Tumore del seno: in Toscana ogni anno 3500 casi

L’agenzia regolatoria dà il via libera alla rimborsabilità del farmaco a bersaglio molecolare. Aifa approva tucatinib nella malattia metastatica

La nuova terapia mirata riduce il rischio di morte del 34%. Il 51% delle pazienti con malattia HER2 positiva è vivo a 2 anni. Questo importante beneficio si aggiunge a quelli ottenuti con le prime due linee di trattamento. La combinazione della nuova molecola con un anticorpo monoclonale e la chemioterapia è efficace anche in presenza di metastasi cerebrali: il 48,5% è vivo a 24 mesi

Firenze: Ogni anno in Toscana si stimano circa 3500 nuovi casi di carcinoma della mammella. Oggi la ricerca fa segnare un importante passo in avanti nel prolungamento della sopravvivenza delle pazienti con tumore della mammella metastatico HER2+ che hanno già ricevuto due linee di trattamento. L’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha approvato la rimborsabilità di una nuova terapia mirata, tucatinib, in combinazione con l’anticorpo monoclonale (trastuzumab) e chemioterapia (capecitabina) per le pazienti con tumore del seno metastatico che sovraesprimono la proteina HER2 (HER2+). La combinazione con tucatinib riduce il rischio di morte del 34%, migliora la sopravvivenza globale e, a due anni, il 51% dei pazienti è vivo rispetto al 40% di quelli trattati con trastuzumab e capecitabina. A 2 anni la sopravvivenza globale mediana è stata di 24,7 mesi con il regime a base di tucatinib rispetto a 19,2 mesi del gruppo di controllo. Inoltre il 29% di pazienti trattati con tucatinib risulta libero da progressione di malattia rispetto al 14% del gruppo di controllo. Questi benefici si aggiungono a quelli già ottenuti con le prime due linee di trattamento.


“Nel nostro Paese oltre 40mila donne vivono con una diagnosi di carcinoma mammario metastatico - afferma Laura Biganzoli, Direttore UOC Oncologia Medica e Breast Center dell’Ospedale Santo Stefano di Prato, Azienda USL Toscana Centro -. Nella maggior parte dei casi il carcinoma mammario metastatico non è suscettibile di guarigione, ma la malattia può essere tenuta sotto controllo per lunghi periodi. In particolare, le terapie mirate hanno cambiato la storia del carcinoma della mammella metastatico, determinando in molti casi una lunga aspettativa di vita, molto più elevata rispetto al passato. Un chiaro esempio è fornito dalla malattia HER2-positiva. In questo contesto, però, rimane un forte bisogno clinico di armi ancora più efficaci per le pazienti già trattate con le opzioni terapeutiche standard. Tucatinib si caratterizza per un meccanismo d’azione diverso rispetto alle altre terapie più frequentemente utilizzate e mostra un’attività clinicamente significativa non solo nel controllo di malattia ma anche nel prolungare la sopravvivenza delle pazienti. In particolare, va sottolineata l’importante efficacia del farmaco nelle pazienti con metastasi encefaliche sia stabili che attive. La molecola, inoltre, si caratterizza per un’elevata tollerabilità, aspetto fondamentale nella gestione della malattia metastatica per garantire alle pazienti una buona qualità di vita”.

“Il 15-20% dei casi di carcinoma della mammella presenta iperespressione della proteina HER2, il recettore 2 per il fattore di crescita epidermico umano – spiega Carmelo Bengala, Direttore UOC Oncologia Medica, Ospedale di Grosseto, e Direttore Dipartimento di Oncologia, Azienda USL Toscana Sud Est -. Il profilo biologico del carcinoma mammario HER2+ determina caratteristiche cliniche di maggiore aggressività ed elevato rischio di progressione della malattia. Inoltre, fino al 50% delle pazienti con carcinoma mammario metastatico HER2+ sviluppa metastasi cerebrali. Tucatinib, inibitore tirosin chinasico di nuova generazione, è in grado di bloccare la replicazione delle cellule tumorali in modo molto efficace. Tucatinib ha permesso di ridurre il rischio di morte del 34% in tutta la popolazione studiata ed in particolare del 52% nelle pazienti con metastasi cerebrali”.

Lo studio HER2CLIMB, pubblicato sul New England Journal of Medicine, che ha portato all’approvazione della molecola in Europa a febbraio 2021, ha valutato l’aggiunta di tucatinib a trastuzumab e alla chemioterapia in 612 pazienti con carcinoma mammario metastatico HER2 positivo con e senza metastasi cerebrali, precedentemente trattati. “HER2CLIMB è la prima sperimentazione clinica prospettica ad aver arruolato, con un’analisi prepianificata, il 48% di pazienti con metastasi cerebrali, tra cui quelle attive, le più difficili da curare – afferma la prof.ssa Biganzoli -. Questo inibitore delle tirosin chinasi è sufficientemente piccolo da attraversare la barriera ematoencefalica e raggiungere il cervello, bloccando direttamente lo stimolo di proliferazione della proteina HER2. A 24 mesi, tucatinib ha dimostrato una sopravvivenza globale quasi raddoppiata nelle pazienti con metastasi cerebrali (48,5%) rispetto al braccio di confronto (25,1%)”. “Le pazienti con malattia metastatica devono essere prese in carico da un team multidisciplinare, cioè dai centri di senologia, in grado di intercettare e soddisfare il loro bisogno di cura globale e duraturo – sottolinea il prof. Bengala -. Nell’ottica di avviare un percorso di convivenza sempre più lungo con una malattia come il tumore mammario metastatico, è fondamentale valorizzare il punto di vista della paziente per disegnare in maniera sartoriale l’iter di cura. Infatti, gli studi clinici stanno sempre più includendo tra i loro obiettivi la valutazione della qualità di vita e degli esiti del trattamento riferiti dal paziente, per mezzo di strumenti validati”.

“Negli ultimi 20 anni – continua il prof. Bengala -, grazie allo studio delle caratteristiche biologiche e molecolari, all’individuazione dei diversi sottotipi di tumore mammario e alla comprensione dell’eterogeneità biologica della malattia, si è assistito a una straordinaria evoluzione delle terapie, sempre più mirate contro specifici bersagli e quindi sempre meno gravate da tossicità invalidanti. In Italia, l’88% delle pazienti colpite dal carcinoma mammario è vivo a 5 anni e la frazione di guarigione è di circa il 67%”.

“Resta però una percentuale di pazienti, pari a circa il 10%, in cui la malattia si presenta metastatica già alla diagnosi – afferma la prof.ssa Biganzoli -. Il tumore della mammella, inoltre, può ripresentarsi sotto forma di metastasi anche dopo molti anni dall’intervento chirurgico e dalla fine delle terapie postoperatorie. Si stima che circa il 20% delle donne con carcinoma inizialmente non metastatico sviluppi metastasi nei 5 anni successivi alla diagnosi. La ricerca rende disponibili trattamenti sempre più efficaci per queste pazienti, come tucatinib, che consentono di vivere più a lungo”.

“Tucatinib rappresenta per noi l’impegno nello sviluppo di farmaci in grado di cambiare la vita delle persone affette da cancro. In Seagen lavoriamo costantemente per rendere disponibili farmaci innovativi nel più breve tempo possibile per tutti i pazienti che possano beneficiarne”, conclude Rodrigo Fernandez-Baca (General Manager Seagen Italia).

Informazioni su tucatinib

Tucatinib è un farmaco orale, inibitore della tirosin-chinasi della proteina HER2. In vitro (in studi di laboratorio), tucatinib ha inibito la fosforilazione di HER2 e HER3, con conseguente inibizione della trasduzione del segnale di MAPK e AKT e della crescita cellulare (proliferazione) e ha mostrato attività antitumorale nelle cellule neoplastiche che esprimono HER2. In vivo (negli organismi viventi), tucatinib ha inibito la crescita dei tumori che esprimono HER2. La combinazione di tucatinib e dell'anticorpo anti-HER2 trastuzumab ha mostrato una maggiore attività antitumorale in vitro e in vivo rispetto a entrambi i farmaci in monoterapia.

Tucatinib in combinazione con trastuzumab e capecitabina è stato approvato dalla Food and Drug Administration (FDA) statunitense nell'aprile 2020 per pazienti adulti con carcinoma mammario HER2-positivo avanzato non resecabile o metastatico, comprese le pazienti con metastasi cerebrali, che hanno ricevuto uno o più precedenti trattamenti anti HER2 nel setting metastatico. Nel febbraio 2021, l'Agenzia europea per i medicinali (EMA) e l'Agenzia di regolamentazione dei prodotti sanitari (MHRA) del Regno Unito hanno approvato tucatinib in combinazione con trastuzumab e capecitabina per il trattamento di pazienti adulti con carcinoma mammario HER2-positivo localmente avanzato o metastatico che hanno ricevuto almeno due precedenti regimi di trattamento anti-HER2. Tucatinib è approvato anche in Canada, Svizzera, Singapore e Australia.

Informazioni su Seagen

Seagen è un'azienda biotecnologica globale che scopre, sviluppa e commercializza farmaci antitumorali rivoluzionari, per fare la differenza nella vita delle persone. Seagen ha sede a Seattle, nell'area di Washington, e sedi in California, Canada, Svizzera e Unione Europea. Per ulteriori informazioni sui prodotti commercializzati dall'azienda e sulla solida pipeline, visitare www.seagen.com e seguire @SeagenGlobal su Twitter.