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Videogaming e ambientazioni storiche
Si dice spesso che, per il loro successo, i videogiochi debbano molto alla loro capacità di far vivere esperienze altrimenti impossibili. Per quanto apparentemente un luogo comune, l’affermazione non si discosta troppo dalla realtà. I videogiochi sono effettivamente in grado di calare i videogiocatori in avventure che possono accadere solo nella finzione del gaming, e questo vale per la maggior parte dei casi anche per i giochi più simulativi. Prendiamo un simulatore di guida: è verissimo che anche un vero pilota può giocarci, e che anzi in molti casi ci sono delle autentiche collaborazioni, ma per la maggior parte dei videogiocatori il simulatore concede di calarsi nei panni di un pilota professionista. Lo stesso può dirsi di qualsiasi titolo simulativo, dai simulatori di volo a quelli sportivi, e a maggior ragione si può dire per tutti quei videogiochi usciti dalla fantasia di qualche autore.
Può però dirsi anche di altri titoli che concedono di vivere esperienze impossibili anche se non inventate. Si tratta di tutti quei titoli con ambientazioni storiche, un tema che nel videogioco ha sempre riscosso enorme successo: le epoche esplorate sono le più diverse, capaci di fare da sfondo a generi videoludici di ogni tipo.
L’attrattiva per vivere epoche storiche diverse è tanto più forte tanto più queste sono lontane, e dunque non sorprende che siano numerosi i videogiochi ambientati nella preistoria. Tra gli esempi più risalenti si può citare Prehistorik, un platform del 1991. Ma anche altri più recenti e più orientati al survival: è il caso di Ancestors The Humankind Odyssey, uscito nel 2019 e con focus sull’evoluzione, e di Dawn of Man, anch’esso del 2019 ma più attento agli aspetti gestionali di una comunità preistorica. Naturalmente in molti casi si dà spazio anche alla fantasia: è il caso di Far Cry Primal, titolo della famosa serie Ubisoft uscito nel 2016 e ambientato nell’età della pietra.
A proposito di serie: non sono poche le serie videoludiche il cui tratto distintivo, o almeno uno di essi, è proprio rappresentato dalle ambientazioni storiche. Impossibile non pensare ad Assassin’s Creed, che all’avventura sci-fi mescola realistiche ambientazioni storiche. Tra le tante vale la pena ricordare la Toscana rinascimentale e le riproduzioni storiche di Firenze, San Gimignano e Monteriggioni, le cui tradizioni medievali ne fanno uno dei comuni più affascinanti d’Italia. C’è anche la serie Age of Empires, pietra miliare degli strategici in tempo reale che, nei suoi diversi titoli, ha permesso ai giocatori di controllare civiltà storiche in epoche che vanno dalla preistoria all’età delle esplorazioni.
Passiamo a un genere specifico, quello dei casual games: si tratta di titoli che tendono a essere utilizzati più come un semplice passatempo, senza pretesa di trame articolate, con gameplay estremamente semplici e con partite rapide. Eppure anche in tanta semplicità abbondano le ambientazioni storiche, e si può anzi dire che proprio in tali contesti vengano impiegate per dare qualche caratteristica distintiva a titoli per il resto estremamente semplici. Basta un esempio per tutti, quello delle slot machine online: grandi protagoniste nei cataloghi delle piattaforme di casinò, la maggior parte di esse hanno ambientazioni storiche. Si va dal Far West all’antico Egitto, oltre a tematiche più circoscritte come l’epoca dei conquistadores rappresentata in Gonzo’s Quest o quella dei vichinghi di Viking Hoard.
Abbiamo citato rapidamente due periodi storici che, in realtà, meritano qualche parola in più. Far West e antico Egitto sono infatti due epoche che hanno ispirato un numero enorme di videogiochi di ogni genere. Partiamo dall’antico Egitto, rappresentato in dozzine di titoli. Oltre ai già citato Age of Empires, nel quale gli Egizi rappresentano una civiltà giocabile, e Assassin’s Creed, con un capitolo ambientato nell’Egitto tolemaico, la terra dei Faraoni è rappresentata in tantissime occasioni. Tra gli esempi Imhotep, platform a scorrimento uscito nel 1985; Pharaoh, un city builder del 1999 con un remake del 2023; Tomb Raider 4, capitolo del 1999 della celebre saga di avventura dinamica.
Riguardo il Far West, anche qui gli esempi di generi sono innumerevoli. Troviamo l’avventura dinamica, per esempio in Gun del 2005, così come le serie, tra le quali Red Dead Redemption e Call of Juarez. Ma anche i tattici/strategici in tempo reale, come Desperados, e persino giochi didattici come Oregon Trail, uscito nel lontano 1971.
I videogiochi storici possono essere vere macchine del tempo: un aspetto che permette loro, esattamente come quelli più fantasiosi, di far vivere esperienze altrimenti impossibili.