Oggi parliamo di: ... 16 febbraio 1907 muore Giosuè Carducci

Giosuè Alessandro Giuseppe Carducci nasce il 27 luglio 1835 a Valdicastello, frazione di Pietrasanta, in Versilia.  Trascorre la giovinezza in Maremma, tra Bolgheri e Castagneto. Nel 1849 la famiglia si trasferisce a Firenze. Frequenta l'Istituto degli Scolopi dove conosce Elvira Menicucci, che diventerà la futura moglie. Nel 1853 è ammesso alla Scuola Normale di Pisa, dove si laurea in Filosofia e Filologia, nel 1856. 

Le sue opere più famose: “Rime Nuove" “Odi Barbare" e “Inno a Satana". Nel 1890 diventa senatore. Tra i suoi componimenti più famosi, “San Martino “, tutti ricordiamo ……La nebbia agli irti colli Piovigginando sale, E sotto il maestrale Urla e biancheggia il mar;….

Nel 1906 gli viene assegnato il Nobel per la Letteratura, primo italiano a vincerlo. Critico letterario, Poeta, Professore di letteratura italiana, Senatore del Regno d'Italia, premio Nobel per la Letteratura, Carducci è uno dei più grandi esponenti della letteratura italiana. Muore a Bologna il 16 febbraio del 1907, proprio oggi nella ricorrenza della sua morte lo ricordo con una delle sue poesie più belle, 

“Traversando la Maremma toscana” scritta nel 1885 durante un viaggio da Livorno a Roma, poi inserita nella raccolta Rime nuove nel 1887:

- Dolce paese, onde portai conforme

L'abito fiero e lo sdegnoso canto

E il petto ov'odio e amor mai non s'addorme

Pur ti riveggo, e il cor mi balza in tanto

Ben riconosco in te le usate forme

Con gli occhi incerti tra 'l sorriso e il pianto

E in quelle seguo de' miei sogni l'orme

Erranti dietro il giovenile incanto

Oh, quel che amai, quel che sognai, fu in vano

E sempre corsi, e mai non giunsi il fine

E dimani cadrò, ma di lontano

Pace dicono al cuor le tue colline

Con le nebbie sfumanti e il verde piano

Ridente ne le pioggie mattutine.