Il Partito Comunista dei Lavoratori sui tagli pubblici ai danni di Autolinee Toscane

Grosseto: «Abbiamo appreso - si legge nella nota -, dai lavoratori del trasporto pubblico di Autolinee Toscane, che a partire dal prossimo giugno, i servizi urbani del comparto Toscana Sud subiranno dei drastici ridimensionamenti.I comuni interessati a questi tagli sono Grosseto, Follonica, Castiglione della Pescaia, Monte Argentario e Massa Marittima, comune per il quale è prevista la totale cancellazione del servizio urbano.

I ridimensionamenti sono previsti per ca. 840.000 km (solo Grosseto pare intenzionata a rifinanziarne una parte) ed andranno ad incidere notevolmente sia sull’occupazione che sugli appartenenti alla classe sociale economicamente più debole, di età più avanzata e, incentivando di fatto l’uso del mezzo privato, implicheranno la caduta di ogni retorica illusione green.
In realtà non si tratterebbe del tutto di un fulmine a ciel sereno, un protocollo della Regione Toscana già anni fa individuava dei cosiddetti “lotti deboli” che sarebbero  stati rifinanziati solo pro tempore lasciando poi la questione bollente nelle mani delle Ammninistrazioni comunali che, a quanto si vede, confermerebbero che il trasporto pubblico non rientra nelle loro principali preoccupazioni.

E che dire poi, visto che si tratta di comuni costieri, del grande aumento di popolazione nel periodo primavera-estate, in gran parte dovuto a turisti nordeuropei e/o metropolitani, abituati ad usufruire di trasporto pubblico e collettivo. In pratica, oltre al danno occupazionale e ambientale, un meno sulla pagella dell’offerta di un turismo sostenibile.
Se confermata, questa scelta sarebbe una nuova riprova di come le forze del centrosinistra perdano progressivamente il legame con le proprie radici culturali e politiche, svincolandosi ancora dalle loro ragioni fondative.
Non abbiamo motivo di dubitare che i servizi sociali –tale consideriamo anche il trasporto pubblico- siano un costo, come un costo sia la salvaguardia della salute o l’accesso ad ogni livello di istruzione. A questo serve la tassazione dei cittadini, a consorziarsi e finanziare una spesa pubblica per servizi pubblicamente erogabili e non assimilabili alla gestione di una azienda privata…

Viviamo invece in un mondo dove l’alternanza alla guida di ogni istituzione, nei fatti, non si discosta da una triste omogeneità di gestione tra destra e centrosinistra (ma, in molti Comuni, la “sinistra” chi la rappresenterebbe?) che, anno dopo anno ed ad ogni livello istituzionale, propone svendita di proprietà pubbliche, esternalizzazioni a privati di ex mansioni pubbliche, tagli all’erogazione di servizi pubblici.
L’alternativa a questo percorso senza via di uscita sarebbe soltanto una, il controllo diretto di lavoratrici e lavoratori sui mezzi di produzione e sui servizi pubblici».