A Siena torna il Mercato nel Campo: tre giorni all’insegna della cultura del gusto
Saldi invernali, le previsioni di Confcommercio per la Toscana
Il 57% dei residenti comprerà abiti e calzature a prezzi scontati per un giro d’affari complessivo di oltre 296 milioni di euro. 142 euro a persona il budget di spesa regionale (5 euro in più rispetto alla media nazionale), in aumento rispetto ai saldi invernali del 2023 (133 euro), “ma c’è di mezzo l’inflazione”. Maglie, accessori, giubbotti e cappotti i capi di abbigliamento più richiesti, sneaker e mocassini per le calzature.
Firenze: Potrebbe essere il freddo più intenso, sempre che arrivi, a dare una spinta in più alla partenza dei saldi invernali 2024, fissata in Toscana a venerdì 5 gennaio. Secondo le previsioni di Confcommercio Toscana, saranno due milioni (il 57% dei residenti) i toscani pronti ad acquistare abiti e calzature a prezzi ribassati nei sessanta giorni a disposizione, per un importo medio di 142 euro a persona.
In totale, un giro di affari di oltre 296 milioni di euro a livello regionale. A fare da capofila resta Firenze, dove alla spesa dei residenti, quantificabile in quasi 30 milioni di euro, dovrebbe aggiungersi quella dei tanti pendolari per motivi di lavoro o studio, oltre che dei turisti. “Ma i mesi di gennaio e febbraio non sono mai stati particolarmente brillanti in quanto ad arrivi e presenze – fa notare il direttore di Confcommercio Toscana Franco Marinoni - il turismo incide di più sul risultato dei saldi estivi, per quelli invernali i negozianti contano soprattutto sul mercato interno”.
L’attesa c’è, ed è alta, sia fra gli addetti ai lavori sia fra i consumatori, come testimonia l’aumento del budget di spesa rispetto ai saldi invernali degli ultimi anni. “Ma se siamo passati dai 133 euro del 2023 ai 142 di quest’anno è anche per effetto dell’inflazione, che ha fatto aumentare i prezzi – chiarisce Marinoni - in ogni caso, non siamo ancora tornati ai 160 euro registrati nell’inverno 2020, l’ultimo prima della pandemia. Segno che, purtroppo, il settore moda resta uno dei più penalizzati dalla difficile congiuntura”.
Gli affari in Toscana, comunque, dovrebbero andare meglio che altrove: “a livello previsionale, la spesa media regionale per i saldi è superiore di 5 euro rispetto a quella nazionale, che si attesta intorno ai 137 euro a persona”, sottolinea il presidente di Federmoda-Confcommercio Toscana Paolo Mantovani. Non mancano altre note positive: “la gente sta tornando a frequentare i negozi fisici e la crescita dell’e-commerce ha subito un arresto – prosegue Mantovani – lo si è visto anche a dicembre. Un po’ c’entra la voglia di tornare alla vita sociale pre-pandemia, che ha sempre avuto nello shopping in compagnia un rituale importante. Ma c’entra anche il fatto che in questi anni i negozianti della rete tradizionale sono diventati più reattivi alla concorrenza del web: hanno adottato nuove tecniche di vendita, ispirate al neuromarketing, e hanno imparato a usare i social per farsi promozione. Si stanno quindi riprendendo la visibilità che avevano perduto, oscurata dal marketing potente dei colossi del digitale”.
L’invito di Federmoda-Confcommercio Toscana è di rivolgersi con fiducia ai commercianti di riferimento: “veniamo da un autunno molto calmo, anche per via delle temperature miti che di certo non hanno agevolato le vendite. Questo significa che l’assortimento di modelli, taglie e colori nei negozi è ancora piuttosto alto. E l’abbassamento delle temperature previsto proprio in concomitanza con la partenza dei saldi potrebbe spingere anche i più restii a fare qualche acquisto. È ovvio che per noi commercianti vendere con gli sconti significa ridurre drasticamente i margini di ricavo, ma per i consumatori può rappresentare un vantaggio”, dice Mantovani.
Per quanto riguarda le tendenze del mercato, “le persone cercano capi versatili, comodi e di uso quotidiano, che si mescolino bene con quanto già hanno nell’armadio e che possano diventare più eleganti semplicemente con l’aggiunta dell’accessorio giusto – spiega il presidente di Federmoda Toscana – in pochi chiedono abiti specifici per un’occasione. Maglie, accessori, giubbotti e cappotti sono i prodotti di abbigliamento più richiesti, sneaker e mocassini per quanto riguarda le calzature le calzature.
LE REGOLE
Confcommercio ricorda ad esercenti e consumatori le principali regole per il corretto svolgimento delle vendite in saldo.
1. Cambi: la possibilità di cambiare il capo dopo che lo si è acquistato è generalmente lasciata alla discrezionalità del negoziante, a meno che il prodotto non sia danneggiato o non conforme (Art. 129 e ss. D.lgs. 6 settembre 2005, n. 206, Codice del Consumo). In questo caso scatta l’obbligo per il negoziante della riparazione o della sostituzione del capo e, nel caso ciò risulti impossibile, la riduzione o la restituzione del prezzo pagato (art. 135 bis del D.Lgs. 206/2005 – Codice del Consumo). Il compratore è però tenuto a denunciare il vizio del capo entro due mesi dalla data della scoperta del difetto. Per gli acquisti online i cambi o la rescissione del contratto sono sempre consentiti entro 14 giorni dalla ricezione del prodotto indipendentemente dalla presenza di difetti, fatta eccezione per i prodotti su misura o personalizzati (artt. 52 e ss. del D.Lgs. 206/2005 – Codice del Consumo).
2. Prova dei capi: non c’è obbligo. È rimessa alla discrezionalità del negoziante.
3. Pagamenti: le carte di credito devono essere accettate da parte del negoziante e vanno favoriti i pagamenti cashless.
4. Prodotti in vendita: i capi che vengono proposti in saldo devono avere carattere stagionale o di moda ed essere suscettibili di notevole deprezzamento se non venduti entro un certo periodo di tempo.
5. Indicazione del prezzo: in Toscana è obbligo del negoziante indicare il prezzo normale di vendita e lo sconto. Non necessaria l’indicazione del prezzo finale risultante dopo lo sconto. In tutto il periodo dei saldi il prezzo iniziale sarà il prezzo più basso applicato alla generalità dei consumatori nei 30 giorni antecedenti l’inizio dei saldi (Art. 17 bis D.Lgs. 206/2005 – Codice del Consumo introdotto dal D.Lgs. n. 26/2023 di recepimento della Direttiva UE «Omnibus»)