Assegno Unico Universale per i Figli, ‘Città e Partecipazione’: ‘Luci ed ombre di una nuova rivoluzione del Welfare per le famiglie italiane’

Grosseto  «L’approvazione del decreto legislativo n. 230/2021, che ha portato all’introduzione dell’Assegno Unico Universale - spiega Barbara Bricca vicepresidente di Città e Partecipazione - ha rappresentato l’atto finale del percorso cominciato con la Legge Delega n. 46/2021 e finalizzato a “riordinare, semplificare e potenziare” le misure a sostegno dei figli.

Obiettivo raggiunto? Ora che l’iter si è concluso e si passa dalla teoria alla pratica, siamo di fronte a un meccanismo più semplice e chiaro o di fronte all’ennesimo sistema rinnovato ma ancora più complesso? La nuova misura rende più equo il sostegno alle famiglie nell’ottica di un welfare sociale più ampio?

bambini scuola.jpgPrima di tutto è necessario provare a spiegare in modo sintetico cosa sia l’Assegno che verrà erogato dal 01/03/2022: si tratta di un sostegno economico per le famiglie con figli a carico che verrà attribuito a partire dal 7° mese di gravidanza, fino al 21° anno di età. E’ definito “unico” perché unificherà e sostituirà una serie di misure a sostegno delle famiglie, tra le quali il bonus mamma domani (premio alla nascita), le prestazioni del Fondo di sostegno alla natalità, l’assegno ai nuclei familiari con almeno tre figli minori, gli assegni familiari ANF (limitatamente ai nuclei familiari con figli e orfanili), l’assegno di natalità (cd. Bonus bebè), le detrazioni fiscali per figli fino a 21 anni; restano invece in vita il bonus asilo nido e le agevolazioni per le famiglie previste dagli enti locali.

Il nuovo assegno è “universale” in quanto viene attribuito a tutte le famiglie con figli a carico residenti e domiciliate in Italia: spetta infatti a tutti i nuclei familiari indipendentemente dalla condizione lavorativa dei genitori e senza limiti di reddito. Occorre però precisare che l’importo varierà in base all’ISEE della famiglia e all’età dei figli a carico, ad eccezione dei figli disabili per cui non vi sono limiti di età, in particolare da 175 euro a 50 euro al mese per ogni figlio minorenne e da 85 euro a 25 euro dai 18 ai 21 anni; vi sono poi vari meccanismi di maggiorazione o misure di salvaguardia di particolari situazioni che sono oggetto di specifica disciplina contenuta nel provvedimento.

Per ricevere l’assegno è necessario presentare apposita domanda, per il 2022 è previsto il termine del 30 giugno per avere comunque gli arretrati da marzo 2022 mentre per le domande presentate dal 1° luglio la prestazione decorre dal mese successivo a quello di presentazione. L’importo dell’assegno unico è determinato secondo il valore ISEE che, quindi serve per fare la domanda anche se non è obbligatorio infatti chi non presenta l’ISEE avrà l’importo minimo e potrà comunque presentarlo in un secondo momento.

INPS.jpgIl nuovo assegno unico viene erogato direttamente dall’INPS attraverso accredito su conto corrente bancario o postale, carta di credito/debito o libretto di risparmio dotati di IBAN, ma anche in contanti presso gli sportelli postali. L'assegno unico universale può essere considerato, in linea generale, un buon viatico per un nuovo modello di welfare sociale, ma per le famiglie sarà veramente conveniente?

Da una stima effettuata da Il Sole 24 Ore gli importi modulati in base all’Isee saranno  di 175-180 euro a figlio per le famiglie con ISEE sotto i 15mila euro (250 dal terzo figlio in poi), per poi scendere progressivamente fino a 50 euro a figlio per ISEE oltre i 40mila euro.

Per capire la portata del cambiamento prendiamo un genitore a tempo indeterminato con reddito superiore a quello del coniuge, due figli minori di cui uno con meno di tre anni: supponendo un reddito da lavoro dipendente 22.750 euro e un reddito familiare 40.700 euro, potrebbe trovarsi con una busta paga più leggera di circa 293 euro a causa dell’eliminazione di circa 143 euro di detrazioni al 100% per i due figli a carico e 75 euro di Anf, maggiorati di altrettanti 75 circa per effetto del decreto ponte 79/2021.

E’ quindi evidente che in assenza di redditi cospicui, ma con un Isee elevato il valore dell’assegno unico universale potrebbe essere inferiore rispetto alle attese. L’ammontare dell’assegno è infatti modulato non solo sulla base della condizione economica del nucleo familiare, individuata attraverso l’Isee e tenendo conto dell’età dei figli a carico, ma anche sulla situazione patrimoniale che non necessariamente inquadra in modo realistico la “ricchezza” di una famiglia: si pensi, ad esempio, agli immobili ricevuti in eredità a fronte dei quali, spesso, le famiglie devono sostenere dei costi senza trarre alcun beneficio economico.

Anche in ipotesi di redditi da lavoro 'medio-alti', ma non 'cospicui' e di un Isee superiore a 40.000 euro, l’erogazione di un assegno unico con valore fisso di 50 euro determinerà, per i beneficiari, un sostegno economico decisamente inferiore rispetto a quanto percepito in precedenza con una perdita possibile annua fino a 946 euro rispetto alla situazione precedente. Secondo una stima della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro a parità di situazioni reddituali e familiari un Isee più basso rende vantaggioso il passaggio all’assegno unico universale, ad esempio una famiglia con due redditi, rispettivamente di 31.350 euro e 19.800 euro, coniugati e con due figli maggiori di 3 anni, e un Isee stimato di 23.850 si troverebbe con 1.383,48 euro annui in più. Invece un Isee più alto perché condizionato dalla presenza di immobili di proprietà determina un peggioramento rilevante della situazione rispetto al passato.

scuola bambino.jpgAnalogamente anche per coniugi separati o divorziati l’importo spettante risulterà sicuramente inferiore visto che diversamente a quanto avveniva con i precedenti strumenti di sostegno per la nuova misura saranno presi in considerazione i redditi di entrambi. D’altra parte anche le modalità di presentazione possono determinare delle discrasie: poiché la domanda di assegno unico universale può essere presentata da ciascun genitore, nel caso di separazione o divorzio l’assegno verrà ripartito in pari misura tra i due genitori, salvo che gli stessi concordino per l’erogazione dell’assegno in misura intera al coniuge collocatario o affidatario dei minori.

Nella sostanza il genitore con cui convivono i figli potrebbe inevitabilmente veder calare gli importi in suo favore in quanto potrà beneficiare di metà assegno, mentre l’impegno e lo sforzo per accudire i figli rimarrebbe comunque esclusivamente a suo carico. Se è vero quindi che a fine marzo gli italiani avranno ben chiaro cosa accadrà alla loro busta paga, ciò non piò dirsi sugli esiti delle nuove misure, in quanto non può essere esclusa la necessità di aggiustamenti volti a correggere le distorsioni che il legislatore non ha intravisto nel momento della definizione delle nuove regole per il welfare delle famiglie italiane.

Proprio per questo il Governo, consapevole delle difficoltà in sede di prima applicazione, ha istituito anche l’Osservatorio nazionale per l’assegno unico e universale con funzioni di supporto tecnico scientifico per lo svolgimento delle attività di analisi, monitoraggio e valutazione d’impatto dell’assegno stesso; in particolare nella specifica relazione semestrale, dovrà indicare le possibili azioni da realizzare per una maggiore efficacia dell’intervento di welfare sociale. E’ da sottolineare che secondo i dati INPS al 22 febbraio, nonostante l’importante campagna di comunicazione sono state presentate solo 2.280.705 domande a fronte di una platea di 7,5 milioni di nuclei familiari interessati».