Artemare Club: Santa Liberata dal progetto di porto turistico alle bocche d'accesso in rovina con l'ancora della tragedia del Panigaglia

Artemare Club con la storia "scende in mare" tra i contendenti dei posti barca a Santa Liberata, rappresentanti dei Comuni di Orbetello e Monte Argentario,

segnalando ancora ai media e alle autorità competenti lo stato di abbandono che tutti possono vedere della “porta d'accesso dal mare” del porto canale di Santa Liberata, così definito dai portolani e conosciuto dai naviganti, moli di entrata in situazione di rovina per mancati interventi negli anni e che vedono passare e sono di appoggio di sicurezza per più di 600 barche.

L'imboccatura in rovina del porto canale di Santa Liberata fotografata dal tender di Artemare Club - f.jpgSanta Liberata è un importante approdo delle Contrade Marittime che risale alla notte dei tempi, dei Popoli del mare e degli Etruschi e con tanta storia fino ai giorni nostri, 53 anni fa oggetto di un importante progetto per la laguna di ponente chiamato “Porto Argento” che prevedeva 2.000 posti barca, albergo, campeggio, residence, supermercato, ponte levatoio e aeroporto, come si vede nella documentazione in foto ritrovata da Artemare Club nella sua biblioteca di volumi e riviste di mare della sede di Porto Santo Stefano e che presenterà il comandante Daniele Busetto, ufficiale superiore della Marina Militare in congedo presidente dell'Associazione in parola, in un prossimo evento nazionale nel suo intervento “Storia dei Porti della Costa d’Argento – passato, presente e futuro”. Porto Argento era una proposta per “fare sistema” intercomunale, perché tutti gli studi autorevoli sociali e economici dimostrano che qualsiasi componente territoriale deve interagire, "fare equipaggio" si dice in Marina, con le realtà limitrofe per sopravvivere e progredire.

Porto di Santa Liberata - Porto Argento da Quattroruote mare dicembre 1969 pianta del progetto - Artemare Club.jpgLe bocche di accesso del canale di Santa Liberata sono anche un luogo sacrale “non ufficiale”, custodendo in uno dei moli delle bocche un’ancora della nave Panigaglia, triste protagonista il 21 giugno 1947 del più grave incidente in mare della Marina Militare per numero di periti dal dopoguerra, una specie di monumento marinaro ad imperitura memoria, anch'essa in abbandono e senza targhe che il comandante Busetto onora ogni anno con un fiore in mare nel giorno della tragedia e con l'occasione sollecita, l'intervento di sistemazione e cura dell’ancora diretto specialmente a chi ha indossato l'uniforme di mare con le stellette e ricopre cariche pubbliche locali e delle sezioni delle associazioni d'arma di marina presenti nel territorio assicurando la partecipazione di Artemare Club e segnala per una conoscenza maggiore del dramma la pubblicazione del capitano di lungo corso Marco Scotto "La Tragedia di nave Panigaglia" Marinai d'Italia Gruppo C.G.V.M. Nicola Bausani.

13 luglio 1947 la tragedia del Panigaglia copertina della Tribuna Illustrata dell'epoca - Artemare Club.JPG