Venator, Rsu Cisl: “Chiediamo di velocizzare tempi per evitare stop della produzione”

Positivi gli ultimi due incontri con l’azienda e con la Regione, in vista dell’autorizzazione per il sito di stoccaggio temporaneo. “Ma è una corsa contro il tempo”, ribadiscono i lavoratori.

Scarlino: Dopo l’incontro di fine marzo tra la direzione aziendale di Venator, le organizzazioni sindacali e le Rsu, che ha sancito la chiusura della procedura di uscite attraverso la mobilità per i quindici lavoratori che hanno manifestato interesse, la settimana scorsa si è svolta un’importante riunione tra i vertici di Venator e politici e tecnici della Regione Toscana, che stanno seguendo l’autorizzazione del deposito temporaneo di gessi nel terreni messi a disposizione dal Comune di Scarlino.

“In entrambi gli incontri – commenta Gian Luca Fè, segretario generale della Femca Cisl Grosseto Siena – l’Azienda ha ribadito di voler puntare, anche per il futuro, sul sito di Scarlino e di essere pronta a investire in Maremma, solo dopo avere avuto la garanzia di poter rimanere aperta almeno nel futuro a breve termine. Allo stato attuale, infatti, anche a causa della difficile situazione finanziaria del gruppo Venator e della condizione globale del mercato del biossido di titanio, l’azienda non è in grado di fare investimenti, senza le necessarie garanzie di ritorno. Allo stesso tempo, la direzione di Venator ha comunicato che durante l’incontro in Regione è stato condiviso un percorso da seguire per la sostenibilità del sito che potrebbe mettere, finalmente, la parola fine all’annosa questione dello stoccaggio dei gessi. Il primo passo di questo processo è l’autorizzazione allo stoccaggio temporaneo, in fase di approvazione da parte della Regione”.

Buone notizie, che si scontrano però con il problema del tempo: “L’azienda – affermano Emanuele Cascioli e Andrea Comin, della Rsu Cisl di Venator - ha informato che sia gli spazi di messa a dimora dei gessi sia le scorte di materia prima si stanno esaurendo e che sarà possibile proseguire con l’attuale ritmo di produzione, pur ridotto, solamente fino al mese di giugno. Dopo quel momento l’impianto dovrà essere fermato e i lavoratori, che già stanno affrontando, a rotazione, periodi di cassa integrazione, si troveranno a dover interrompere del tutto la loro attività e dovranno, probabilmente, far fronte a una cassa integrazione a zero ore”. E se dovesse arrivare l’autorizzazione a stoccare i gessi rossi nel nuovo sito e sbloccati, di conseguenza, i finanziamenti, saranno necessari indicativamente tre mesi per poter riprendere la produzione: “Servirà di impermeabilizzare il terreno del deposito temporaneo – spiegano i lavoratori della Rsu Cascioli e Comin – e far arrivare le materie prime. Si comprende, quindi, come ogni giorno trascorso in attesa del permesso avrà il solo risultato di pesare sulle tasche di centinaia di famiglie, in un periodo in cui l’inflazione incide sul caro vita e anche con lo stipendio, non ridotto, si fatica ad arrivare a fine mese”.

Per questo motivo la Femca Cisl torna ad esprimere la propria preoccupazione: “Considerando tutte le difficoltà che uno stop produttivo totale, come quello che si profila all’orizzonte, comporta, ribadiamo la nostra forte preoccupazione per il possibile protrarsi dei tempi di autorizzazione e chiediamo agli organismi preposti di procedere con la massima urgenza verso una soluzione che scongiuri una enorme crisi occupazionale, che avrebbe ripercussioni sull’economia dell’intero territorio”.