Le memorie di Flavio Fusi, Monica Granchi e Riccardo Fabbrini

Tre nuovi incontri, promossi dalla Rete Grobac, delle biblioteche, degli archivi e dei centri di documentazione della Maremma e dell’Amiata, sono in programma venerdì 28 marzo, alle 17, in tre luoghi della Rete: la Biblioteca del Comune di Civitella Paganico, la Biblioteca “Mariotti” di Scarlino e la Biblioteca “Raveggi” di Orbetello.

Scarlino: Per la rassegna “Io mi racconto! Autobiografie, memoir e diari”, realizzata con la collaborazione della Fondazione archivio diaristico di Pieve Santo Stefano è in programma alla “Casa del fiume” di Paganico, sede della Biblioteca comunale, la presentazione di “La ballata delle frontiere. Racconti dal Secolo belva”, il libro del giornalista Flavio Fusi, edito da Exorma, che recupera così la presentazione annullata qualche settimana fa. I maggiori teatri di conflitto del Novecento sono protagonisti del volume e della presentazione, che vedrà l’autore dialogare con lo storico Adolfo Turbanti. “La ballata delle frontiere. Racconti dal Secolo belva” ripercorre alcuni fatti della Storia del Novecento, che Fusi ha vissuto, e narrato, da cronista.

Alla Biblioteca comunale “Mariotti” di Scarlino l’appuntamento è con Monica Granchi, affiancata dalla giornalista Lina Senserini, per la presentazione di “Mio nonno era comunista”, edito da Effigi. L’autrice traccia il suo percorso, tra gli anni Sessanta e Settanta, di educazione sentimentale, sociale, politica ed intellettuale. È la storia di una bambina divenuta donna tra il rigore della famiglia materna, operaia e comunista, e quello della famiglia paterna, cattolica e contadina in una delle provincie più “rosse” di Italia, quella di Siena. Al centro del libro il nonno, idealista e intransigente, onesto lavoratore, che guarda con diffidenza al nuovo e ha un amore smisurato per la musica, imparata da autodidatta e per i versi di Dante e dell’Ariosto, che declama a memoria. Un libro, impreziosito dall’illustrazione di copertina di Sergio Staino, che non è un saggio politico, né storico, ma che con la forza tipica del romanzo dà uno spaccato di un’epoca.

“Io so che cos’è il nulla. Diario di un equilibrista” di Riccardo Fabbrini, edito da Effigi, è il volume protagonista della presentazione in programma alla Biblioteca comunale “Raveggi” di Orbetello. Un quindicenne amiatino, che si sa precoce e sensibilissimo, a disagio per la mediocrità che lo circonda e assedia, inizia a scrivere un diario per cercare di capirne le ragioni ultime e meglio conoscere anche se stesso. Gli altri lo osservano con cattiveria, ridendo della sua eccentricità. Lui reagisce accentuando le sue stranezze di personaggio che bordeggia pericolosamente il nulla. Lettore di Kafka e di Sartre, cui si paragona, presto protagonista del ’68, il suo sguardo sulla società è spietato e la prosa impiegata, essenziale e affilata. La pubblicazione postuma di questo suo diario ci lascia conoscere cosa ne agitava l’animo, i sogni e gli incubi, le tante esperienze e i più intimi pensieri. Non è solo l’autoritratto di una spiccata individualità, ma anche il ritratto di un’epoca e di una società in transizione. A presentare il lavoro di Fabbrini saranno l’antropologo Pietro Clemente, presidente dell’Istituto della Resistenza di Siena, e la scrittrice Carlotta Fruttero.

La rassegna “Io mi racconto! Autobiografie, memoir, diari” continua nei mesi di marzo e aprile in molte biblioteche della Rete Grobac; per informazioni sul calendario degli eventi: www.bibliotechedimaremma.it

Nelle foto allegate: Flavio Fusi e Adolfo Turbanti, il libro di Monica Granchi e l'interno della Biblioteca di Orbetello (foto di Michele Guerrini)