Comune di Grosseto e Coeso, le parole del sindaco

Grosseto: “Il Comune di Grosseto da diverse settimane ha fatto una richiesta al Coeso, nell’ambito di un’azione e di verifica dei propri centri di costo, di avere indietro alcune schede disarticolate, riguardanti l’accordo tra la nostra amministrazione e la Sds. Ancora non abbiamo avuto risposte e questa, evidentemente, è la considerazione che l’attuale governance nutre nei confronti del comune capoluogo, altro che richieste da fare in giunta ed in assemblea come sostenuto dal Presidente Giuntini, quando di fronte ad una domanda di documenti di nostro interesse c’è una chiusura a riccio”. Così il Sindaco di Grosseto Antonfrancesco Vivarelli Colonna sul Coeso.

“Vogliamo capire come vengono spesi i nostri soldi – sostiene il primo cittadino- e non ci bastano generiche voci che riguardano tutti e venti i comuni. Se nel Coeso, dopo aver disatteso il patto parasociale ed impedito al sottoscritto di diventarne il presidente, vogliono mettere Grosseto in un angolo, allora che ci facciano vedere come vengono spesi i nostri soldi, ma questo a qualcuno dà evidentemente fastidio, come se ci fosse qualcosa da nascondere”. 

A questo punto il Comune di Grosseto farà le sue valutazioni. “Il maxi distretto socio sanitario che fa capo al Coeso è troppo grande e non funziona – tuona il Sindaco- le esigenze dei piccoli comuni montani o collinari e quelli della città sono troppo diversi tra loro, sia per ragioni di distanze geografiche, sia per necessità. Da più parti si sta alzando una voce per ripensarli. In provincia di Arezzo si è già tornati indietro ai precedenti tre, a Grosseto dobbiamo valutare, il consiglio regionale con la mozione 105 e con l’emendamento al Prs del consigliere Ulmi ha dato un indirizzo chiaro, anche in favore delle comunità locali. Anche perché o la governance cambia, dunque si dà il giusto peso alle singole realtà e Grosseto lo deve avere per gli oltre ottantamila abitanti che rappresenta, anche nell’esprimere le figure apicali, oppure è giusto cambiare e lo si può fare ripensandone le dimensioni o, addirittura, fino a giungere ad un’uscita del capoluogo che con i suoi abitanti supera la soglia per costituire un distretto autonomo. Su questo stiamo lavorando a livello politico e amministrativo, perché la situazione attuale non ci soddisfa, soprattutto dovendoci rapportare con amministratori che non sanno neppure mantenere non solo la parola data, ma anche quella scritta e sottoscritta, evitando anche di fornirci dati disarticolati che ci riguardano e che rappresentano un nostro diritto ricevere”.