Accademia del Libro presenta: "COLAZIONE A PECHINO"

Accademia del Libro presenta: "COLAZIONE A PECHINO, Sogni e incubi di un impero senza tempo", dialoga con l’autore Eric Panés. Sabato 6 maggio, ore 18 Via del Bivio, Montemerano

Manciano: Oggi guardiamo con un nuovo interesse alla Cina, non solo per lo status di grande potenza che ha raggiunto, ma anche per il suo possibile ruolo di mediatore nel teatro di guerra dell’Ucraina. Eppure resta sempre un mistero, un mondo di cui gli stessi cinesi non hanno mai voluto rivelare i segreti. Esce al momento giusto questo particolare libro del giornalista Siegmund Ginzberg, che partendo dalla sua esperienza di corrispondente de l’Unità a Pechino per sette anni, ci restituisce un percorso narrativo tra memoir personale e analisi storica, unendo ironia e rigore. Un libro pensato a lungo, anche grazie ad altri viaggi che lo hanno riportato in Cina, e proposto oggi con il filo conduttore del rapporto dei cinesi con il cibo. Nella lingua cinese il nostro saluto “ciao” si scrive con ideogrammi che significano “hai mangiato?”. «Buongoverno è un regime che dia al popolo la possibilità di mangiare almeno tre volte al giorno. Così è stata una dinastia imperiale dopo l’altra, così ha continuato a essere nella Cina del Pcc, l’ultima dinastia, cominciata nel 1949 con Mao Tsetung e rappresentata oggi da Xi Jinping», scrive Ginzberg, ricordando che questo non ha impedito le carestie, come quella durante il Grande Balzo.


L’autore ci racconta attraverso la vita di uno straniero a Pechino i segreti della società e della politica cinese. I labirinti degli hutong, gli stretti vicoli del centro storico, le serate con i colleghi e gli amici cinesi a giocare magari a scacchi o majong, i mercatini in cerca di antichità, le innumerevoli portate dei banchetti ufficiali... E poi i misteri della “cucina di partito”, con le sue spietate lotte interne, dagli anni seguiti al fallimento della Rivoluzione Culturale - quelli degli anni Ottanta che ha vissuto l’autore, forse il periodo di maggiore apertura, dove si sperava di poter parlare di rinnovamento - a quelli attuali. Sempre mescolando i tempi, con riferimenti ai secoli e millenni passati, secondo il suo personalissimo stile di narrazione. «La Cina non è affatto immobile», scrive Ginzburg. «Si muove, eccome, cambia e si trasforma, a volte molto lentamente, a volte a ritmi vertiginosi. Ma ci sono cose che restano uguali. Tra le cose immutate, da millenni, c’è l’idea di impero, con alla testa un’autorità sovrana, assoluta». L’idea di democrazia e di libertà politica per loro è impensabile, sottolinea Ginzberg, ricostruendo i rapporti dell’Occidente con la Cina, un rapporto alternato di fasi di innamoramento e di delusione, dai gesuiti di padre Matteo Ricci nel Seicento a chi, negli anni Settanta del secolo scorso, vedeva nella Cina un modello da imitare, presto smentito. E oggi? Oggi che si può girare in Cina senza chiedere un permesso alle autorità e che si può sbirciare dalle mille finestre di internet, è rimasta una certa paura a parlare di cose politicamente sensibili: il libro Ginzberg l’ha scritto appunto per capire perché.

Siegmund Ginzberg. Nato a Istanbul da una famiglia ebrea giunta a Milano negli anni Cinquanta, è stata una firma storica del quotidiano l’Unità, per cui ha scritto da Iran, Cina, Giappone, Corea, e in seguito da New York, Washington, Parigi. Da anni pratica un giornalismo particolare, rileggere il passato alla luce dell’attualità. Gli ultimi suoi libri sono Spie e zie (Bompiani), Sindrome 1933 e Racconti contagiosi, entrambi per Feltrinelli.

Enric Panés. Nato a Barcellona, ambasciatore, ha avuto incarichi diplomatici a Islamabad, Roma, Mosca, Seul, Lisbona e Pechino, città in cui ha stabilito rapporti professionali e di amicizia con Siegmund Ginzberg. Oggi in pensione, vive in Maremma.