“Raccontare il lavoro: da Luciano Bianciardi agli scrittori degli anni Duemila"

Grosseto: La parola agli autori Alberto Prunetti, Simona Baldanzi e Francesco Targhetta Raccontare il lavoro: da Luciano Bianciardi agli scrittori degli anni Duemila” è il titolo del convegno che si terrà sabato 12 novembre al mattino nell’aula magna del Polo liceale “Aldi” di Grosseto, mentre nel pomeriggio alla Fondazione Polo universitario grossetano. La giornata di studi, tra gli eventi più importanti del Centenario, è organizzata dal Comitato nazionale per le celebrazioni del centenario della nascita di Luciano Bianciardi insieme alla Fondazione Luciano Bianciardi, con la collaborazione dell’Università di Siena (dipartimento di Filologia e Critica delle letterature antiche e moderne), della Fondazione Polo universitario grossetano e del Comune di Grosseto.

«Un convegno – afferma il presidente della Fondazione Bianciardi, Massimiliano Marcucci – che vede insieme prestigiosi enti per un tema sempre più emergente nel nostro paese, quello del racconto del lavoro – che vide Bianciardi tra i pionieri – come dimostreranno i nostri relatori; la stessa presenza della vicepresidente della Cgil, Gianna Fracassi, sottolinea la rilevanza del tema scelto, in un tempo dove il lavoro si è frammentato e precarizzato divenendo argomento dei nuovi scrittori».

Luciano Bianciardi si colloca tra i pochi scrittori italiani contemporanei che si sono occupati del tema lavoro. «Già nei primi anni ’50, quando ancora viveva a Grosseto, si cimentò – sottolinea Lucia Matergi, direttrice scientifica della Fondazione Bianciardi – in narrazioni legate al territorio inteso come mondo di lavori particolari: da qui la ricerca “Sulle condizioni di vita in Maremma” del ’53, dedicata al lavoro contadino e la più nota e matura opera scritta a quattro mani con Carlo Cassola “I minatori della Maremma”. Anche in “La vita agra”, la sua opera più famosa, portò in primo piano il lavoro, in questo caso del traduttore, che svolge un ruolo decisamente centrale nel determinare l’evoluzione esistenziale del protagonista; affinché tale funzione sia chiara questo ruolo viene indagato dal di dentro, raccontato in tutta la sua complessità, durezza ed estenuante ripetitività, rinunciando a ogni retorica e idillio. Uno sguardo e un’attenzione che Bianciardi condivide solo con alcuni altri intellettuali della sua generazione: Primo Levi, Ottiero Ottieri, Paolo Volponi».

È nota l’evoluzione-involuzione che ha attraversato il lavoro dagli anni ’60 ad oggi, quando il tema è ormai così scottante da indurre molti intellettuali a tornare a parlarne. Come e cosa scrivono? Che ruolo attribuiscono a queste loro scelte narrative? Quali sono le forme di scrittura che vengono adottate per scrivere di lavoro? A questi spunti si ispira il convegno del 12 novembre, il cui tema, oltre a interessare gli studiosi di letteratura del novecento-duemila, si presta molto a suscitare l’interesse dei giovani e giovanissimi.

Su questa impostazione è costruito il programma della giornata di studi, la cui prima parte è interamente occupata dalla presenza di tre autori di opere inerenti al tema del lavoro. Si tratta di alcune tra le firme più significative del panorama italiano: Simona Baldanzi, Alberto Prunetti, Francesco Targhetta. Gli studenti avranno l’opportunità di ascoltare in diretta il loro mestiere di scrittori e di dialogare con loro. Il pomeriggio sarà invece dedicato all’approfondimento critico delle produzioni letterarie dall’epoca di Bianciardi ai giorni nostri. Seguiranno, nella sessione pomeridiana, vari interventi di studiosi del tema, applicato anche a scrittori coevi di Bianciardi, che getteranno luce non solo sulle singole personalità, ma anche sul denso clima culturale che connota gli anni del ripiegamento successivo al trionfale boom economico italiano. Chiude il convegno una tavola rotonda in cui alcuni studiosi si confronteranno sui temi dibattuti, con particolare riferimento al ponte tra Bianciardi e il nostro tempo.

Tante le iniziative ancora in programma per il centenario, tra cui: l'annullo filatelico di Poste italiane e il convegno “1922-2022 Balducci Bianciardi Pasolini contro la società dei consumi”. Mentre tra i gadget spunta lo shopper bianciardiano con impressa una sua citazione: "Il metodo del successo consiste in larga misura nel sollevamento della polvere".