A Scarlino maxi impianto biologico che sfida cambiamenti climatici

Grande festa per la piantumazione delle prime delle 150 mila piante. Un invaso da 90 mila metri cubi raccoglierà l’acqua per redistribuirla nel momento del bisogno. I 200 mila litri di olio diventeranno Toscano IGP.

Scarlino: Prende forma a Scarlino, in Maremma, la più grande oliveta biologica toscana con varietà rigorosamente regionali (leccio del corno e maurino) che sfida la siccità e gli effetti dei cambiamenti climatici. 200 ettari di superficie in parte recuperati e strappati all’abbandono, 150 mila nuove piante “allevate” nel distretto vivaistico di Pescia-Pistoia ed una capacità di produrre, una volta a regime, 200 mila litri di olio extravergine pronto a percorrere la strada che porta alla certificazione Toscano IGP.

Sono i numeri impressionati del nuovo impianto che l’azienda agricola “Olio Veritas” sta realizzando in quelli che erano i terreni della storica azienda agricola Vetricella le cui prime tracce risalgono al periodo del Medioevo. La nuova oliveta avrà a disposizione un mega invaso capace di raccogliere 90 mila metri cubi di acqua piovana per irrigare, quando ci sarà bisogno, gli ulivi senza dover attingere dai pozzi. Un impianto razionale e sostenibile tenuto a battesimo dal Presidente del Consorzio di Tutela dell’olio extravergine Toscano IGP, Fabrizio Filippi e dal Direttore Generale dell’azienda Rocco Delli Colli insieme ai tanti collaboratori ed amici. Zappa e piantina per tutti e poi giù a scavare con il sorriso sulle labbra per quella che è stata una vera e propria festa che segna un altro passo in avanti importante verso una olivicoltura moderna e di precisione dove tecnologia ed innovazioni vanno di pari passo con toscanità ed il rispetto della lunga tradizione olivicola.


“Questo nuovo impianto interpreta le mutate condizioni dello scenario climatico che stiamo già affrontando ogni giorno e che anche quest’anno ci faranno perdere produzione. - spiega il Presidente del Consorzio di Tutela dell’olio extravergine Toscano IGP, Fabrizio Filippi – Lunghi periodi di siccità, fiammate di caldo, piogge improvvise e abbondanti non sono più eventi e situazioni eccezionali ma quasi la normalità. E dobbiamo farci i conti realizzando nuovi impianti laddove possibile seguendo i dettami dell’agricoltura di precisione e delle nuove frontiere della tecnologia ma anche prendendoci cura con sempre più attenzione delle piante secolari che contraddistinguono quell’olivicoltura eroica e collinare che caratterizza il nostro paesaggio. Per recuperare produttività, che significa redditività per le imprese, dobbiamo far andare di pari passo queste due anime della nostra olivicoltura”.

Ad illustrare il progetto di “Olio Veritas” è Rocco Delli Colli: “il nostro obiettivo è piantare più ettari possibili puntando su varietà autoctone resilienti come il leccio del corno ed il maurino che hanno dimostrato di soffrire meno il caldo e di adattarsi meglio alle condizioni climatiche non sempre ottimali. Recuperare l’acqua piovana significa avere la disponibilità di una risorsa preziosa che dobbiamo imparare a conservare. – spiega ancora il Direttore Generale di Olio Veritas - L’altro aspetto importante nella nostra filosofia aziendale è la sostenibilità: l’olivo è un potente filtro contro l’inquinamento perché assorbe notevoli quantità di CO2. Senza un approccio razionale, innovativo, rispettoso dell’ambiente fare agricoltura sarà sempre più difficile in futuro”.