Rifondazione Comunista, solidarietà alle lavoratrici minacciate

Follonica: La piena solidarietà di Rifondazione Comunista e di Follonica a Sinistra va alle operatrici sanitarie che nei giorni scorsi hanno subito minacce sul luogo di lavoro. «L’ultimo caso recentissimo - si legge nella nota - segue tanti altri episodi che si susseguono da troppo tempo in tutta Italia contro i nostri operatori. Recentemente anche l'omicidio della dottoressa di psichiatria all'Ospedale Santa Chiara di Pisa. Fa impressione che questo ultimo episodio sia avvenuto nella notte del 25 Aprile, il giorno nel quale celebriamo la liberazione del nostro Paese dai violenti che lo occupavano.

Questa situazione non è più sostenibile, a Follonica e in ogni parte d’Italia. E’ doveroso e necessario un intervento che permetta di garantire la sicurezza di chi opera a tutela della salute, davanti a un evidente imbarbarimento della società.

Un fenomeno preoccupante che riguarda, purtroppo tutto il nostro Paese, con 5.000 gli episodi di violenza negli ultimi tre anni, circa 1.600 l’anno, in cui 7 volte su 10 la vittima è una donna, e che sta assumendo connotati particolarmente inquietanti. Spesso non si tratta solo di aggressione, ma di vera e propria intimidazione, allusioni a minacce dai connotati criminali. Fatti non isolati, a quanto apprendiamo, che fanno seguito a un clima quotidiano di urla, minacce, aggressioni verbali oppure sui social. Tutto questo è impensabile. Come possiamo solo immaginare che i medici, gli infermieri, tutto il personale sanitario, cioè gli stessi angeli e eroi, che hanno lottato in prima linea, spesso a rischio della propria vita, nei momenti più terribili della pandemia Covid-19, si ritrovino adesso a dover affrontare, ora, oltre al delicato compito del proprio lavoro, anche minacce ed aggressioni? E’ ora di dire basta a questa vergogna, e agire concretamente, per difendere prima di tutto la professionalità e la dignità del nostro personale sanitario e, allo stesso tempo, il nostro sistema sanitario nazionale, minacciato anche da tagli e ristrutturazioni. É infatti sempre maggiore il numero dei medici che, anche a causa di questo immotivato clima di aggressività, medita di lasciare il servizio sanitario nazionale. Prima di tutto dobbiamo investire in risorse per avere più medici e personale sanitario sul nostro territorio e, in secondo luogo dobbiamo tutelarli da minacce e aggressioni: è ora un dovere del governo nazionale e della giunta regionale mettere a punto gli strumenti adeguati e, soprattutto, agire uniti per contrastare questa barbarie, che oltre a essere inaccettabile, rischia di alimentare una vera e propria fuga dei medici dal Servizio Sanitario Nazionale».