Lidia Ravera vince la Terza edizione del premio OBP Orbetello Book Prize – Maremma Tuscany Coast

di Tìndara Rasi

Orbetello: Istituito tre anni fa, il Premio letterario della città lagunare di Orbetello consolida la sua levatura. Ideato dall’Assessorato alla Cultura e al Turismo di Orbetello, guidato attualmente da Maddalena Ottali, e organizzato dall’agenzia di comunicazione integrata Zigzag di Andrea Zagami, il 20 giugno alle 12.30 presso la sala consiliare in Piazza Plebiscito ha effettuato la presentazione ufficiale della giuria, confermando di fronte al sindaco Andrea Casamenti anche la terna finalista e il nominativo del premio “Tributo alla carriera” di questa III edizione.

Il Gruppo di selezione dei giurati aveva già in precedenza individuato la sestina iniziale, composta inizialmente da “Il fuoco che ti porti dentro” di Antonio Franchini, Marsilio; “Un giorno tutto questo sarà tuo” di Lidia Ravera, Bompiani; “I folgorati” di Susanna Bissoli, Einaudi; “Invernale” di Dario Voltolini, la Nave di Teseo; “Piccoli miracoli e altri tradimenti” di Valeria Parrella, Feltrinelli; “Manualetto per la prossima vita” di Ermanno Cavazzoni, Quodlibet.

Dalla sestina sono stati successivamente estrapolati i tre nominativi dei contendenti finali, Franchini, Ravera, Bissoli. L’attento lavoro di selezione è stato effettuato dal “Gruppo di selezione” composto da Paolo Di Paolo, presidente della giuria, Teresa Ciabatti, Roberta Colombo, Sandra Petrignani, Eugenio Murrali, assieme a un altro gruppo, quello dei “Lettori forti” formato da Fausto Carotti (dirigente d’azienda), Silva Gentilini (scrittrice), Lorena Manini (bibliotecaria), Giorgio Razzoli (librario) e Maurizio Vichi (docente).

I tre libri in finale sono stati successivamente giudicati e votati da tutti i giurati e dalla giuria popolare dei lettori “Amici del Parco della Lettura” che, per questo terzo anno, ha arricchito la sua formula già vincente: il gruppo passato da 50 membri del territorio a 100, con ulteriori 20 lettori esterni. Dopo essersi candidati attraverso un form sul sito ufficiale, i componenti rientrati nei 100 hanno potuto ritirare le copie cartacee dei tre libri finalisti versando una tantum di dieci euro, e hanno dunque potuto iniziare la lettura personale in vista del voto. Assieme alle copie cartacee, è stata fornita una busta chiusa con la scheda di voto cartonata per la votazione.

Oltre al lavoro del comitato, egregio anche quello compiuto dal “Gruppo di giovani lettori”, cioè dagli alunni orbetellani del Liceo Classico, Liceo Scientifico, Liceo Linguistico, Istituto Tecnico Commerciale, Istituto Professionale eno-gastronomico, che si sono cimentati nella lettura dei tre libri finalisti e che hanno espresso il proprio parere.

Dopo i vincitori delle edizioni precedenti (nel 2022 “La foglia di fico. Storie di alberi, donne, uomini” di Antonio Pascale, Einaudi, con “Tributo alla carriera” assegnato a David Leavitt; e nel 2023 “La vita di chi resta” di Matteo B. Bianchi, Mondadori, con “Tributo alla Carriera” assegnato a Fernando Aramburu), nelle tre serate finali, organizzate presso i “Giardini Chiusi” dal 27 giugno in poi, è stato possibile assistere alla presentazione degli autori candidati nel 2024 e alla premiazione finale. Per l’occasione i giardini sono stati riqualificati dall’amministrazione comunale grazie all’installazione di nuove panchine, con l’obiettivo di renderli sempre più un vero e proprio parco della lettura. Ha condotto le serate ad accesso gratuito Carola Carulli, giornalista e scrittrice per la Salani, nonché curatrice delle rubriche Achab e Tg2 Weekend; mentre le letture sono state affidate a Marialetizia Cannas, regista, attrice e organizzatrice di laboratori teatrali, e a Stefano Goracci, insegnante di recitazione, dizione e uso della voce, doppiatore e attore di teatro.

La sera del 27 alle 19.30 Roberta Colombo ha presentato alla collettività e ai giurati partecipanti il libro di Lidia Ravera “Un giorno tutto questo sarà tuo”. Venerdì 28 giugno, invece, si sono susseguiti Franchini con “Il fuoco che ti porti dentro” presentato da Teresa Ciabatti alle 19.30; e Bissoli con “I folgorati” presentato da Sandra Petrignani alle 21.00.

La finalissima, sabato 29 giugno, è iniziata invece con la presentazione di Paolo Di Paolo e la premiazione “Tributo alla carriera” allo scrittore svedese Björn Larsson, le cui opere hanno come sfondo integratore ambienti marini e per il quale dunque un premio in laguna non poteva che rappresentare la conferma del suo talento e della sua attività. Lo scrittore, che parla molto bene in italiano avendo insegnato anche in questa lingua, si è dichiarato lieto di ricevere un premio “che non è dato soltanto per l’ultima novità o a quello di cui tutti parlano”, ma che ricorda che “la letteratura non deve avere una scadenza”.

Nella stessa cornice del Premio, l’autrice Valeria Parrella ha ricevuto invece la menzione speciale della giuria per i racconti “Piccoli miracoli e altri tradimenti”, edizione Feltrinelli.

A seguire si è dato avvio alla decisione finale con l’assegnazione del premio. Difficile la scelta, perché i tre romanzi sono risultati esemplificativi sia di stilistiche diverse che di filoni narrativi forti, eccezioni interessanti sul mercato rispetto alla produzione consumistica e alle tematiche di moda.

A fare da filo conduttore la relazione genitori-figli.

La presenza della malattia nel romanzo della Bissoli vede protagonisti un padre e una figlia adulta in un’insolita capacità mimetica del dolore che si traduce anche nell’essenzialità scritturale, nella parola scarnificata, nel linguaggio che costruisce e ricostruisce, a volte guarendo, altre disfacendo. Nei due familiari c’è una chiara e dignitosa richiesta di sudditanza e di non-sudditanza reciproca, descritta senza manipolare il reale, senza volerlo piegare al proprio volere. La relazione non è basata sulla sintesi o sul contrasto livoroso di due anime misteriose, ma su due vite dalla realistica umanità. Lo stesso tema relazionale si delinea invece come carattere e nevrosi in un’altra coppia fortemente disfunzionale, cioè quella rappresentata da Franchini e da sua madre Angela. Il romanzo è una trattazione autobiografica impietosa del suo vissuto secondo il filo matrilineo, scritta magistralmente. L’autore riesce ad accostare registri linguistici regionali a linguaggio di alta letteratura con grazia naturale; ma mescola in modo altrettanto sapiente anche i rimandi al teatro classico e la contemporanea rivisitazione della commedia partenopea di livello. In entrambi i libri, sia quello della Bissoli che quello di Franchini, i rapporti genitori-figli adulti si giocano su contrapposizioni di vedute, sogni ipotecati, aspirazioni, rigetti e persino senso claustrofobico con richiesta di nemesi inascoltata. Non si tratta di cronachismo, né di memoriale a orientamento sociologico, ma di voci di figli vivi che si smarcano e si sperimentano usando i propri talenti, il proprio “lavoro” di scrittori; e voci di genitori morti che esigono la carta inchiostrata prima di essere dimenticati per sempre.

Sempre un figlio anche nel libro di Lidia Ravera, ma stavolta si tratta di un adolescente che scrive come pensa per darsi un contegno, usando astuzie tecnico-formali di abbellimento più che innovazioni stilistiche. Alle prese con l’immaturità di un padre scrittore plurisposato, che gli lascia ben volentieri il peso di sbrigarsela ad autodeterminarsi, il ragazzo si trova costretto a inseguire da solo obiettivi esistenziali e a tastare i possibili supporter surrogati alla figura genitoriale. Lo stile rimanda al modo di pensare, di parlare e di vivere di un ragazzino adolescente.

I protagonisti di tutti e tre i libri, emblematizzati a un umanesimo non comunemente traducibile in letteratura, ma che meritavano proprio per questo uno scavo scritturale fedele, fatto senza reticenza o allusioni, hanno trovato scrittori di talento capaci di trasfonderceli in restituzioni magistrali.

Il premio è stato assegnato a Lidia Ravera e al suo libro “Un giorno tutto questo sarà tuo”, edito dalla Bompiani. Paolo Di Paolo ha evidenziato come nel romanzo vincitore l’autrice sia riuscita a “creare una controstoria emotiva del tardo Novecento, trattando della maturità non solo come disincanto, e soprattutto del terzo tempo non solo come resa”.

L’autrice ha dichiarato di essere estremamente contenta della vittoria perché come a tutti ama i premi, le medaglie, l’approvazione. Ma soprattutto si è mostrata lieta che sia stato riconosciuto il suo doppio salto mortale di far parlare un ragazzino, modalità inconsueta per lei, con la voce giovane che tutti abbiamo dentro ma che quasi mai consideriamo. In questo caso è riuscita a tirare fuori questo aspetto e a confezionare un romanzo in cui si ride anche, si piange, si pensa che poi è quello che ogni autore spera. Ha concluso definendo il suo libro una sorta di gesto politico che impedisce di arroccarsi sulle proprie posizioni, sfidandosi.

Il premio ricevuto da Rivera è una scultura realizzata da Ilio Campidonico, artigiano della città lagunare, e riproduce fedelmente la parte terminale delle colonnine che delimitano l’area dei “Giardini Chiusi”.

Come già evidenziato in occasione della presentazione in sala comunale il 20 maggio “un concorso diventa vincente se il territorio risponde”. Il comitato ha quindi riconosciuto l’importanza dei giurati di qualità, dei giurati “Amici del Parco della Lettura” e di tutti gli studenti delle scuole coinvolte, grazie ai quali la forza del premio si è rilevata ancora di più. Da parte degli organizzatori, l’obiettivo futuro sarà quello di estendere la platea, garantendo ai lettori esterni soggiorni brevi e la possibilità di fruizione guidata del territorio, ulteriore sfaccettatura di valorizzazione turistica, culturale e territoriale del Premio per la città di Orbetello.