Presentato l'Annuario ARPAT 2022
L'Annuario ARPAT 2022 è consultabile al link https://www.arpat.toscana.it/annuario
Firenze: Pubblicato l’Annuario 2022 di ARPAT, l’Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana, fotografia dello stato di salute dell’ambiente toscano aggiornata al 2022. L’Ambiente toscano ha bisogno di molta cura e attenzione: è quanto emerge dall’Annuario in cui si apprezzano, nel complesso, lievi miglioramenti per la qualità dell’aria e lievi criticità per le acque superficiali, mentre le acque di balneazione mantengono un livello eccellente. L’annuario, grazie a circa 100 indicatori ambientali, riferibili al modello DPSIR (elaborato dall’Agenzia europea per l’ambiente per individuare le relazioni di causa/effetto che intercorrono tra uomo e ambiente), fornisce un quadro ampio e approfondito sulla situazione dei vari comparti ambientali della Toscana.
L’Annuario ARPAT 2022 è stato presentato questa mattina a Palazzo Strozzi Sacrati, sede della presidenza della Regione, dal presidente della Regione Toscana Eugenio Giani e dal direttore generale di ARPAT Pietro Rubellini, nel corso di un momento di analisi e riflessione al quale hanno partecipato anche il presidente del Sistema Nazionale per la Protezione dell'Ambiente (SNPA) Stefano Laporta, il direttore tecnico di ARPAT Marcello Mossa Verre, e i docenti delle tre Università toscane Simone Bastianoni e Letizia Marsili del Dipartimento di scienze fisiche, della Terra e dell’ambiente - Università di Siena, Carlo Pretti del Dipartimento di scienze veterinarie- Università di Pisa e Francesco Ferrini, del Dipartimento di scienze e tecnologie agrarie, alimentari, ambientali e forestali- Università di Firenze.
“L’analisi dei dati ambientali che oggi anno ARPAT mette a disposizione della comunità scientifica, degli enti locali, delle imprese e di tutta la cittadinanza, è uno strumento essenziale non solo di conoscenza, ma anche di governo del territorio e di misura dei nostri comportamenti”. A dirlo il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, intervenuto alla presentazione. “L’Annuario è uno specchio che ci mostra cosa sta davvero succedendo – ha aggiunto il presidente - quale è il reale impatto ambientale della nostra società, cosa dobbiamo davvero agire per ridurre il nostro peso ambientale, proteggendo l’ecosistema. Giunto alla sua undicesima edizione, costituisce la sintesi dell’attività di controllo, monitoraggio e supporto tecnico svolta da ARPAT sulle sei aree tematiche nelle quali è articolato il volume: aria, acqua, mare, suolo, agenti fisici e sistemi produttivi. Grazie ai tecnici, ai ricercatori, a tutti i dipendenti di ARPAT ed al suo Direttore per l’ottimo lavoro svolto e per averci fornito anche quest’anno un quadro approfondito della situazione della Toscana”.
“Questo approfondito quadro conoscitivo – ha commentato l’assessora regionale all'ambiente Monia Monni - da una parte mette la Regione nelle condizioni di poter assumere con consapevolezza piena scelte importanti per la Toscana, dall’altra garantisce ai cittadini un accesso trasparente e a 360 gradi ai dati ambientali. L’Annuario rappresenta anche una solida base per affrontare il nuovo Piano regionale per la transizione ecologica, la cui legge istitutiva è stata recentemente approvata in Consiglio regionale, un nuovo e più moderno strumento per la programmazione in materia di sviluppo sostenibile e contrasto ai cambiamenti climatici. Le sfide di questo tempo, aggravate anche dalla situazione internazionale, necessitano di essere affrontate con mezzi adeguati, in questo senso è indispensabile il lavoro scrupoloso e costante dell’agenzia ARPAT, che svolge un ruolo tecnico indispensabile per la Regione. È nostra intenzione continuare ad accrescerne le professionalità e il ruolo”.
“L’Annuario - ha spiegato il direttore generale di Arpat Pietro Rubellini - assolve a una funzione strategica che la legge assegna all’Agenzia in termini di informazione per la conoscenza dello stato dell’ambiente. Storicamente l’Annuario è stato elaborato considerando le pressioni dirette antropiche come fattori di impatto principale attraverso “inquinamenti sensu latu”, alteranti la qualità preesistente dell’ambiente. Ormai la qualità dei comparti ambientali è considerevolmente influenzata anche dalle pressioni indirette legate ai cambiamenti climatici, che purtroppo amplificano gli impatti inquinanti attuali o cronicizzati, alterando le risorse naturali e ambientali, in termini quantitativi e qualitativi. La stabilità climatica e soprattutto la stagionalità del tempo meteorologico è venuta meno, incidendo, ad esempio, sulla capacità della risorsa idrica di rigenerarsi con le piogge, in maniera costante e con la consueta stagionalità. Sempre più subiamo piogge brevi e concentrate che portano ad un ruscellamento spinto e ad una scarsissima infiltrazione. Il risultato sono fiumi che si gonfiano e si scaricano istantaneamente mantenendo per il resto dell’anno portate bassissime e falde che si ricaricano scarsamente e solo in sporadiche occasioni. Oltre all’effetto sulle risorse questo mutamento climatico sta determinando ormai in maniera eclatante anche una pesante alterazione della biodiversità, elemento fondamentale per il mantenimento di un corretto equilibrio ecosistemico naturale e quindi di un’alta salubrità dell’ambiente. Specie vegetali e animali aliene hanno adesso un vantaggio nello sviluppo rispetto alle specie endemiche, incidendo sulla biodiversità tipica dei nostri territori, distruggendola o alterandola gravemente". "La necessità di studiare e introdurre nuovi indicatori ambientali nel set di quelli necessari a descrivere la qualità dell’ambiente - conclude Rubellini - è ormai impellente per l’Agenzia, che intende giocare la sua parte nella lotta contro il cambiamento climatico e fornire gli strumenti necessari per le relative politiche di adattamento”.