La rivendicazione dei diritti delle donne in Iran nella poetica di Táhirih e Sabet

Continuano le iniziative legate alla Giornata internazionale dei diritti delle donne che ancora una volta pongono l’attenzione alla situazione in Iran.

Grosseto: Nel mese di marzo 2023 studenti e insegnanti sono di nuovo scesi in piazza nel paese, questa volta per protestare per gli avvelenamenti delle studentesse. Un ulteriore modo per ostacolare l’istruzione delle ragazze. I manifestanti hanno gridato: “Libertà di vita e di donna”, lo slogan che risuona soprattutto dal settembre 2022, a seguito delle proteste seguite all’uccisione di Masha Amini, avvenuta per il fatto che non indossava correttamente il velo. Da allora si susseguono i movimenti che rivendicano i diritti ma sui manifestanti si sta abbattendo una durissima repressione, con centinaia di arresti, di torture e di esecuzioni.

Con l’iniziativa dal titolo "La rivendicazione dei diritti delle donne in Iran dal secolo XIX ad oggi", attraverso la poetica di Táhirih e di Mahvash Sabet si vuole mettere in luce un percorso cronologico che riguarda l’emancipazione della donna nella società iraniana, citando almeno due tra le figure più rappresentative. La prima Táhirih, poetessa e teologa di Qazvin, condannata a morte per eresia nel 1852 per aver diffuso la nuova religione del Bábismo. Táhirih prima di morire disse: «Potete uccidermi quando volete, ma non potete fermare l'emancipazione delle donne». Ed effettivamente il suo sostegno ai diritti delle donne, ed in particolare a quello dell’istruzione, ebbe una risonanza tra i movimenti che sono nati in Oriente.

Anche Mahvash Sabet è stata condannata a vent’anni per la sua fede bahá’í, una minoranza religiosa che da sempre è considerata dal regime iraniano «nemica dell'Islam». Essendo un insegnante ha rivendicato il diritto all’istruzione per tutti e ha sostenuto le donne che si oppongono alla loro emarginazione sottomissione. Per la sua tenacia Mahvash è ricordata -insieme alle suffragette e a Rosa Parks- nel libro di Daniele Aristarco, “Io dico no” per la sua disobbedienza nei confronti delle ingiustizie. Mahavas Ancora oggi è prigioniera nelle carceri iraniane. Nelle sue poesie risuona la sofferenze di molte donne che tuttavia – come le onde del mare - «si prendono per mano, e avanzano, /infrangono le rocce sulla riva,/rinvigorite/dalla dirompente forza del successo, /intimoriscono,/ colpiscono,/avanzano.»

L’iniziativa è promossa Laura Ciampini, Giulia Dettori, Alessandra Grechi, Silvia Galli, Teresa Monachino, Giuliana De Natale. Ospite d’onore Mojgan Etemadi, che ci offre il suo prezioso contributo per ricostruire la storia di due donne che rappresentano un importante tassello nella storia dell’emancipazione femminile.

Appuntamento è oggi giovedì 23 marzo alle ore 18 presso il circolo Khorakhanè, via Ugo Bassi 62 a Grosseto.

Dopo cena le attività al Khorakhanè proseguono con la proiezione del film “La vita arida”, per la regia di Lorenzo Antonioni e su soggetto di Stefano Adami. Il film, ripercorre alcune fasi della vita di Luciano Bianciardi ed è prodotto da Reeload.