

Dal Decreto “Rilancio” risulta evidentissimo che il virus non ci ha insegnato nulla e che le politiche sanitarie che si intendono adottare sono in perfetta continuità con quelle che ci hanno portati dritti filati nell’emergenza epidemica. Le stesse grazie alle quali oggi piangiamo più di 32.000 morti e almeno 25.000 operatori sanitari contagiati. A fronte della drammatica carenza di personale, resa emblematicamente evidente dall’emergenza Covid, sono previste esclusivamente assunzioni a tempo determinato e lo sbandierato sviluppo del territorio sarà attuato con Infermieri e Assistenti Sanitari assunti a partita IVA o con contratto Co.Co.Co., mentre le risorse stanziate per assumere i circa 20.000 Infermieri e i circa 3.000 OSS che occorrono per far fronte al previsto aumento dei posti letto di terapia intensiva e di sub-intensiva, sono assolutamente insufficienti mancando all’appello una cifra che oscilla fra 1 e 1,5 miliardi di euro. Viene introdotto il taglio dell’Irap, imposta che finanzia i Servizi Sanitari Regionali, per circa 4 miliardi cosicché il finanziamento aggiuntivo previsto per le Regioni viene, di fatto, annullato e, per completare il quadro, nessuna traccia della proroga delle procedure di stabilizzazione dei tanti precari della sanità e viene consumata la beffa a danno del personale sanitario che, osannato e incensato quando il terrore del dilagare dell’epidemia era a livelli altissimi, vede sparire dal testo definitivo del decreto i 1000 euro promessi quale riconoscimento dello sforzo e dell’impegno profuso. Un vero e proprio voltafaccia che, abbiamo timore, si ripeterà in Toscana dove il riportare sotto il controllo pubblico le RSA sembra non essere più oggetto di discussione e non si è nemmeno ipotizzato di aumentare, nonostante il Presidente Rossi abbia fatto pubblicamente autocritica, i posti letto e di riaprire reparti e presidi sanitari tagliati .

Per tutte queste ragioni, venerdì 29 maggio, dalle ore 10.30, USB sarà presente con un presidio davanti all’Assessorato alla Salute a Firenze, in Via Alderotti, per rivendicare assunzioni, stabilizzazione, retribuzioni adeguate per il personale, la gestione pubblica diretta delle RSA toscane, il ripristino dei posti letto e il potenziamento degli ospedali periferici e montani, il rilancio dei servizi territoriali e per il rafforzamento della sanità pubblica e la tutela del diritto alla salute dei cittadini. Inoltre USB porterà le proprie istanze presso gli altri Assessorati regionali e presso il Ministero della Salute a Roma".