Medico di medicina generale a Roccastrada e Roccatederighi, Spi Cgil: “La soluzione presa non basta”
Roccastrada: Sono due le petizioni popolari che richiedono un maggiore presidio dei medici di medicina generale a Roccastrada e Roccatederighi. Due petizioni che suonano come da eco a quella che fu lanciata insieme allo Spi Cgil Grosseto da alcune delle stesse associazioni che l’hanno ribadita in questi giorni. Ma la soluzione sembra ancora lontana.
«Sia nel comune capoluogo che a Roccatederighi, infatti, il medico di base non è abbastanza presente per i fabbisogni della popolazione – dice Erio Giovannelli, segretario Spi Cgil Grosseto - Una popolazione in larga parte composta da anziani che, non potendo neanche contare su un servizio di trasporto pubblico capillare, trovano maggiori difficoltà negli spostamenti. Andare da un altro dottore più vicino o cambiarlo e uscire dal proprio comune diviene, quindi, un vero problema».
Dopo che la dottoressa a servizio di Roccastrada e Roccatederighi si era spostata su Grosseto all’inizio di questo autunno, la Asl aveva avuto modo di attingere tramite la cosiddetta Aggregazione Funzionale Territoriale (Aft), a tre medici di medicina generale. Mettendoli così al servizio dei cittadini dei due paesi.
«Così si era ripristinata una sorta di normalità - dice Olinto Bartalucci, responsabile del settore sociosanitario per la segreteria provinciale Spi Cgil Grosseto – Recentemente però, la dottoressa ha richiesto di tornare a Roccastrada e Roccatederighi. Non lasciando comunque Grosseto e non garantendo però le stesse ore di servizio che garantiva prima, ma solo 5».
La Asl ha disdetto accordo con i medici Aft e non torna indietro
«La Asl, a questo punto, si è bloccata su una posizione che valutiamo difficilmente comprensibile – sottolinea Bartalucci – Invece di coprire con i medici Aft le ore di servizio che servirebbero a raggiungere una quota di garanzia, dopo aver disdetto totalmente l’accordo con loro, non è affatto intenzionata a rinnovare il servizio».
«Siamo in netto contrasto con tale decisione, penalizza pesantemente le frazioni di Roccastrada e Roccatederighi – sottolinea Bartalucci - Ci sono i presupposti per continuare con l’attività aggiuntiva dei medici Aft magari abbassando il loro carico di 5 ore, proprio quelle che sta coprendo la dottoressa recentemente tornata».
La professionista è stata autorizzata dalla Asl al rientro a Roccastrada perché non ha raggiunto ancora il numero massimo degli assistiti. «Risulta in grado di poter “assorbire” quei 500 cittadini e cittadine del comune che devono ancora esercitare il diritto di scelta del medico di medicina generale – dice Bartalucci – A queste persone spetta alla Asl a dare le dovute risposte, noi ribadiamo con forza il diritto dei cittadini ad avere garantito un servizio, quello di poter usufruire del medico di medicina generale, che è fondamentale».
Come risolvere il problema della carenza dei medici di medicina generale: presto un incontro pubblico
Lo Spi Cgil, per il 12 dicembre ha in calendario un incontro pubblico a Roccastrada proprio sulla sanità nelle aree interne. Un incontro figlio delle iniziative sulla medicina territoriale iniziate il 17 maggio a Grosseto. A Roccastrada prevede di mettere insieme istituzioni, Coeso e Asl, per cercare di trovare una soluzione alla cronica carenza dei medici di medicina generale nella zona, dando allo stesso tempo uno sguardo al futuro.
«Sarà proprio la medicina territoriale il futuro dei territori e la medicina generale al centro del suo sviluppo – sottolinea Erio Giovannelli – Vogliamo per questo anche ringraziare i medici dell’Aft che si sono messi a disposizione ottemperando ai loro compiti in maniera lodevole. Ma ricordiamo quanto sia necessario risolvere prima possibile questo problema della carenza dei medici di medicina generale. Poi è bene pensare a come organizzare il servizio guardando al medio termine».
«I problemi della sanità a livello centrale sono ancora da risolvere – dicono Giovannelli e Bartalucci - Nelle facoltà di medicina non si prevede più l’esame di ingresso ma formalmente c’è ancora lo sbarramento, così come permangono i problemi con le specializzazioni e con i contratti dei medici».
Ma a livello locale, qualcosa secondo lo Spi, si può già fare. «Dobbiamo usare in maniera migliore gli strumenti previsti dalle nuove norme – dice Bartalucci - Non possiamo modificare il numero dei medici di medicina generale. Ma possiamo ragionare sulle figure che possono coadiuvare le loro attività. Come gli infermieri di comunità».
Proprio degli infermieri di comunità, nell’iniziativa el 12 dicembre, lo Spi Cgil chiederà la presenza prima possibile nel territorio in modo strutturale.
«Un anno fa lo Spi, in accordo con la Asl, propose una sperimentazione che consentisse agli infermieri di comunità di coadiuvare i medici di medicina generale – conclude Bartalucci – Non ne abbiamo saputo più nulla. Ma è chiaro quanto occorra progettare strumenti e risorse per un loro migliore utilizzo».