Bolla Covid di Orbetello, Chelini: 'Non innamoriamoci di una scelta fatta, ma valutiamo con razionalità la situazione'

Il sindaco di Capalbio, Gianfranco Chelini interviene di nuovo sulla situazione del San Giovanni di Dio: “Il 31 marzo finisce l’emergenza: è il momento di individuare nuove soluzioni nell’interesse dei cittadini della zona sud”.Capalbio: “Invito a non innamorarsi di una scelta fatta, ma di valutare la situazione, tempo per tempo, e trovare soluzioni più utili alla cittadinanza”.

Il sindaco di Capalbio, Gianfranco Chelini torna a parlare della cosiddetta “bolla Covid” all’ospedale San Giovanni di Dio di Orbetello. “Sappiamo che, nelle ultime settimane, la bolla Covid, preposta ad accogliere fino a 10 pazienti, ospita, in media, dalle 2 alle 4 persone. Numeri che, a mio avviso, non giustificano il mantenimento di quell’area operativa. Anche perché c’è da chiedersi quale impatto ha il mantenimento di 10 posti letto, sottratti alla disponibilità complessiva dell’ospedale, sull’organizzazione dell’attività ospedaliera ordinaria e quindi sui servizi ai cittadini che vivono nella zona sud”. Chelini si chiede, ad esempio, quali esiti la presenza della “bolla Covid” abbia sulle prestazioni: “Non c’è il rischio che, di fronte a un bisogno di salute, si debba rimandare una attività che prevede il ricovero? A titolo solo esemplificativo, da quando è stata attivata questa area gli interventi chirurgici sono stati ridotti del 30%. Esiste una correlazione tra le due cose?”.

Secondo il primo cittadino di Capalbio, la soluzione potrebbe risiedere nel ricoverare i pazienti “Covid per caso” all’ospedale Misericordia di Grosseto: “Dove esiste già un reparto Covid dedicato, separato dal resto della struttura, in cui due o quattro presenze in più non farebbero la differenza. C’è anche da considerare, chiaramente, che andare a sottrarre qualche posto letto su una disponibilità complessiva di 600 non andrebbe ad alterare la normale programmazione delle attività. Il 31 marzo, inoltre, finisce la fase di emergenza e sappiamo che alcuni ospedali nel senese stanno lavorando per realizzare delle stanze Covid e non interi reparti, dando modo alle strutture di gestire i servizi ordinari: non conoscendo nel dettaglio questi progetti, crediamo però che debbano essere presi in considerazione anche per la nostra area per capire se possano essere concretizzabili”. Per questo motivo Chelini invita la Asl a rivalutare la situazione: “Dobbiamo fare uno sforzo di razionalità, prendendo decisioni con dati alla mano: informazioni che tengano conto, certo, dell’andamento dei contagi, ma anche dei bisogni dei territori, perché a fare le spese di decisioni di difficile comprensione non possono essere gli abitanti delle zone periferiche”.