Riapertura cantieri edili, l'appello dell'ex vice presidente degli artigiani edili

Grosseto: Marco Noferi, ex vice presidente artigiani edili, lancia un appello alle istituzioni perché si attivino per permettere la riapertura dei cantieri edili. "Nessuno di noi vuole correre rischi  - sostiene Noferi - ma le nostre imprese rischiano di chiudere. Le ditte edili della zona sud chiedono di tornare a lavorare prima che sia troppo tardi. Siamo in ginocchio e non possiamo permetterci di non riaprire i nostri cantieri. Sono nell’edilizia da anni, prima come imprenditore e adesso come collaboratore. Sono perfettamente consapevole dell’emergenza che sta attraversando il nostro Paese a causa del Covid 19.

Oltre all’emergenza sanitaria però stiamo vivendo un’ emergenza economica. Come artigiano che opera nell’edilizia da decenni sento la necessità di unirmi all’appello che alcuni giorni fa ha lanciato Giovanni Lamioni presidente di Confartigianato.  Il nostro settore è in ginocchio. Non possiamo permetterci altre settimane di inattività. Di certo non possiamo non ricominciare a lavorare oltre il 4 maggio. Chiedo, facendomi anche portavoce di altri imprenditori edili della zona, al presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, al presidente della Provincia Antonfrancesco Vivarelli Colonna e al prefetto di Grosseto, Fabio Marsilio,  di ascoltare la voce di noi artigiani edili. Lamioni ha rappresentato perfettamente la nostra situazione.

Il prolungarsi delle chiusure in questi settori - continua Noferi -, come ha detto il presidente di Confartigianato,  porterà ad avere una percentuale altissima di aziende che non riapriranno o che si troveranno costrette a ridurre il personale. Chiediamo anche noi artigiani  il vostro impegno affinché davvero le aziende possano riaprire prima possibile con la data del 4 maggio 2020 come ultima data possibile, senza ulteriori proroghe. Abbiamo cantieri che sono stati chiusi  all’improvviso. Non possiamo programmare il nostro lavoro. Non possiamo pensare ai lavori che avevamo in previsione dato che non abbiamo la sicurezza di  quando e del se potremo tornare al lavoro. Siamo consapevoli che dovranno essere rispettate delle norme di sicurezza e saremo i primi a farlo dato che ne va anche della nostra salute. La maggior parte delle nostre imprese ha, fra le altre cose, carattere familiare ed è composta da persone che molto spesso convivono anche in famiglia. Questo limita anche il rischio sanitario. Faremo tutto quello che le norme impongono per la sicurezza nostra e di chi collabora con noi. Spero che le istituzioni ascoltino la richiesta di aiuto di noi artigiani prima che sia troppo tardi".