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'La viticoltura nelle aree montane'. Un convegno online per valorizzare le produzioni delle aree marginali e salvaguardare i territori
Firenze: Sarà dedicato alla viticoltura nelle aree montane il prossimo appuntamento del ciclo “Conosciamo la Toscana Rurale”, la serie di incontri organizzati dall'associazione dei Comuni Anci Toscana in collaborazione con l’Accademia dei Georgofili, per promuovere e valorizzare le eccellenze enogastronomiche delle terre toscane.
Il seminario si terrà online mercoledì 17 marzo a partire dalle 14.30, con il patrocinio del Mipaaf, del Cervim e dell'Accademia della Vite e del Vino, e vedrà la partecipazione di amministratori pubblici, rappresentanti del mondo scientifico e di quello agricolo e imprenditoriale. Stavolta dunque i riflettori non saranno accesi su un singolo territorio, ma su una specifica attività che attraversa e coinvolge tutte le province, isole comprese, con l’obiettivo di portare un contributo di conoscenze e proposte per lo sviluppo delle aree montane e marginali.
Ad aprire i lavori sarà Roberta Casini, responsabile Agricoltura di Anci Toscana e sindaco di Lucignano; Luca Marmo responsabile Politiche della Montagna di Anci Toscana e sindaco di San Marcello Piteglio; Antonio Calò dell’Accademia dei Georgofili. Dopo l'inquadramento scientifico della coltivazione viticola in montagna, sono previsti gli interventi dei produttori con le loro esperienze dai territori dalla Toscana e non solo: Garfagnana, montagna pistoiese, Media valle del Serchio, Lunigiana, Casentino, Cinque Terre, Val d’Aosta e Colli del Candia. Dopo la sessione sulle prospettive di sviluppo territoriale, a cui parteciperà un rappresentante del Ministero dell’Agricoltura, e la tavola rotonda aperta ai partecipanti, chiuderà i lavori l’assessore regionale all'Agricoltura e vicepresidente della Regione Stefania Saccardi.
La viticoltura nelle aree di montagna, chiamata anche viticoltura eroica poiché viene effettuata in condizioni “estreme” rispetto alla coltivazione classica, comporta un lavoro molto lungo e faticoso che richiede sacrifici e investimenti economici. Anche per questi motivi, purtroppo, tale forma di viticoltura viene abbandonata a favore di terreni in bassa collina o in pianura.
Tuttavia la viticoltura di montagna, che produce un vino di elevata qualità, costituisce anche un modello da seguire per valorizzare le risorse naturali in modo sostenibile. I territori montani interessati, infatti, assumono un ruolo fondamentale di controllo dell’erosione e di mantenimento della biodiversità, scongiurando così il pericolo di abbandono di queste terre.