Monte di Muro: l’Amministrazione sta lavorando per la valorizzazione del sito

Sindaco Travison: «Nel 2020-2021 le Bandite hanno pulito la zona compresi i sentieri. Nessuno ha dimenticato Monte di Muro»

Scarlino: L’Amministrazione comunale sta lavorando per la riqualificazione e la valorizzazione del sito di Monte di Muro. «Dispiace che qualcuno pensi – spiega il sindaco Francesca Travison – che, perlomeno il Comune di Scarlino, non sia interessato alla zona dove si trova il rudere di un’antica chiesa, poi trasformata in edificio rurale fino al suo definitivo abbandono. Dopo vent’anni di disinteresse, la mia giunta, in collaborazione con le Bandite di Scarlino e con la Diocesi di Grosseto, ha iniziato un percorso per mantenere al meglio Monte di Muro

Vero è che, ed è importante segnalarlo, la Regione Toscana, ente competente in materia, non è mai stata interessata al suo recupero, considerato che nel patrimonio regionale ci sono migliaia di edifici simili a Monte di Muro e per sistemarli tutti servirebbe un investimento incalcolabile. Chiaramente ci sono delle valutazioni storiche e economiche che portano a scegliere su quali siti investire delle risorse. Come evidenziano gli esperti, quel rudere non è un bene inserito tra quelli di rilevanza archeologica e una riqualificazione totale costerebbe circa 2 milioni di euro. Negli anni 2020-2021 è stata pianificata e effettuata dalle Bandite di Scarlino una pulizia dell’area, e sono stati sistemati anche i sentieri. Stiamo collaborando con il Fai – Monte di Muro è inserito tra i “Luoghi del cuore” e invitiamo chi ha a cuore le sorti dell'area di andare sul sito www.fondoambiente.it e votarlo – e con le parrocchie scarlinesi, quindi con la Diocesi di Grosseto, per mantenere viva la storia e l’importanza di quel convento, organizzando eventi, e mostrando il sito nei servizi giornalistici che hanno riguardato il nostro territorio. Continueremo questo percorso e proprio a fine mese andrà in onda sulla tv locale uno speciale su Monte di Muro curato dalla Diocesi di Grosseto».