Emergenza abitativa. Potere al Popolo: 'Esternalizzazione e marginalità'

Grosseto: «A Roselle  - si legge nella nota - è cominciata la raccolta firme del “Documento per la dignità per gli abitanti in emergenza abitativa del Poggio”. Cme Potere al Popolo sosteniamo con forza ogni iniziativa degli inquilini per migliorare le proprie condizioni di vita; in questa campagna elettorale abbiamo continuato a fare quello che abbiamo sempre fatto, supporto e organizzazione dei cittadini che lottano per i propri diritti e per la propria dignità.

Al Poggio mancano servizi essenziali come una rampa per disabili, un parco giochi fruibile dai bambini residenti e del vicinato, una lavanderia pubblica, trasporti, un presidio sanitario interno alla struttura, una manutenzione del verde adeguata e costante, cura dei corridoi e coperture dei cavi elettrici esposti e moltissime altri servizi.

Nel nostro programma parliamo di cambio di paradigma della gestione dell’emergenza abitativa e delle politiche abitative nel nostro Comune e nella mattina giornata conclusiva della nostra campagna elettorale saremo in Piazza Rosselli, di fronte alla Prefettura a porre questa necessità.
L'assenza totale una politica abitativa pppolare a livello comunale, è ciò di cui questa città ha veramente bisogno è non di svendita dei lotti ai privati.

Con il regolamento approvato  dal consiglio comunale nel Luglio 2015 la gestione servizio di emergenza abitativa è passata al COESO-SDS del comune di Grosseto, di fatto esternalizzato, passando da un'assegnazione per graduatoria ad una su valutazione socio-assistenziale, il risultato è l'esclusivo trattamento sanitario della povertà.

Serve un altro piano casa: a Grosseto si è rinunciato da anni ad una politica abitativa provinciale seria a testimoniarlo sono i numeri degli alloggi ERP sfitti aumentati dal 2015 al 2019 del 90% e le liste bloccate nelle graduatorie. L'abbattimento della spesa pubblica in edilizia pubblica durante la giunta Colonna è stata del quasi 100%, passando dagli oltre 2 milioni di euro del 2017 ai 50/70 mila del 2018/2019/2020.
Rompere la marginalità vuol dire fare investimenti nell’edilizia popolare e porre un tetto agli affitti privati.

La nostra città e il nostro comune deve porre come priorità la dignità delle persone e non l'arricchimento dei privati con la cementificazione e speculazione edilizia!».