Un incontro a Viterbo contro la guerra, gli eserciti e le armi

La mattina di mercoledi' 26 marzo 2025 a Viterbo, presso il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera", si è tenuto un incontro di riflessione e di testimonianza in ricordo di Alfio Pannega, costruttore di pace e di solidarietà.

Viterbo: Prima di tutto la pace: salvare le vite è il primo dovere. Ancora una volta, nel ricordo del poeta e militante antifascista nonviolento viterbese, è stata espressa ed argomentata la necessità di un impegno urgente, corale e persuaso, contro tutte le guerre, contro tutte le organizzazioni armate, contro tutte le armi. Le guerre, gli eserciti e le armi sempre e solo uccidono gli esseri umani; la guerra è il più grande crimine contro l'umanità.

Ogni essere umano ha diritto alla vita: e quindi il primo dovere di ogni essere umano e di ogni umano istituto e' salvare le vite, e per salvare le vite occorrono innanzitutto la pace, la smilitarizzazione, il disarmo.

In questo tragico momento della storia dell'umanità, condividiamo con tutto il cuore l'incessante appello di papa Bergoglio a far cessare tutte le guerre, tutte le stragi, tutte le uccisioni.

Un centenario

L'incontro ha costituito una delle molteplici e variegate iniziative che varie esperienze della società civile, ciascuna secondo la prospettiva sua propria, stanno realizzando a Viterbo in questo 2025 in occasione del centenario della nascita di Alfio Pannega, il poeta e militante per la pace, i diritti umani di tutti gli esseri umani, la difesa dell'intero mondo vivente, che a Viterbo nacque il 25 settembre 1925 e a Viterbo è deceduto il 30 aprile 2010; una delle persone più amate dall'intera comunità cittadina e uno dei testimoni più nitidi della lotta nonviolenta in difesa della vita, della dignità e dei diritti di ogni essere umano e dell'intero mondo vivente, che lungo l'intera sua vita sempre offri' aiuto a quanti di aiuto avevano bisogno, sempre si oppose a tutte le violenze, sempre condivise tutti i beni e tutto il bene.

In questo strenuo impegno nonviolento contro la guerra, per il rispetto della vita, di tutte le vite, il proletario e militante comunista e libertario Alfio Pannega ebbe vicino un grande suo amico e luminoso costruttore di pace, il vescovo Dante Bernini, che anch'egli ci ha lasciato alcuni anni fa, che nutri' per lui profondo affetto, alta stima e tenera amicizia.

Apprezzamento, gratitudine e sostegno

Vivissimo apprezzamento, gratitudine e sostegno sono stati espressi dalle persone partecipanti all'incontro del 26 marzo per le iniziative che l'Anpi di Viterbo, insieme ad altre associazioni ed istituzioni democratiche ed a prestigiose personalità della vita culturale, morale e civile cittadina, sta promuovendo.

Ogni iniziativa che con viva empatia ed ascolto profondo commemora Alfio Pannega èipso facto un'azione di pace, di solidarietà, di protezione accudente della natura e della cultura, d'impegno comune per il bene comune

Un affettuoso saluto

Dai partecipanti all'incontro un affettuoso saluto e' stato idealmente rivolto a tutte le persone che con Alfio hanno condiviso l'esperienza del centro sociale occupato autogestito "Valle Faul" (dapprima nell'area dell'ex-gazometro in Valle Faul sito, e successivamente nell'area ex-Cogema a Castel d'Asso), esperienza che fin dall'inizio, alla scuola e all'ascolto di Alfio, si caratterizzò per la scelta della nonviolenza, per la leadership delle donne, per la solidarietà concreta, per la piena condivisione fra tutte e tutti di tutti i beni, per l'aiuto reciproco e la responsabilità condivisa, per la pratica dell'ascolto e del dono, per l'opposizione nitida e intransigente al regime della corruzione e ai poteri criminali, al fascismo, al razzismo, allo schiavismo, al militarismo, al maschilismo, ad ogni forma di rapina e di sfruttamento, di oppressione e di ingiustizia, di devastazione e di distruzione, di menzogna e di violenza.

Due tra i molti amici di Alfio Pannega

All'incontro del 26 marzo hanno preso parte Paolo Arena e Peppe Sini, due tra i molti amici di Alfio Pannega che con lui hanno condiviso dagli anni Novanta, e fino alla sua scomparsa, dialoghi e incontri, ragionamenti e lotte per il bene comune dell'umanità, prendendo parte anche all'esperienza del centro sociale occupato autogestito "Valle Faul" di cui Alfio fu autentica anima.

Paolo Arena, critico e saggista, studioso di cinema, arti visive, weltliteratur, sistemi di pensiero, processi culturali, comunicazioni di massa e nuovi media, e' uno dei principali collaboratori del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e fa parte della redazione di "Viterbo oltre il muro. Spazio di informazione nonviolenta", un'esperienza nata dagli incontri di formazione nonviolenta che per anni si sono svolti con cadenza settimanale a Viterbo; nel 2010 insieme a Marco Ambrosini e Marco Graziotti ha condotto un'ampia inchiesta sul tema "La nonviolenza oggi in Italia" con centinaia di interviste a molte delle piu' rappresentative figure dell'impegno nonviolento nel nostro paese. Ha tenuto apprezzate conferenze sul cinema di Tarkovskij all'Università di Roma "La Sapienza" e presso biblioteche pubbliche. Negli scorsi anni ha animato cicli di incontri di studio su Dante e su Seneca. Negli ultimi anni ha animato cicli di incontri di studio di storia della sociologia, di teoria del diritto, di elementi di economia politica, di storia linguistica dell'Italia contemporanea. Fa parte di un comitato che promuove il diritto allo studio con iniziative di solidarietà concreta.

Peppe Sini è il responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera", storica struttura nonviolenta viterbese.

Una minima notizia su Alfio Pannega

Alfio Pannega nacque a Viterbo il 21 settembre 1925, figlio della Caterina (ma il vero nome era Giovanna), epica figura di popolana di cui ancor oggi in citta' si narrano i motti e le vicende trasfigurate ormai in leggende omeriche, deceduta a ottantaquattro anni nel 1974. E dopo gli anni di studi in collegio, con la madre visse fino alla sua scomparsa, per molti anni abitando in una grotta nella Valle di Faul, un tratto di campagna a ridosso ed entro la cinta muraria cittadina. A scuola da bambino aveva incontrato Dante e l'Ariosto, ma fu lavorando "in mezzo ai butteri della Tolfa" che si appassionò vieppiù di poesia e fiori' come poeta a braccio, arguto e solenne declamatore di impeccabili e sorprendenti ottave di endecasillabi. Una vita travagliata fu la sua, di duro lavoro fin dalla primissima giovinezza. La raccontava lui stesso nell'intervista che costituisce la prima parte del libro che raccoglie le sue poesie che i suoi amici e compagni sono riusciti a pubblicare pochi mesi prima dell'improvvisa scomparsa (Alfio Pannega, Allora ero giovane pure io, Davide Ghaleb Editore, Vetralla 2010, a cura di Antonello Ricci e Alfonso Prota): tra innumerevoli altri umili e indispensabili lavori manuali in campagna e in città, per decine di anni ha anche raccolto gli imballi e gli scarti delle attività artigiane e commerciali, recuperando il recuperabile e riciclandolo: consapevole maestro di ecologia pratica, quando la parola ecologia ancora non si usava. Nel 1993 la nascita del centro sociale occupato autogestito nell'ex gazometro abbandonato: ne diventa immediatamente protagonista, e lo sarà fino alla fine della vita. Sapeva di essere un monumento vivente della Viterbo popolare, della Viterbo migliore, e il popolo di Viterbo lo amava visceralmente. E' deceduto il 30 aprile 2010, non risvegliandosi dal sonno dei giusti.

Molte fotografie di Alfio scattate da Mario Onofri, artista visivo profondo e generoso compagno di lotte che gli fu amico e che anche lui ci ha lasciato anni fa, sono disperse tra vari amici di entrambi, ed altre ancora restano inedite nell'immenso, prezioso archivio fotografico di Mario, che tuttora attende curatela e pubblicazione.

Negli ultimi anni il regista ed attore Pietro Benedetti, che gli fu amico, ha sovente con forte empatia rappresentato - sulle scene teatrali, ma soprattutto nelle scuole e nelle piazze, nei luoghi di aggregazione sociale e di impegno politico, di memoria resistente all'ingiuria del tempo e alla violenza dei potenti - un monologo dal titolo "Allora ero giovane pure io" dalle memorie di Alfio ricavato, personalmente interpretandone e facendone cosi' rivivere drammaturgicamente la figura.

La proposta di costituire un "Archivio Alfio Pannega" per raccogliere, preservare e mettere a disposizione della collettività le tracce della sua vita e delle sue lotte, è restata fin qui disattesa.

Alcuni testi commemorativi sono stati più volte pubblicati sul notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino", ad esempio negli "Archivi della nonviolenza in cammino" nn. 56, 57, 58, 60; cfr. anche il fascicolo monografico dei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 265 ed ancora i "Telegrammi della nonviolenza in cammino" nn. 907-909, 1172, 1260, 1261, 1272, 1401, 1622-1624, 1763, 1971, 2108-2113, 2115, 2329, 2331, 2334-2335, 2476-2477, 2479, 2694, 2833, 3049, 3051-3052, 3369-3373, 3448, 3453, 3515-3517, 3725, 4089-4091, 4235-4236, 4452, 4455-4458, 4599-4601, 4819-4821, 4962-4965, 5184-5187, 5328, 5331, 5470, 5477, 5485, 5487, 5489, 5501-5503, 5505, 5507, 5513-5514, 5516-5517, i fascicoli di "Coi piedi per terra" n. 546 e 548-552, e "Voci e volti della nonviolenza" nn. 687-691, 754-755, 881, il fascicolo di "Ogni vittima ha il volto di Abele" n. 170, i fascicoli di "Una persona, un voto" nn. 88-90, 206, 209, i fascicoli de "La domenica della nonviolenza" nn. 420 e 511, i fascicoli de "La nonviolenza contro il razzismo" nn. 202-206, 213, 437-438, 445-446, i fascicoli de "La biblioteca di Zorobabele" nn. 430-433.


Nel ricordo e alla scuola di Alfio Pannega

Nel ricordo e alla scuola di Alfio Pannega proseguiamo nell'azione nonviolenta contro la guerra, contro la militarizzazione, contro il riarmo.

Nel ricordo e alla scuola di Alfio Pannega proseguiamo nell'azione nonviolenta per soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.

Nel ricordo e alla scuola di Alfio Pannega proseguiamo nell'azione nonviolenta in difesa di ogni essere vivente e dell'intero mondo vivente.

Nel ricordo e alla scuola di Alfio Pannega proseguiamo nell'azione nonviolenta per la salvezza, la liberazione, il bene comune dell'umanità intera.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Pace, disarmo, smilitarizzazione.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignità, alla solidarietà.

Prendersi cura tutte e tutti di quest'unico mondo vivente, casa comune dell'umanità intera.

Salvare le vite è il primo dovere.