Professionisti a scuola di digitale: mercato da 90 miliardi entro il 2026

Impossibile oggi non fare i conti con Intelligenza Artificiale, blockchain e IoT anche da un punto di vista giuridico. In Unione Europea si arricchisce la normativa e l’Unicusano presenta così il master in diritto sulle nuove tecnologie con materie che spaziano dalla giurisprudenza alla cybersecurity, ai Big Data.

di Federico Maselli

Entro il 2026 il mercato delle nuove tecnologie, soltanto in Italia, dovrebbe superare i 90 miliardi di euro. Sempre più gli italiani saranno quindi chiamati a familiarizzare con parole come blockchain, IoT e Intelligenza artificiale. Proprio sull’IA, oggi, si concentra il dibattito internazionale per una tecnologia rivoluzionaria che, nel Belpaese, registra un giro d’affari per oltre 900 milioni di euro nonostante le moltissime opportunità non ancora colte. E ciò accade soprattutto nei settori della Pubblica Amministrazione e delle piccole e medie imprese con un tasso di impiego molto basso pari rispettivamente a 35,9 milioni di euro e a 63 milioni. Ma, a leggere il report di Anitec-Assinform, il futuro dell’IA sarà roseo per una crescita che toccherà, in due anni, il miliardo e mezzo di euro.

Lo sviluppo così rapido delle tecnologie e del loro mercato di riferimento porta i governi centrali e periferici a produrre una serie di normative, direttive e regolamenti molto articolati che il mondo imprenditoriale e amministrativo è obbligato a conoscere: dal popolare GDPR sulla privacy al recente AI ACT passando per NIS 2 e il Data Governance Act. Per fornire gli strumenti necessari a giuristi, informatici e commercialisti per muoversi sul complesso campo delle tecnologie e del diritto (anche comunitario), l’Unicusano rinnova il suo “Master in Diritto Digitale: Intelligenza artificiale e nuove tecnologie” curato dal professor Fabrizio Corona e voluto proprio all’indomani dell’AI ACT. “In cosa differisce il master dell’Unicusano rispetto ad altri universitari? Che mentre gli altri sono focalizzati specificatamente su determinati temi come l’IA ACT, il nostro si muove a 360 gradi per approfondire e far comprendere l’interconnessione fra i diversi ambiti del diritto digitale. L’IA rappresenta sicuramente una fetta importante del master ma non è l’unico tema trattato e analizzato”, puntualizza il docente dell’Unicusano che poi aggiunge: “Digitale e giurisprudenza vivono un legame di profonda interconnessione, tanto complesso e articolato quanto in continua evoluzione: se all’apparenza gli atti, i regolamenti o le direttive possono sembrare slegati fra di loro, in realtà c’è dietro un filo conduttore che spinge il giurista ad avere una conoscenza trasversale. Facciamo un esempio: quando parliamo di tutela e protezione dei dati personali e dobbiamo implementare un nuovo sistema aziendale che sfrutti l’IA, è ovvio che si debba conoscere l’IA ACT ma anche il regolamento GDPR per capire bene in che modo quello specifico dato possa essere trattato all’interno dello strumento dell’IA. E lo stesso si può dire per il rapporto fra GDPR e NIS2”.


Per questo oggi il mercato del lavoro è in febbrile evoluzione tra la nascita di nuove figure e la necessità, per le vecchie professioni come il giurista o il commercialista, di aggiornarsi tramite una formazione specialistica. Tra le prime spicca il Data Protection Officer, necessario tanto per la PA quanto per un’azienda, è ancora sottostimato: “Dall’entrata in vigore del GDPR, ormai nove anni fa, meno del 50% della Pubblica Amministrazione ha un Data Protection Officer di ruolo – dichiara il professor Corona – il che è sintomatico perché mette in risalto la disattenzione della PA verso il settore”. Per il coordinatore del master Unicusano, poi, si può dire lo stesso per il mondo imprenditoriale italiano che preferisce nominare internamente un DPO per contenere i costi con il rischio però che il dipendente, non adeguatamente formato e preparato, non sia in grado di intervenire e interagire al presentarsi delle difficoltà.

“La mia esperienza mi suggerisce che il cliente, sia azienda sia PA, è interessato ad avere supporto da un professionista preparato sul tema del diritto in nuove tecnologie. Preparazione allround proprio per via del fatto che tutte le materie digitali sono interconnesse”, sottolinea il coordinatore Unicusano. Per colmare quindi una lacuna nell’offerta didattica in Italia, l’Unicusano rinnova il suo master in nuove tecnologie allargando il corpo docente non solo con giuristi ma anche con informatici. La spiegazione nelle parole di Fabrizio Corona: “È capitato spesso nelle aziende che giuristi e informatici, pur volendo raggiungere lo stesso scopo, trovassero difficoltà nella reciproca comprensione per via di due linguaggi differenti. Così il master si prefigge anche di dare al giurista le conoscenze basi di natura tecnico-informatica per capire la differenza, per esempio, fra un sistema peer-to-peer e un cloud. Al contrario vogliamo dare all’informatico un’infarinatura giuridica del processo perché tutti i regolamenti sono frutto di elementi di natura tecnico-giuridica e di natura informatica”.