Maiano Lavacchio, per non dimenticare

Grosseto: Questa mattina a Maiano Lavacchio si sono svolte le celebrazioni per l’81° Anniversario della Liberazione della provincia di Grosseto, un momento solenne che ha visto la partecipazione delle massime autorità civili e religiose per ricordare il sacrificio degli undici martiri d’Istia, giovani vittime della repressione fascista.

Al termine della cerimonia l’Istituto storico grossetano della Resistenza e dell’età contemporanea ha presentato l’ingresso della "Casa della Memoria al Futuro", nella rete dei Paesaggi della memoria. Il memoriale che ricorda i “martiri d’Istia” entra, infatti, a far parte di un’importante rete nazionale che promuove il confronto e attività di approfondimento e formazione fra musei e luoghi di memoria dell’Antifascismo, della Deportazione, della Seconda Guerra Mondiale, della Resistenza e della Liberazione in Italia.

“ll sacrificio di quei giovani deve essere un monito per il presente e il futuro: la pace e la democrazia non sono conquiste scontate, ma valori da tutelare e promuovere ogni giorno. – ha dichiarato Francesco Limatola (foto 1), presidente della Provincia di Grosseto - Oggi più che mai, di fronte ai conflitti che insanguinano diverse parti del mondo, alle tensioni internazionali che minacciano la stabilità geopolitica, sentiamo il dovere di ribadire che la pace non è un dato acquisito, ma un obiettivo da costruire insieme, con consapevolezza, memoria e impegno quotidiano.”


“Nella stanza del sindaco - ricordano il primo cittadino di Grosseto, Vivarelli Colonna e l’assessore all’Istruzione Angela Amante - c’è la lavagna che la madre dei fratelli Matteini donò al giornalista Gino Bernardini e che lui lasciò al primo cittadino affinché la custodisse come un monito a chi si sarebbe seduto dietro quella scrivania in rappresentanza di tutta la nostra comunità. Un messaggio pieno d’amore verso una madre alla quale non fu permesso di vedere i propri figli prima che questi fossero trucidati. Ecco, dobbiamo sempre tenere bene a mente quel simbolo di sconfinata umanità, tenerezza, dolore”.

“Sono trascorsi 81 anni dell'eccidio – ha commentato il sindaco di Cinigiano Luciano Monaci - e oggi più che mai si riapre la profonda ferita, mai sanata, nella nostra comunità; ferita che suscita indignazione e condanna alla guerra e a tutte quelle forme di repressione in atto, capaci di destabilizzare la democrazia e la pace”.

“Commemorare per non dimenticare, non dimenticare per non consentire a nessuno di mescolare il bianco con il nero, il bene ed il male, in un unico grigio tipico dell'oblio. – aggiunge il sindaco di Magliano in Toscana, Gabriele Fusini - Ma commemorare anche per far tesoro di quello che la storia insegna. Limitarci, come già dissi lo scorso anno, a ritrovarci qui ogni 12 mesi solo per raccontarci sempre le stesse cose non rende onore alle vittime né tantomeno alla storia. Ogni singolo giorno e con ogni singolo gesto quotidiano si dovrebbe dare prova ciascuno di noi di aver fatto propri i valori di solidarietà e di libertà reciproca della resistenza. Dare un senso a quello che facciamo che sia testimonianza della vera voglia di cambiare un mondo sempre devastato dalle guerre. Forse è utopia anzi sicuramente lo è ma la rassegnazione a rimanere spettatori è peggiore del sogno di poter cambiare le cose partendo dal quotidiano rispetto del prossimo”.

Per ANPI la commemorazione di Maiano Lavacchio è la prima delle iniziative per celebrare degnamente l'80° della Liberazione dell'Italia dall'oppressione nazi-fascista. Iniziative che proseguiranno il 25 Aprile, ma anche oltre. “L'Italia e la sua Costituzione – dichiara Giulio Balocchi, presidente del Comitato provinciale Anpi “Norma Parenti” - sono basate sui principi dell'antifascismo e della democrazia, e quindi continueremo a contrastare ogni tentativo di riscrivere la storia e di glorificare sia chi ne è stato protagonista sia chi è nostalgico del regime totalitario del Ventennio”.

“Quella dei ‘martiri d’Istia’ è solo una fra le tante stragi di civili in Toscana, ma una di quelle che lasciò il segno più forte di dolore nella memoria collettiva grossetana, – conclude infine Ilaria Cansella, direttrice dell’Istituto Storico Grossetano della Resistenza e dell’Età contemporanea, che è l’ente che gestisce il memoriale della Casa della Memoria al Futuro - per la giovane età delle vittime e l’immagine della loro innocenza (undici “agnelli” furono chiamati). Già dal 1945, quindi, Maiano Lavacchio si trasformò in simbolo delle colpe del fascismo. A distanza di oltre ottant’anni, la memoria e la storia di quel che vi accadde rimangono come patrimonio collettivo della comunità maremmana, da tutelare e diffondere per promuovere la costruzione di una coscienza storica e civile”.