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“Paride Pascucci, la Maremma dolce e la Collezione Bologna”
Giovedì 23 marzo al Polo culturale Le Clarisse una conferenza con il direttore Mauro Papa per approfondire l’opera del pittore maremmano
Grosseto: “Paride Pascucci, la Maremma dolce e la Collezione Bologna” è il tema della conferenza che il direttore del Polo culturale Le Clarisse, Mauro Papa, terrà giovedì 23 marzo alle ore 17.30 nella sala conferenze del museo (ingresso libero). La conferenza illustrerà l'opera di Paride Pascucci alla luce di due iniziative in corso: proprio al Polo Clarisse, nel Museo Luzzetti, è allestita fino al 9 aprile una piccola mostra dedicata ai paesaggi di Pascucci che documentano una Maremma bonificata e dolce, mentre a metà aprile a Pienza sarà inaugurata una grande mostra intitolata “Da Palizzi a Severini; pittori italiani tra Ottocento e Novecento nella raccolta Bologna Buonsignori”, una sezione della quale – a cura di Mauro Papa – sarà interamente dedicata a Paride Pascucci con l'esposizione di 22 opere. Tra queste, un bellissimo inedito intitolato “Macinatura di breccia a Manciano”.
«Nei paesaggi – ricorda il direttore del Polo culturale Le Clarisse, Mauro Papa – Pascucci rivela il suo orizzonte creativo più spontaneo e diretto, quello che evoca una Maremma “dolce”, in contrapposizione a quella mitica e “amara” dipinta da Fattori, espressione dei latifondi e delle paludi, con tagli abbreviati e avvolgenti: un piccolo mondo ospitale e amico, il mondo della mezzadria dei territori interni, che assorbe nel paesaggio le figure popolari e ne stempera drammi e fatiche in un orizzonte elegiaco e antieroico».
Paride Pascucci è nato a Manciano nel 1866 e dal 1882 ha frequentato l’Accademia di Belle arti di Siena, fra gli ultimi allievi di Luigi Mussini, del quale non ha condiviso l’orientamento purista per aderire, invece, al crudo verismo nel dipinto d'esordio “Eroi della Maremma”. Nel 1897 si è trasferito a Roma nello studio di Cesare Maccari e proprio con Maccari, dal 1909, ha lavorato agli affreschi del Santuario di Loreto e del Palazzo di Giustizia a Roma, che ha completato insieme con le pitture per il Duomo di Nardò. Dai primi anni del secolo Pascucci ha partecipato con successo alle Mostre nazionali di Belle arti a Roma e nel 1909 ha esposto “Gli apostoli”. Rientrato a Manciano, Pascucci ha poi orientato la sua pittura verso tematiche di ribellione proletaria finché nel 1930 ha deciso di ritirarsi definitivamente nella città natale per dedicarsi alla pittura di paesaggio con uno sguardo particolare per la sua amata Maremma.