Mufloni nel mirino dei cacciatori. Lndc Animal Protection scrive alla Regione Toscana

La Regione Toscana approva un piano per uccidere maschi, femmine (anche gravide) e cuccioli perché sarebbero responsabili di danni all’agricoltura che però sono smentiti dagli agricoltori stessi. La Presidente LNDC Animal Protection scrive al Presidente della Regione: “Vorrei sapere quali sono le reali motivazioni che hanno portato a questa barbarie e ho chiesto che si faccia un passo indietro”.

Grosseto: La Giunta Regionale della Toscana ha emesso una delibera con cui ha approvato il “prelievo” di un determinato numero di mufloni, comprese femmine giovani, gravide e i loro cuccioli. Nel gergo amministrativo, “prelievo” è una parola neutra per edulcorare un concetto molto più cruento: uccisione. Tra le motivazioni addotte ci sarebbero i danni che questi animali farebbero alle coltivazioni delle zone in cui sono concentrati. Danni che però sarebbero smentiti da diversi cittadini e agricoltori che si sono riuniti nel Comitato Save Giglio proprio con l’intenzione di proteggere questo animale ormai simbolo dell’isola.

“Ho scritto una lettera al Presidente della Regione Toscana ( www.legadelcane.org ) esprimendo la mia indignazione per questa orribile mattanza che non trova alcuna giustificazione, nonostante abbia ricevuto il parere favorevole dell’ISPRA, cosa che mi lascia francamente perplessa”, fa sapere Piera Rosati – Presidente LNDC Animal Protection. “Una cosa abbastanza inquietante è che nella stessa delibera si parla di trofei e questo farebbe del tutto pensare all’ennesimo regalo alla lobby venatoria affinché i cacciatori possano sfogare i loro più bassi istinti e riportarsi a casa pezzi di cadavere da esporre per dimostrare chissà cosa. Tutto questo in barba a qualsiasi concetto di tutela della biodiversità e della fauna selvatica, che è patrimonio indisponibile dello Stato e quindi di tutti i cittadini.”

“Ho espresso quindi al Presidente della Regione le mie perplessità sulle reali motivazioni che hanno portato a questa decisione, visto che gli stessi agricoltori del posto non lamentano danni così ingenti e che possono essere facilmente prevenuti, e l’ho invitato a fare marcia indietro per tutelare un animale che è stato introdotto nel territorio per un progetto di conservazione della specie, all’epoca seriamente a rischio di estinzione. Ora che il muflone è diventato un simbolo ed è amato da tutti come caratteristico della zona, si decide invece di ucciderli e sterminare anche i cuccioli. Una decisione completamente folle e incomprensibile”, conclude Rosati.